PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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sabato 24 febbraio 2007

“SATURNO CONTRO”, l'amicizia e l'amore visti da FERZAN OZPETEK


Inizia alla grande il nuovo appuntamento della stagione cinematografica di “Pellicole a colloquio” presso la libreria Feltrinelli di Bari, gremita di gente, per uno dei film più attesi della stagione “Saturno contro” a parlarne l’autore, il regista turco Ferzan Ozpetek, con due dei protagonisti Michelangelo Tommaso e Ambra Angiolini.A moderare l’incontro è stato il giornalista Antongiulo Mancino.Un film che condivide le emozioni - sostiene l’autore - dove si amalgamano i concetti della comprensione e gli intrecci amorosi dei personaggi portano gli stessi ad un viaggio interiore dei sentimenti e di conseguenza chi lo vede lo costringe ad avere molteplici punti di riflessione.E’ un caso che questo mio film esca in un momento in cui si discute dei DICO.Non è una provocazione verso i politici o la Chiesa, non è un atto politico, perché non ho l’ambizione di proporre un film e con esso un messaggio, io parlo e descrivo i sentimenti che sono molteplici per ognuno di noi, parlo dell’animo umano, parlo d’amore e non di sesso.Parlo dell’amicizia un affetto che considero più difficile al contrario di una storia d’amore.Sono partito dalle mie esperienze di amicizia e di rapporti e non avrei mai pensato che due anni dopo si potesse parlare di questi argomenti, altrimenti forse non l’avrei proposto.Sono invece accusato di privilegiare le donne nei miei film, in questo caso mi sento un razzista al contrario, perché penso che loro abbiano sviluppato un organo in più, in quanto fino ad oggi hanno dovuto affrontare più difficoltà per potersi affermare.A chi fa dei paragoni con “Le fate ignoranti”, dico che sono due film diversi anche se hanno in comune tre attori Stefano Accorsi, Margherita Buy e Serra Yilmaz.Nel primo è la storia di una donna che incontra un gruppo opposto al suo modo di vivere e con loro matura un cambiamento culturale.Con Saturno contro, protagonista è il gruppo, legati da un rapporto di amicizia, abbastanza omogeneo tra loro e che non si pone il problema della diversità.Una domanda provocatoria da parte del pubblico è stata: “Lei avrebbe mai potuto girare e produrre un film nel suo paese, con questo tipo di argomenti?”Ozpetek di rimando ha risposto .”Mia nonna si è sposata due volte, e ambedue le volte con un pascià. Anche mia madre si è sposata due volte e non perché entrambe vedove. Non è raro pranzare a casa di mia madre e trovare il suo primo marito con la sua seconda moglie. Quindi io provengo da un paese musulmano ma anche da una famiglia allargata. Questo vi deve far comprendere che la verità va oltre a tutto ciò che gli organi di informazione vi comunicano”. Ambra Angiolini, applauditissima dal caldo pubblico barese, è ancora incredula del grande successo sia di critica che di spettatori nei suoi confronti per questa interpretazione.Quando è stata chiamata dal regista, pensava che solo un pazzo potesse chiamare lei che proveniva dalla televisione, per un ruolo così delicato.Ma Ozpetek non ha avuto dubbi, quando descriveva il personaggio Roberta, vedeva il volto di Ambra Angiolini.L’altro protagonista presente è Michelangelo Tommaso, conosciuto al grande pubblico per il personaggio di Filippo che interpreta nella fiction “Un posto al sole”, mentre in questo film interpreta uno scrittore bisessuale.Perché “Saturno contro”?Saturno è il pianeta dei cambiamenti e riesce ad influenzare la vita sociale, ed è quello che succede nella trama del film, ma è anche quello che può accadere a chiunque di noi, basta un dolore per mettere in gioco sé stessi e riconsiderare i propri rapporti .Il film parla di un gruppo di amici quasi tutti quarantenni, in un momento di crisi dei loro affetti e della loro vita e la morte di uno di loro mette in discussione il loro mondo ma proprio perché legati dal sentimento dell’amicizia riescono a confrontarsi e trovare la forza per rimettersi in gioco.Ozpetek ama circondarsi nei suoi film da tanti attori e anche in questo caso il cast è molto nutrito. Oltre ai già citati Accorsi, Buy,Angiolini, Tommaso, Yilmaz, troviamo Pierfrancesco Savino, Ennio Fantastichino, Luca Argentero, Filippo Timi, Milena Vukotic, Luigi Diberti, Isabella Ferrari e la barese Lunetta Savino.L’intero commento musicale del film è stato affidata al cantante Neffa.
Anna DeMarzo

domenica 18 febbraio 2007

Il Pop sinfonico di Dalla e dell’Orchestra della Provincia di Bari


E’ stata una grande emozione per il pubblico barese convenuto al Teatroteam ieri sera il concerto di Lucio Dalla con l’Orchestra sinfonica della Provincia di Bari.La serata ha aperto il cartellone 2007 dell’orchestra sinfonica che ospiterà una serie di eventi tra cui la voce di Ute Lemper, la bacchetta di Zoltan Pesko, un omaggio a Gershwin dei pianisti Iannone-Bruni: certamente molta vivacità che la città di Bari desidera ricevere e vivere, perché Bari è si città mercantile, ma anche città assetata di cultura.E’ di Dalla l’idea di affidare ad un’orchestra sinfonica le sue più celebri canzoni perché, dice il cantautore, “ciò che non muta è destinato a morire”.La commistione tra musica leggera e orchestra sinfonica è un esperimento che permette ai successi di Dalla di rivivere. Spaziando in 40 anni di storia della sua canzone il cantautore ha regalato al pubblico la memoria che supera i limiti del tempo ed è fissata nella storia personale di ognuno con sentimenti ed emozioni indelebili. Questo è stato il merito di Lucio Dalla: artista che vede “oltre”, oltre la quotidianità, oltre il piacere effimero, oltre la caducità, un artista la cui forza risiede nella grande comunicatività.Il concerto è stato, infatti, arricchito da dialoghi e racconti: condivisione di esperienze e di pensieri.“Io credo nell’intelligenza, nell’arte, in Dio, credo nelle cose che non si vedono, credo nell’impossibile, in un angelo mediano che sta tra la terra e il cielo”- queste sono alcune della parole che Dalla ha regalato al pubblico prima di cantare “Se io fossi un angelo”, e poi ha incominciato a volare perché la musica è come l’anima: libera.Non sono mancate riflessioni sui grandi temi dell’umanità; ha raccontato di una canzone nata nel mare delle Tremiti: “mi trovavo quietamente in mare, sopra il cielo suono di aerei, racconto di guerra, al di là la morte”. Sono poesie le sue canzoni, per questo sono state recitate sensibilmente dall’attore Marco Alemanno. Ammirevole il lavoro dell’orchestra sinfonica e del direttore Paolo Quadrini. Un artista consumato come Dalla è abituato a sguazzare come un pesce su un palcoscenico, può decidere quanto allungare un suono, quanto tenere una pausa, quanto modificare un ritmo all’interno di un regolare beat.Certo è che non è solo, c’è un orchestra intera alle sue spalle che ha seguito con grande attenzione e professionalità tutti i suoi capricci musicali rappresentando un eccellente supporto alla sua voce in qualche passaggio lievemente appannata.Il connubio tra l’orchestra ed il cantante ha fatto in modo che l’uno esaltasse l’altro, non ultimo ad essere esaltato il pubblico che ha cantato insieme a Dalla “Piazza Grande”, “Anna e Marco”, “La notte dei miracoli”, “Caro amico ti scrivo”.La serata si è conclusa con i doverosi ringraziamenti del Presidente della Provincia Divella e dell’assessore Curci, cui va il merito di una simbiosi perfetta nello scegliere le performance da offrire al gusto e alla sensibilità dei baresi.Il presidente Divella è apparso come un buon padre che ha promesso di lanciare la sua “creatura”, l’orchestra sinfonica della Provincia di Bari, su palcoscenici internazionali.Prendiamo questo auspicio come un impegno!
Viviana Velardi

Amore tormentato nel "Gli Innamorati" di Carlo Goldoni


In scena al Teatro Abeliano di Bari, un opera di Carlo Goldoni, “Gli Innamorati” con un cast di tutti rispetto: Andrea Buscemi, che ha curato la regia, le scene i costumi e le luci, Nathalie Caldonazzo, Francesco Bianco, Livia Castellana, Christian Amadori, Renato Raimo, Riccardo De Francesca, Eleonora Zacchi.Quest’opera non rientra nei canoni tradizionali goldoniani, non è ambientata a Venezia ma a Milano, pertanto non è recitata nella parlata locale veneta e non appaiano le maschere tradizionali tanto care all’autore come Pantalone, Brighella e Colombina. Con “Gli innamorati” Goldoni, smorza il suo linguaggio comico per addentrarsi nella psicologia femminile, per analizzare l’ inquietudine e le trepidazioni delle donne sul rapporto amoroso.Lo spettacolo si presenta con una scenografia povera dove quattro sedie sono i soli elementi scenici e fanno ben intendere allo spettatore l’ambientazione in cui si svolgerà la scena: il salotto di una casa nobiliare milanese in decadenza.Le recita tratta dell’amore di due giovani Eleonora, interpretata da Nathalie Caldonazzo, appartenente alla famiglia milanese decaduta e Fulgenzio (Renato Raimo), rappresentante della ricca borghesia. Un amore tormentato il loro, non perché ostacolato dalle reciproche famiglie, ma dall’orgoglio associato all’insicurezza e unito alla gelosia che la giovane prova verso il rapporto che giudica troppo servile del suo innamorato con la cognata, affidatagli per breve tempo dal fratello in viaggio per affari.La rappresentazione descrive una sola giornata e in queste 24 ore la coppia a più riprese si lascia e si riprende, in un continuo duello verbale, dove sono ben tratteggiati le afflizioni e ansie amorose della donna innamorata.Tenta di smorzare queste sofferenze la sorella di Eleonora, Flamminia (Francesca Bianco), donna più accorta e cauta cercando di farle capire che il suo tormento è solo frutto della sua fervida immaginazione.In questo calderone amoroso, partecipa anche lo zio delle due giovani Fabrizio (Andrea Buscemi), impegnato a recitare per nascondere agli altri la sua povertà. Personaggio sopra le righe che enfatizza tutto quello che dice e che fa, convincendosi di essere un bravo cuoco e un collezionista di opere d’arte, e non perde l’occasione di invitare a pranzo un giovane della nobiltà milanese conosciuto da poco Roberto (Christian Amadori) che con la sua posizione sociale potrebbe mettere in sesto la sua famiglia.Come si può ben immaginare tutto finirà per il meglio e i due giovani convoleranno a felici nozze.Lo spettacolo della durata di 80 minuti non ha visto l’ interruzione dei due atti con la calata del sipario ma si è proceduto ad un abbassamento delle luci e due attori illuminavo il perimetro del palco portando in scena delle piccole lanterne, il tutto allietato da musiche di Antonio Vivaldi.La commedia ha visto tutti gli attori interpretare i loro ruoli con toni enfatici e appassionati e muoversi senza interruzione sul palcoscenico, anche in maniera frenetica e scalpitante come Nathalie Caldonazzo , ha saputo ben definire la giovane Eleonora, consapevole della propria bellezza e che poteva giocare con il suo innamorato come il gatto fa con il topo. L’attrice, non possiamo più definirla solo showgirl, rilegandola a ruolo stereotipato di ballerina di varietà, ma da diverso tempo si sta ritagliando ruoli che la vedono protagonista in teatro, ma in televisione, infatti la rivedremo nella fiction “Centovetrine”.Non da meno è stato Renato Raimo, interpretando il giovane Fulgenzio, conquistato da Eleonora ed a causa della sua buona educazione non riesce a farle intendere che le attenzioni verso la cognata altro non sono che segni di civiltà e galanteria. L’artista ha saputo trasmettere lo stato d’animo del personaggio, in continua lotta tra l’esser preda o predatore di questo amore.Renato Raimo, giovane attore e regista pugliese, volto che rivedremo presto in televisione perché parteciperà per il terzo anno consecutivo alla fiction “Carabinieri” nel ruolo fisso di un avvocato in pretura e nella fiction "Medicina Generale".L’attore Andrea Buscemi, nonché regista dello spettacolo, ha ben rappresentato lo zio Fabrizio, un imbonitore, un mercante e come acquirenti cerca mariti per le sue nipoti. Un personaggio del’700 ma che in certi atteggiamenti possiamo riscontare anche al giorno d’oggi.Personaggio che ha fatto sorridere è stato il conte Roberto con il suo modo di fare atteggiare il corpo in pose nobili, ma che starnutiva contorcendosi in maniera poco elegante ad ogni presa di tabacco.Spettacolo sobrio e misurato quello presentato al Teatro Abeliano in questi giorni da Buscemi, dove più che esaltare le scenografie ha puntato solo sui personaggi della commedia.
Anna DeMarzo

sabato 17 febbraio 2007

8 donne e un mistero - protagoniste al Teatro Garibaldi di Bisceglie (Bari)


Seducono, intrigano e divertono le 8 protagoniste dello spettacolo “ 8 donne e un mistero” andato in scena ieri sera al Teatro Garibaldi di Bisceglie (Ba), una commedia in due atti.Sembra quasi incredibile riunire 8 donne e farle lavorare assieme ottenendo un ottimo risultato, grazie alla regia di Claudio Insegno.Il lavoro è un remake di un famoso film francese andato nelle sale cinematografiche nel 2002 con un cast d’eccezione, (ricordiamo Catherine Deneuve, Isabelle Huppert) ma anche una famosa pièce teatrale di Robert Thomas, ispirato ad un opera di Agatha Christie.Le protagoniste dello spettacolo teatrale nulla hanno da invidiare alle attrice che le hanno precedute, ognuna ha saputo interpretare magistralmente il suo personaggio tanto da non permettere alcun paragone ( il primo un noir francese. il secondo un intrigo tutto italiano).Donne che racchiudono tre generazioni tutte al femminile dalla matriarca e suocera (Sandra Milo, dalla dizione a volte non troppo chiara), alle moglie (Caterina Costantini che generosamente esponeva il suo seno e divertiva il pubblico con le sue espressioni che andavano dalla donna fatale a donna ingenua) alla cognata ( Eva Robin’s, bravissima nell’interpretare una donna isterica, falsa virtuosa e persona retta), a Corinne Clary (sorella della vittima), alla tata (Nadia Rinaldi), alle tre giovani attrici che hanno interpretato la figlia minore (Beatrice Buffadini) quella maggiore (Sara Greco) e la cameriera (Tiziana Sensi).Il lavoro è un combinazione di giallo-commedia-musical, (ciascuna attrice si esibisce in un numero musicale, con musiche e testi di Rossana Casale).Come nel film al centro del palcoscenico vi è una scala, elemento fondamentaleper l’entrata in scena dei personaggi che di volta in volta assumono importanza nel ruolo intrigato della storia.Ambientato in una villa sperduta della campagna francese a ridosso delle festività natalizie degli anni’50, il padrone di casa Marcel (l’unica figura maschile, sempre nominata ma mai vista) viene trovato morto nella sua stanza.A causa di una nevicata le 8 donne si trovano bloccate nella villa, non possono chiamare la polizia, perché lo scaltro assassino o assassina ha pensato bene di tagliare il filo del telefono, manomettere i cavi della macchina e bloccare l’invalicabile cancello .8 donne sole con la paura che una di loro può essere l’assassina cosa possono fare se non giocare al massacro, accusarsi reciprocamente, sospettarsi a vicenda e scoprire che ognuna di loro ha un movente chi per amore e chi per denaro ad aver ucciso rispettivamente il marito, il padre l’amante e il genero.E’ un susseguirsi di colpi di scena, di bugie e rivelazioni sconcertanti e a volte esilaranti e quando si pensa di aver capito chi è il colpevole ecco un’altra rivelazione .Così la vecchia madre invalida su una sedia a rotelle, si alza di scatto per salvare la figlia che tenta un suicidio con delle. pillole (si scopre in seguito essere solo delle mentine), quindi anche lei a quel punto rientra nel quadro dei sospettati.La figlia maggiore risulta essere arrivata da Londra quella mattinata ma in seguito si scopre che ha raggiunto la casa di campagna la sera prima ed ha avuto un incontro con il padre.La giovane cameriera assunta da poco altro non è l’amante di Marcel.La moglie quella stessa sera comunica al marito che il suo socio d’affari è il suo amante e sta per fuggire con lui.La cognata isterica, bigotta e ancora vergine (nel finale da brutto anatroccolo si trasforma in un bellissimo cigno) è segretamente innamorata di Marcel e per lui scrive lettere d’amore e una di queste viene intercettata dalla sorella del morto.Sorella che a sua volta è l’amante della Tata ma anche l’amante dell’amante della moglie di Marcel.Come si comprende ognuna delle 8 protagoniste ha uno scheletro nell’armadio e sapendo che resteranno bloccate per un po’ di tempo altro non possono fare che parlare e confessare l’incofessabile.Si presenta un bel quadretto familiare che fino a quel momento sembrava unita sola dalla persona che ora giace morta nella sua camera da letto.Un brav’uomo martoriato da 8 donne e forse sono state tutte loro con le loro storie ad ucciderlo.
Anna DeMarzo

Al cinema Galleria di Bari incontro con i protagonisti del film - Notte prima degli esami oggi -


Regia: Fausto BrizziGenere: Commedia Durata: 102' Attori: Nicolas Vaporidis, Carolina Crescentini, Serena Autieri, Giorgio Panariello, Chiara Mastalli, Eros Galbiati, Sarah Maestri, Andrea De Rosa, Franco Interlenghi, Armando Pizzuti, Paola Onofri.E’ stato presentato il 15 febbraio alle ore 20.00, presso il cinema Galleria di Bari, il film “Notte prima degli esami oggi” di Fausto Brizzi, commedia destinata a replicare il successo di “Notte prima degli esami”, pellicola rivelazione della passata stagione. Era d’obbligo un sequel, ma il regista Fausto Brizzi ha preferito realizzare una trovata a dir poco originale. Grazie alla vittoria del campionato mondiale di calcio della scorsa estate, l’idea geniale (e commerciale) è stata proprio quella di portare l’intero cast (o quasi), sempre alle soglie dell’esame di maturità con il solito clima divertente e leggero, ma togliendolo dai modaioli anni ottanta (vintage), per spostarli nel 2006, nell’estate dello scorso anno quindi, proprio durante le partite dei mondiali di calcio che ci hanno così appassionato. Alla presentazione del film erano presenti alcuni dei giovanissimi protagonisti e Fausto Brizzi il regista, incontrato per primo. Classe 1968, romano, Brizzi dimostra il suo talento di sceneggiatore di films comici dal 1999 circa, da quando è iniziata la sua collaborazione con la corte di Neri Parenti, firmando titoli come “Tifosi”, “Body Guards- guardie del corpo”, “ Merry Christmas” e tante altre produzioni natalizie che ben conosciamo come “cinepanettoni”. Lavora anche come autore per il tubo catodico scrivendo alcune serie tv come “Sei forte maestro” e “Valeria medico legale”, per citarne alcune. Brizzi adora il cinema comico, come lui stesso ha rivelato “mi piace scrivere film comici, è una cosa che credo di saper fare e mi diverte farla”. Recentemente ha vinto il David di Donatello come regista esordiente, ma una breve intervista ha messo in evidenza che l’impegno di successo nella veste di regista, non lo distoglieranno dalla scrittura di “cinepanettoni”. Non solo, ma la sua versatilità lo ha portato a scrivere anche un thriller, o meglio un noir dal titolo “Cemento armato”, a quattro mani con il socio di sempre Marco Martani. Il film diretto dallo stesso Martani, vedrà nel ruolo di protagonista un sorprendente Giorgio Faletti. Sembra dunque che si stia confermando una nuova famiglia del cinema italiano, formata dalla produzione IIF, Italian International Film di Fulvio Lucidano, col quale Brizzi e Martani hanno un contratto fino 2011, e poi ancora Faletti, Vaporidis e chissà chi altri ancora! Tornando a “Notte prima degli esami oggi” e parlando di Nicolas Vaporidis, protagonista di entrambi i lavori si è palesata la domanda sulla necessità d’individuare una figura che ingloba le peculiarità del personaggio, o meglio dei personaggi dei suoi films. Figura che dovrebbe evidentemente filtrare una sorta di alter ego del regista-sceneggiatore. Effettivamente tutti i grandi registi individuano in un attore protagonista, una sorta di alter ego, forse Vaporidis è l’alter ego di Brizzi? La risposta è stata assolutamente affermativa.Una delle protagoniste femminili è Chiara Mastalli, dolcissima, in realtà è molto diversa dalle liceali che siamo abituati ad incontrare nella società odierna! Chiara ha già un curriculum di tutto rispetto ed ha parlato con emozione del clima goliardico del periodo della lavorazione, l’ha definito un clima da “gita scolastica”. Chiara ha detto di essere contenta del risultato finale del lavoro, perché tutti si possono riconoscere nelle storie vissute dai protagonisti, questo è un grande punto di forza del film. Attualmente è impegnata in diversi set per fiction Rai e Mediaset.Altro protagonista, presente ieri sera alla prima del film è Eros Galbiati, che sempre a proposito del periodo di riprese, ha parlato di quanto il clima goliardico e divertente del film è stato attenuato da una nota di preoccupazione, così ha detto: “bissare un successo non è sempre facile, per cui si è inizialmente creduto che la produzione sarebbe stata molto più esigente ed avrebbe lasciato un margine di libertà estremamente ristretto, invece è andato tutto bene, siamo rimasti liberi di lavorare nel modo a noi congeniale, quindi anche il divertimento era incluso”. Superfluo dire che Eros e Nicolas hanno incontrato la simpatia del numeroso pubblico femminile di adolescenti, che si sono appassionate nel fare fotografie e chiedere autografi.“Divertimento si, ma anche determinazione ed impegno, siamo stati quasi messi alla prova con questo secondo film, per cui ci siamo avvicinati in maniera più responsabile”, questo il senso delle parole di Nicolas Vaporidis. Parole che ben sintetizzano la professionalità fresca ed energica, di tutto il cast, che si ritrova a disporre di un successo straordinario, grazie ad una produzione che ha individuato un altro sistema per creare films dai guadagni facili, in ogni caso nel pacco sono incluse anche enormi quantità di responsabilità e di scelte professionali.
Deborah Brivitello

IL “ DISCO VOLANTE ” di Niccolò Fabi atterra a Bari


IL “ DISCO VOLANTE ” di Niccolò Fabi atterra a Bari
In “Dischi volanti” per disegnare i suoi dieci anni di carriera artistica. Tanti ne sono passati a Niccolò Fabi da quando, pungolato da suo padre produttore, ha deciso di intraprendere la strada della canzone d’autore. Per festeggiarli, il quasi quarantenne artista romano, ha raccolto nell’album “Dischi Volanti 1996-2006” i suoi grandi successi tratti dagli album “Il giardiniere”,” Sereno ad Ovest”, “ La cura del tempo” e “ Novo Mesto”, cui è seguito il tour italiano che ha trovato la sua giusta dimensione e intimità nei club.Partito il ventisei gennaio da Verona, la tournée ha toccato ieri lo Zenzero Club di Bari, dove Fabi è stato accolto con un grande affetto da tutti i suoi fans, in un’atmosfera raccolta e festosa.Il professor Fabi si è esibito per quasi due ore di concerto, eseguendo diciassette brani, scelti tra i suoi preferiti. Una sorta di raccolta di emozioni che sembrano manifestare il risultato stilistico evolutivo, e di ricerca, di un artista che si è imposto all’attenzione del grande pubblico con un brano tormentone, “Dica”, che irradiò l’estate di dieci ani fa. Prima della star romana, sul palco dello Zenzero Club di Bari si presentano, così come per tutta le tappe del tour, Roberto Angelini e Pino Marino, due giovani promesse del cantautorato italiano con la fortuna di essere amici di Niccolò. I due artisti fanno parte del “Collettivo dell’Angelo Mai”, un’idea nata a favore dell’ex convitto romano da cui è nata l’Orchestra Mobile di Canzoni e Musicisti, formazione che ha appena pubblicato il suo primo disco. Sono le ventidue e trenta, quando il palco si anima con la presenza dei due giovani cantautori romani accompagnati dal talentuoso violinista, Rodrigo D’Erasmo, già con i Nidi d’Arac, e dal bravissimo tastierista Andrea Pesce. Tra schitarrate rock la grande festa comincia. Il pubblico sembra accogliere con grande entusiasmo la breve performance d’apertura dei supporter, che hanno presentato cinque brani tratti da loro repertorio con un inedito, “Dicembre”, di prossima pubblicazione. Alle ventitré circa, camicia nera e pantaloni color porpora, Niccolo’ Fabi, attesissimo dai fans, si presenta sul palco. Si parte con grande energia con “Qualcosa di meglio”, tratto dal quarto album “ Spagna” (2001), per poi proseguire in un crescendo di pulsazioni ritmiche ed emozionali, con la splendida “Nel centro” cantata a gran voce dal pubblico e “Mettere le ali”, arrangiata in chiave particolare, con un attacco del ritornello solo voce e batteria.Niccolo’, emozionato e sorridente, saluta il pubblico, visibilmente felice di tornare ad esibirsi dopo tanti anni nell’amata Bari, ma soprattutto presenta la sua straordinaria band che lo accompagnerà nell’intero live: Francesco Valente alla chitarra e banjo, Lorenzo Feliciati al basso, Alessandro Canini alla batteria, Andrea Pesce alle tastiere e vibrafono e Fernando Pantini alla chitarra.Seguono, la toccante versione di “E non è “, canzone scritta in un momento difficile della vita del cantautore, ed “ Il mio stato” con un finale Anni ’70 caratterizzato dall’utilizzo del synth monofonico Moog.La performance è un crescendo di grandi emozioni, in cui si evidenziano i nuovi arrangiamenti in chiave decisamente rock, esaltati dalla massiccia presenza delle chitarre: “Costruire”, “ Rosso”, ”Negozio”, “ Milioni di giorni” e la fortunatissima “Capelli” (singolo di debutto con il quale Niccolò Fabi vinse il prestigioso Premio della Critica a Sanremo Giovani nell’edizione del 1987). Applaudito dal pubblico letteralmente in delirio, Niccolò Fabi non si risparmia, sempre trascinante e coinvolgente nella sua esibizione. La sua voce, calda e offuscata da tratti ombrosi, esprimere con tratti lievi e delicati la profondità dei testi delle canzoni.Il concerto si conclude con la struggente “ Ostinatamente”, vera e propria dichiarazione di un amore che non vuole morire malgrado la distanza che si va frapponendo tra i due amanti, “Oriente”, “ Offeso”, “ Lasciarsi un giorno” ed un bis, “ Dica” in cui rievoca il reggae di Bob Marley.
Claudia Mastrorilli

mercoledì 14 febbraio 2007

L'Ikea di Bari si inaugura con una festa tutta svedese


E’ iniziato tutto alla perfezione come un orologio svizzero, pardon svedese, l’inaugurazione del tredicesimo negozio IKea in Italia, uno dei 250 punti vendita sparsi in ben 47 Paesi nel mondo.Come era stato anticipato nei giorni scorsi è stato consigliato al pubblico di recarsi sul posto lasciando la macchina ed usufruendo del treno delle ferrovie sud est al costo di due euro andata e ritorno, anziché di uno previsto, per non intasare la statale 100, ed in soli 7 minuti si è raggiunta la stazione di Mungivacca che si trova alle spalle dell’Ikea, inaugurando così il primo “Park& Train”E a dire il vero, il traffico che si pensava si potesse creare non c’è stato, tutto è andato per il meglio. Tanti i nostri amministratori che vi hanno partecipato dal sindaco di Bari Michele Emiliano, al Vice presidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, agli assessori, Capano, Laforgia, Abbaticchio, Maugeri, Loizzo, De Caro e Rinella , sono stati accolti da tutto lo staff Ikea e insieme invece di prendere il caffè e brioche, visto l’ora le 7,30, hanno approfittato per fare una colazione svedese a base di salmone, aringhe, uova sode, prosciutto e marmellata.L’amministratore delegato, l’italo svedese Roberto Monti, ha esordito in un barese forzato “sime fatte tredici” (abbiamo fatto 13), per ricordare che l’Ikea di Bari è il tredicesimo negozio in Italia e che il 13 è stato un numero fortunato. “Questa struttura è una scommessa vinta – ha detto Roberto Monti – è una sede che vanta tanti primati. E’ stato in tutta Italia il nostro cantiere più rapido. In 35 settimane dall’inizio dei lavori consegniamo ai pugliesi il risultato svolto da un’equipè che ha lavorato duro e senza un solo incidente sul cantiere. E’ il nostro negozio più colto perché il 35% dei nostri collaboratori ha una laurea e il 65% un diploma. Bari è anche il nostro negozio più rosa con il 63% di donne fra i collaboratori e il 40% tra i manager e una donna direttore e se otteniamo i permessi sarà anche il primo negozio in Italia ad avere un asilo nido.Ikea Bari- Mungivacca vanta un altro primato, quello di avere il migliore collegamento con mezzi pubblici: 2 linee di bus urbane ed extra urbane dirette nel parcheggio e il collegamento delle Ferrovie Sud-Est, in soli 6 minuti dal centro cittadino.Così il negozio di Mungivacca è un faro nelle pari opportunità di Ikea Itali”.Sandro Frisullo ha esordito “siamo una Puglia che sta cambiando, vuole opportunità sia per gli investitori e per i nostri giovani è per questo motivo ci stiamo impegnando in un processo di internazionalizzazione , una sfida per l’impresa della nostra Puglia”.“Una giornata emozionante - esordisce Emiliano – che lascia il posto ad un passato nero, (richiamando il trascorso politico del suo predecessore), che in Puglia non tornerà più. L’Ikea è una grande opera pubblica dove tutti hanno collaborato e tutti gli assessori si sono impegnati sul campo, per un raggiungimento comune e non personale”. “Per noi svedesi che viviamo all’estero - ha sottolineato il ministro dell’ambasciata svedese Jonas Lovèn – entrare in un negozio Ikea è la stessa sensazione di essere a casa. E un vanto per il nostro paese, perché diffondiamo la cultura svedese che è uno dei compito dell’ambasciata”. Interviene di nuovo Monti , spiegando “la data dell’inaugurazione Ikea,14 febbraio, non è stata scelta a caso, ma rievoca un’altra data importante per i baresi quella del 14 febbraio del 1903, data dell’inaugurazione del Teatro Petruzzelli ed è un augurio che l’energia positiva dei giovani baresi ma anche pugliesi, che hanno voluto con tutte le loro forze costruire questo negozio, possa riversarsi nella costruzione del Petruzzelli, che possa farci trovare seduti il prossimo 14 febbraio sulle poltrone di quel teatro e non pretendiamo che siano poltrone Ikea”.Brindando con vodka gli svedesi presenti hanno intonato un loro canto augurale.Alle 9.00 tutti fuori dal negozio per la vera inaugurazione dove il sindaco ed il ministro dell’ambasciata svedese, seguiti da molti curiosi che già dalle prime ore della giornata erano presenti, hanno segato un tronco , anziché il tradizionale nastro tricolore.
Anna Demarzo

lunedì 12 febbraio 2007

Gino Landi e un tocco di baresità nella Vedova Allegra di Lehàr


In scena dal 9 sino a martedì 13 febbraio l’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehàr al Teatro Piccinni di Bari , per la stagione della Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari.Regia e coreografia sono state affidate a Gino Landi, vero uomo di palcoscenico in tutti i sensi, in quanto anche la sua nascita è avvenuta in teatro mentre i suoi genitori (anch’essi attori) erano impegnati in un varietà.L’odore del teatro è senza dubbio nelle sue vene e l’amore che riesce a trasmettere lo si vede in tutti i suoi lavori dove cura tutti i particolari dalla regia senza risparmiarsi anche alla coreografia.Un vero successo di pubblico in tutti i giorni di rappresentazione di quest’operetta che ha compiuto più di 100 anni in quanto la sua prima messa in scena avvenne al Teatro di Vienna il 30 dicembre del 1905 e in tutti questi anni non riesce a stancare il pubblico, anzi “la vedova allegra” sembra incarnare e immortalare questo genere teatrale.Un cast di eccezione con Chiara Taigi, (Anna Glavari) Alessandro Safina, (il conte Danilo) Daniela Mazzuccato,(Valencienne) Salvatore Cordella, (Camille De Rossignon) e Uccio De Santis (Njegus) con l’ l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari diretti dal maestro Julian Koyatchey, mentre maestro del coro Luigi Petroziello.L’operetta con nomi di richiamo come Chiara Taigi e Alessandro Safina ha incuriosito il pubblico barese per la partecipazione di Uccio De Santis .No non un omonimo, ma proprio lui il nostro Uccio De Santis, comico barese che ogni sera possiamo vedere su una rete locale con il suo programma Mudù.Il regista Gino Landi, ha voluto modificare il personaggio di Njegus, cancelliere dell’ambasciata di Pontevedro, con un tocco di baresità. Infatti Uccio non sembra distaccarsi molto dal personaggio che tutti noi conosciamo, parla con la cadenza barese e il regista ha voluto inserire, lasciando invariato il testo originale, alcune scene tratte dallo spettacolo di Mudù, come la famosa lettera che la madre scrive al figlio.Divertente è stata la brava Chiara Taigi che si è prestata al gioco, intercalando brevi frasi in dialetto barese e alla gag con Uccio con cui chiedeva “Devo andare alla stazione” Uccio gli risponde a tono “ e vai e vai” o quando per organizzare una festa, la ricca vedova ordina con lo champagne gli “spoccamusse”. Ma lo spettacolo non solo sembrava divertire il pubblico ma anche gli stessi attori e i musicisti che ridevano alla battute di Uccio, come se alcune fossero improntate sul momento.Lo spettacolo della durata di tre ore ha visto cambi di scena e di abiti spettacolari di Ivan Stefanutti, che fanno fatto sognare i presenti, trasportandoli nella Parigi disinibita di inizio’900.La prima scena ambientata nell’ambasciata di Pontevedro con abiti eleganti per una serata di rappresentanza, la seconda nel giardino della casa della vedova dove indossavano mise da passeggio e la terza sicuramente la più incantevole da Chez Maxime , con abiti sfavillanti per ricreare il cafè chantant dove i bravissimi ballerini hanno ballato il can can caratterizzato dalla vivacità e dall’esuberanza dei movimenti, ma anche dalla acrobazia della prima ballerina.
Anna DeMarzo

Massimo Venturiello e Tosca portano in scena “GASTONE”

“Gastone” di Ettore Petrolini, nell’adattamento di Nicola Fano, musiche originali di Germano Mazzocchetti, coreografie di Fabrizio Angelini. Con Massimo Venturiello, Tosca, Franco Silvestri, Camillo Grassi, Antonio Fornari, Ilaria Giorgino, Cinzia Ricciardi, Stefania Fratepietro, Alessandra Greggia, Clorinda Venturiello, Renato Merlino. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Sabrina Chiocchio, light designer Vincenzo Raponi.Regia Massimo Venturiello.In scena la sera del 10 e 11 febbraio, al Teatro Traetta di Bitonto, lo spettacolo “Gastone”, nota commedia di Petrolini. L’adattamento è stato scritto da Nicola Fano, grande esperto e appassionato dell’arte petroliniana, che ha apportato una ventata di freschezza al testo, pur mantenendosi radicalmente attaccato alla tradizionale e storica essenza del teatro di varietà e del repertorio petroliniano. Anche le musiche di Germano Mazzocchetti ben si intersecano con il clima del teatro dello spettacolo leggero del tempo, fino all’assimilazione.Si inscenano qui le vicende del grande Gastone, fuoriclasse del Varietà, nonché aspirante attore del cinema appena nato. Gastone è un primattore ammaliante e seducente ma terribilmente spiantato, vive e lavora costruendo e distruggendo varie compagnie teatrali, cavandosela alla meglio grazie alla sua personalità di originale avventuriero. Il personaggio di Gastone è stato inventato dal grande Ettore Petrolini (1886-1936), autore e attore, considerato il massimo esponente di quelle forme di spettacolo quali il teatro di varietà o l’avanspettacolo. Petrolini inizia la sua carriera nei primi del Novecento, nei cafè chantant di Roma. Studia le tecniche dei comici napoletani e porta in scena una canzonatoria derisione del decadentisto dannunziano, la sua verve farsesca e sarcastica hanno successo ovunque tanto che nel giro di pochi anni Petrolini diviene una star internazionale e lavora sia in Europa (Milano, Parigi, Londra) sia nel Sud America. Ci vuole grande esperienza quindi, nel portare in scena un personaggio come Gastone, un vero commediante, inteso nel significato cialtronesco del termine, nelle cui vesti si sono trovati alcuni mattatori del teatro italiano come Fiorenzo Fiorentini e Gigi Proietti. Questa volta tocca a Massimo Venturiello indossare il suo frac, cilindro e guanti bianchi. Venturiello ci ha abituati a ruoli drammatici e comici, tutti portati in scena, o in tv, o al cinema, con eguale bravura, per cui misurarsi con il ruolo di Gastone è per lui quasi una tranquilla “passeggiata”. Divertente e assolutamente forte la sua presenza scenica, straordinaria la sua regia, Venturiello ha professionalmente fatto esplodere la bravura di Tosca non solo come cantante ma anche come attrice. A Tosca sono toccati i panni di Lucia, soubrette scoperta dal suo Pigmalione-Gastone, che la trasforma da ingenua e sognante popolana, nella grande soubrette di belle speranze, dal nome esotico Lucienne d’Antibes. Da qui si sprigiona tutto un mondo fatto di pochi soldi e molte speranze, un mondo fatto di furbizie per saldare il conto del bar e per pagare la tenutaria della pensione dove alloggia e prova lo spettacolo, un considerevole gruppo di artisti (che ballano, cantano, recitano e litigano tra di loro). E’ il mondo fintodorato del “Varietà”, di attori che spesso non riescono a mangiare, di compagnie sconclusionate, che portano in scena belle gambe, canzoni allegre, maghi improbabili e battutacce spinte. E’ il mondo che fa sognare una semplicissima ragazza come Lucia, dalla voce straordinaria, che viene scoperta e lanciata dall’istrione Gastone, speranzoso anche lui in un futuro professionale migliore. Tra prove, canzoni, amori e discussioni, la compagnia mette in scena uno spettacolo. Finalmente arriva un contratto ma non a Roma o a Milano bensì in un teatro piccolo di Bitonto, (paradossale ma vero, proprio il teatro Umberto I di Bitonto -chiamato Tommaso Traetta- perché l’autore Nicola Fano, che ha operato l’adattamento teatrale è originario della zona). Insomma va in scena lo spettacolo con abiti scintillanti, ballerine formose (come erano appunto le ballerine di quegli anni) belle voci e battute a doppio senso. Ma il destino è beffardo come una battuta d’avanspettacolo, così la bella e brava Lucia-Lucienne viene scritturata in una grande compagnia e deve abbandonare Gastone ed il suo scalcinato gruppo, proprio mentre il successo si palesa nel teatrino di Bitonto. La speranza di trionfo per Gastone diventa solo un miraggio, ma lui con i suoi occhi truccati e sempre languidi continua ad ammaliare ed autoammaliarsi, con la sua personalità gigionesca....sempre. Massimo Venturiello ha portato magistralmente in scena l’espressione comica, proprio perché eccessivamente amara, del clima teatrale di varietà e del suo tempo, fatto di povertà, di artisti che indossavano abiti luccicanti e si davano al pubblico, mentre speravano di poter finalmente pagare i debiti, speravano nel successo per poter uscire da quella condizione di miseria e di fame, colorata da lustrini e paillettes. In definitiva: straordinario l’intero cast, assimilato dalle peculiarità del teatro di rivista, Tosca sempre più brava, Massimo Venturiello si conferma icona petroliniana.
Deborah Brivitello

domenica 11 febbraio 2007

Nessuno è solo con Tiziano Ferro


Ed eccolo Tiziano Ferro dopo tre anni di silenzio, (ma non troppo, perché alla radio si ascoltano piacevolmente le sue canzoni tratti dai suoi primi CD “Rosso relativo” e “111”), con il suo nuovo album “Nessuno è solo” che ha dato il via al tour iniziato ad Ancona e che ieri è approdato ad Andria.Puntuale come un orologio svizzero il concerto è iniziato allo scoccare delle ore 21.00 lasciando impreparati i soliti ritardatari.Il palco una metafora della solitudine di chi si crede solo o abbandonato, anche se circondato da gente, tutto dipende dal proprio stato d’animo, perché in un certo momento della propria vita c’è chi vuole restare solo per metabolizzare un dolore o un abbandono o chi non riesce a vedere attorno a lui persone che possono aiutarlo, poiché nessuno è solo se non vuole restare solo.Ed è questo il messaggio che l’artista in più riprese ha voluto inviare al suo pubblico, un messaggio di speranza , ognuno può trovare in ben 11 motivi, quanti sono le tracce di questo CD.Schermi velati circondano il palcoscenico dove all’interno trovano posto la sua band, la coppia di ballerini che hanno accompagnato con danze alcuni brani e Tiziano, mentre sulla loro superficie trasparente scorrono delle immagini.Per il primo brano “La tarantola d’Africa” grandi occhi sembrano guardarci e ci esaminano con attenzione, come per l’appunto sembrerebbe faccia la tarantola nella sua scatola di plexiglas, sembra domandarsi se è stata messa lì per essere protetta dall’uomo o difendere l’uomo dal suo veleno, ma quale sia la risposta è bene sopravvivere.Cambiano le immagini e scorrono quelle di una nevicata, dando l’impressione che tutto il palcoscenico sia una palla di vetro che se si scuote si vede scendere la neve, il tutto per cantare “Ti scatterò una foto”. Anche in questa canzone si conferma il dolore e la paura dell’abbandono una preoccupazione tale da fargli scattare una foto per fissare i ricordi prima che possono svanire come neve al sole.Abbandono e ricordi fanno eco anche nella canzone “E fuori è buio” che evidenziano come può far male la mancanza di un sorriso, e se si è soli il buio non è solo fuori dalla nostra porta ma anche nei nostri cuori.Così la memoria, “la sola memoria per la stessa storia” si frammenta ad arte nelle altre dieci canzoni con frequenti inserimenti di archi e qualche sorpresa come "Baciano le donne "in duetto con Biagio Antonacci.Tiziano Ferro ha ringraziato tutti i presenti perché non da poco era già stato ad Andria assieme a Gianni Morandi e non si aspettava di vedere un’affluenza e partecipazione di pubblico così consistente che senza sosta ha cantato a squarciagola tutte le sue canzoni sostenendolo ed incoraggiandolo anche se ha avuto momenti di cedimento vocale a causa dell’influenza che da alcuni giorni lo assilla.E come a dimostrare l’inattendibile eccolo cantare con tutta la sua voce “E Raffaella è mia” dove non si è risparmiato coinvolgendo tutto il pubblico non solo a cantare ma a ballare con lui.Ma di questo ragazzo di Latina che nel giro di pochi anni è diventato una star nel campo internazionale, tutto si può dire tranne che non sia una voce.Una voce che ha reso più belli ed emozionanti i brani ascoltati dal vivo, con le nuove sonorità con atmosfere più elettroniche, con una spolverata di successione di suoni melodici, che sembra racchiudere come in un album di fotografie le esperienze di un lungo viaggio di tre anni, fatto attorno al mondo, che lo hanno maturato e questo stato di grazia lo si intravede con l’ultimo brano del CD “Mio fratello” che sembra catapultarlo in un nuovo modo di scrivere ed interpretare la musica e i testi. Lo spettacolo non poteva che concludersi con un bis con i brani che lo hanno reso celebre da “xdono” , “Rosso relativo” e “Stop! dimentica”
Anna deMarzo

sabato 10 febbraio 2007

10 11 12 febbraio - Bianco Casa Mediterranea & Exporegalo 2007


Biancheria casa - Intimo - Tessuti - Oggettistica - Complementi d'Arredo sabato 10 febbraio 2007 - lunedì 12 febbraio 2007 Fiera del Levante - BariPresso gli spazi espositivi della Fiera del Levante di Bari, nelle giornate del 10, 11 e 12 febbraio 2007, si svolgono Bianco Casa Mediterranea & Exporegalo, per la prima volta unite completamente, offrendo una vasta e completa panoramica sulla biancheria per la casa, l'intimo e la lingerie, affiancata dalla proposta di oggettistica d'arredamento e di idee regalo. Per l'occasione Bari si trasformerà nella capitale europea della moda casa, grazie alla presenza di un alto numero di imprese produttrici del tessile d'arredamento italiano, riconosciute a livello mondiale per qualità e stile. Gli operatori del settore potranno così vedere le anteprime riguardo l'arredamento e il tessile e potranno prendere ispirazione per la realizzazione del negozio ideale. Numerose sono inoltre le iniziative collaterali tra cui L'Isola dei Vetrinisti, gestita dal Team Vetrinisti pugliesi, che offre la dimostrazione dal vero delle tecniche più moderne d'allestimento e visual, una serie di corsi dimostrativi di tecniche di vendita e illustrazione dei tessuti d'arredamento e biancheria per la casa, tenuti da esperti e professionisti delle imprese e un concorso a premi rivolto a tutti i visitatori di Bianco Casa Mediterranea & Exporegalo.Riservato agli operatori del settore (commercianti ingrosso, dettaglio).Orari: sabato 10 e domenica 11 dalle 9.30 alle 19.30, lunedì 12 dalle 9.30 alle 17.00.

mercoledì 7 febbraio 2007

La musica vive con Accardo, Giuseppe Russo Rossi e l’Orchestra di Padova


Grande affluenza di pubblico ieri sera all’Auditorium della Guardia di Finanza per il concerto Evento della Camerata Musicale Barese: ospite il maestro Salvatore Accardo che ha diretto l’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto in un programma tutto classico dedicato a Mozart e a Beethoven. Il Maestro Accardo ha indossato la doppia veste di direttore e di solista. Il fiore all’occhiello della serata è stata senz’altro la Sinfonia Concertante in mi bem. maggiore K. 364 (1779) per violino, viola ed orchestra di W.A. Mozart. Il violista che ha affiancato Accardo è un giovanissimo promettente talento barese: Giuseppe Russo-Rossi. Incominciare a soli 23 anni una carriera al fianco di una personalità musicale come quella di Accardo è quanto dire.Di altissimo livello artistico tutti i componenti della serata, l’Orchestra di Padova e del Veneto è ed è stata una tra le migliori orchestre in Italia i direi d’Europa. Gli strumentisti che ne fanno parte sono fior di musicisti; non dimentichiamo le esecuzioni beethoveniane del gruppo diretto dal grande Peter Maag che continuano ad essere trasmesse sulle emittenti radiofoniche. Peter Maag è uno dei nomi che compongono la rosa dei celebri nomi che si sono avvicendati alla guida dell’orchestra. Colpisce la fusione del suono: compatto, sempre amalgamato sia tra gli archi che tra gli archi ed i fiati.Salvatore Accardo e Giuseppe Russo Rossi sono entrati sul palcoscenico con una grande serenità trasmessa anche musicalmente. I tempi scelti per la Sinfonia non sono stati troppo veloci, più tranquilli rispetto alle altre esecuzioni. Credo che la scelta sia stata quella di mettere in evidenza tutti i portamenti mozartiani che gli strumenti ad arco possono valorizzare. Colpisce la professionalità del giovane violista che sembra essere nato su un palcoscenico: affronta il pubblico senza il minimo timore, con grande sicurezza ed agio.Ciò che colpisce di Giuseppe è la maturità tecnica e musicale: dal punto di vista strumentale la maturità gli consente di affrontare le difficoltà tecnichecon facilità grazie ad una ottima padronanza della mano sinistra; dal punto di vista musicale la maturità gli consente di suonare a 23 anni come se ne avesse 40, da artista consumato. Il nostro più caloroso augurio a questo giovane barese che farà certamente parlare di sè.Ammirevole la figura di Salvatore Accardo che ha voluto con sè Giuseppe Russo Rossi e l’Orchestra di Padova e del Veneto per questa lunga tourneè che si svolge nelle principali città italiane: una personalità artistica del suo livello che si mette al servizio della musica, che promuove i giovani musicisti e dà il braccio ad una storica orchestra. Lo Stradivari di Salvatore Accardo ha fatto cantare le note della famosa Romanza in fa magg. per violino ed orchestra op. 50, raggiungendo attimi di grande cantabilità e commozione e mostrando quelle che sono le eccezionali qualità di questo artista, controllo perfetto dell’intonazione, controllo saldo dei nervi. Lo stesso Accardo racconta di essere stato già un violinista, probabilmente in una vita precedente. A 4 anni suonava il concerto di Beethoven per violino e orchestra per grazia divina ricevuta, come se qualcun’altro dentro di sè lo stesse suonando al suo posto. Speriamo che nel futuro continuino a nascere queste personalità per il mondo, per gli uomini e per la musica.
Viviana Velardi

domenica 4 febbraio 2007

Ecco mi presento sono Lory del Santo


Anche se il primo vero freddo ha fatto capolino a Bari, invitando i baresi a non uscire per l’ abitudinaria passeggiata domenicale, (lo si poteva constatare per le vie quasi deserte), non così sparuta è stata la presenza di curiosi o interessati presso la libreria Feltrinelli, oggi 4 febbraio, i quali hanno voluto incontrare Lory Del Santo che si presentava non come sex simbol o indiscussa vincitrice dell’Isola dei Famosi, ma nell’insolita veste di scrittrice.Lory del Santo presenta “Piacere è una sfida. Io e me stessa: autobiografia dei miei pensieri” (Sperling & Kupfer).E’ stata una vera rivelazione ascoltarla, perché non è intervenuta con microscopiche “perle di saggezza” tutte made Lory Del santo, come accade nelle trasmissioni a cui partecipa come ospite, ma ha parlato a ruota libera spiegando e motivando perché ha scritto questo libro.Curiosa è stata la sua entrata in libreria, forse meravigliata e quasi commossa dall’affluenza di pubblico, e non si aspettava che la Feltrinelli di Bari fosse più bella di quella di Milano.L’incontro con la neo scrittrice è stato condotto da Fabio Salvatore e come prima domanda ha fatto notare come questo non sembra un libro autobiografico, nel modo come di solito lo si intende, anzi appare difficile catalogarlo.Così Lory ha spiegato “ho voluto essere originale e non è cosa facile perché per essere originali bisogna essere coraggiosi e chi mi conosce sa fino a che punto posso essere coraggiosa. In questo libro non mi sono risparmiata per niente e l’ho scritto con la consapevolezza che non potevo tornare indietro e quindi non potevo avere rimpianti. Mi piaccio solo quando sono onesta e poiché questo libro doveva piacere in prima persona a me non potevo fare altrimenti”.Il libro è un concentrato di pensieri e ricordi che non trovano spazio, tempo e nomi. Infatti è stata voluta la scelta di parlare non citando mai i nomi di personaggi noti o meno noti che hanno fatto parte della sua vita, in quanto ha cercato di cogliere la loro essenza, non specificando mai il luogo dove è accaduto un dato episodio della sua vita, perché il posto è relativo come anche il tempo, in quanto Lory non segue cronologicamente i fatti descritti.Il libro inizia con una dedica bellissima un dono (l’unico) ricevuto da Eric Clapton “Lady of Verona” il testo di una canzone ma senza alcun dubbio una dichiarazione d’amore che non è mai stata pubblicata su disco e recita: “Ciò che lei mi ha dato / Non lo avrei ricevuto da nessun altro / E ne farò tesoro fino alla morte”.L’incontro si è concluso con la domanda quale sarà la prossima sfida di Lory Del Santo e la soubrette la quale è riuscita nel suo intento, quello di allontanare lo stereotipo di donna svampita, ma di farsi conoscere come donna intelligente e ironica, risponde “tutto dipenderà da quanti leggeranno e ameranno questo libro, perchè non ho voluto scrivere tutto e come un thriller per sapere come andrà a finire occorrerà leggere il seguito”.
Anna DeMarzo

E’ permesso? Enrico Montesano ed il suo divertente -politically correct-.


E’ permesso? Enrico Montesano ed il suo divertente “politically correct”.In scena al Teatro Team di Bari dal giorno 1 al 4 febbraio un grande Enrico Montesano in “…È permesso?” Incontro non conforme per pubblico politicamente scorretto.Testi di Vaime, Montesano, Vianello, Gianotti.Scenografia di Uberto Bertacca, Costumi Stefano Rianda, Musiche Pino Perris, CoreografieManolo Casalino, con Roberta Albanesi, Pacifico Acciarino, Luigi Acciarino, EduardoAcciarino e con Mimmo Sessa (Piano), Rino Grimaldi (Tromba), Valerio Antognelli(Sax), Alberto Botta (Batteria), Giovanni Colaiacomo (Basso), Daniele De Salvo (Chitarra).Le ballerine: Erica Baldini, Valeria Brambilla, Daniela Frega, Debora BernardiniCollaborazione Artistica di Arturo Brachetti.E’ permesso? Gli autori esprimono ironicamente con questo titolo la sostanziale libertà di fare o dire quello che ci passa per la testa. “E’ permesso?” Chiede Enrico Montesano entrando in scena da un armadio! Gli applausi a scena aperta gli danno un’immediata risposta affermativa e si libera un’ inebriante clima comico, satirico come se ne vedono pochi oramai. Lo spettacolo è una mistura armoniosa di musica, semplici coreografie e monologhi esilaranti. Si parla di attualità, della società di ieri, di quella odierna e soprattutto di “politically correct”. L'espressione “politicamente corretto” (politically correct in inglese), indica l’uso di una terminologia diplomatica, completamente svuotata da termini minimamente discriminatori, priva di qualunque pregiudizio legato a caratteristiche di etnia, religione, handicap ed orientamento sessuale. Ma cosa è corretto dire in pubblico e cosa invece è scorretto? O meglio dov’è il limite tra il “politicamente corretto e scorretto? Su questo tema si sprigionano i testi recitati da un Enrico Montesano straordinariamente in forma. I temi, buggerano il “politically correct” e comprendono la sessualità con la frase “sono venuto a dichiarare la mia diversità: sono eterosessuale”, la politica “non sono né di sinistra, né di destra, né di centro, cos’è rimasto, sopra e sotto, sopra è troppo, allora diciamo che sono di sotto ‘va”! La satira di Montesano è pulita e libera da qualsiasi basso insulto, completamente diversa da quella che oggi ci propinano i comici di partito che riempiono i canali di tutte le televisioni, per questi ultimi è assolutamente lontana la vena comica e satirica reale, ma piuttosto dimostrano, o almeno credono, che per far ridere, basti raccontare una serie di stupidaggini ed insulti gratuiti sui politici dello schieramento contrario al loro. La comicità vera in tv o in teatro è ormai rarissima, Montesano con i suoi spettacoli ci regala una grande lezione di satira, vera e pulita. Anche se ci parla di correttezza politica noiosa, di buonismo imperante, assolutamente finto, ipocrita e dice di preferire il “cattivismo”. E’ una bugia, canzonatoria, ironica e molto tenera, i testi di Montesano sono assolutamente divertenti e non offensivi. Altri temi dei suoi monologhi toccano argomenti come le sue prime esperienze di lavoro nelle piazze, i primi provini e poi finalmente “la televisione”. Lunga ed esilarante la parte dedicata alla tv, criticando quella attuale per ricordare malinconicamente quella semplice ed efficace degli anni del bianco e nero. Una nostalgia dei tempi che furono, pervade l’intera platea, e colpisce non solo i coetanei di Montesano, ma anche i più giovani hanno riso di gusto.Più di due ore di spettacolo dove 4 ballerine-attrici vestite in abito sexy, rosso e scintillante, coloravano la scenografia, opaca, teatrale, a ricordare che il varietà non è morto, ma che realizzato con cura e misura è ancora capace di sorprendere. Le musiche sono state curate da 6 bravi musicisti che hanno suonato dal vivo, accompagnando le voci di quattro cantanti-attori (tre voci maschili ed una femminile). Le canzoni ben interpretate da Montesano e dai suoi artisti (alcune scritte per lo spettacolo, alcune riscritte in versione ironica) spaziavano da “Domenica è sempre domenica” ad una divertente versione dell’”Hully Gully”, diventata “Pensare Politycally”, e poi ancora “Bongo Bongo”, “La famiglia dei gobboni” finita con il tema musicale della “Famiglia Addams”, per accennare anche un omaggio a Giorgio Gaber con “Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra”, ed inoltre “Fox della luna” tratta dall’operetta “Il paese dei campanelli”, successivamente “Amorevole” di Nicola Arigliano, “E la pioggia che va” dei Rokes, “Ho in mente te” dell’Equipe 84, ed altre numerose canzoni che riempiono la memoria di tutti. Lo spettacolo offre al pubblico un divertente finale di teatro “interattivo”: tre versioni di una canzone con i testi scritti su un foglio che ogni spettatore ha trovato sulla propria poltrona, una cattivissima, una cattivella ed una stranamente ottimista. Dopo averle cantate tutte, Montesano propone al pubblico di scegliere, per alzata di mano, la canzone che segnerà il finale dello spettacolo, assolutamente divertente la sua interazione con la platea.. Non c’è verso, è straordinario, Enrico Montesano esprime al meglio in teatro la sua scioltezza comica, in tutte le situazioni, da vero mattatore.
Deborah Brivitello

venerdì 2 febbraio 2007

Mishelle di Sant'Oliva ovvero le debolezze umane


Emma Dante, autrice, attrice e regista palermitana propone al Teatro Kismet di Bari il suo ultimo lavoro “Mishelle di Sant’Oliva” con Giorgio Li Bassi e Francesco Giuda, spettacolo di grande successo che sta presentando in tutta Italia da oltre un anno.Sulla scena spoglia con solo due tendaggi provvisti di mantovana (simboli di due mondi e di due stanze dove i protagonisti si rifugiano per nascondersi dalle loro paure e vergogne) due sedie e una corda che termina con un cappio, fanno capolino Gaetano e Salvatore, rispettivamente padre e figlio, due uomini soli perché abbandonati da moglie e madre, personaggio assente nella loro vita ormai da otto anni ma sempre viva nei loro ricordi.Il padre come ogni giorno ama ricordare la moglie, la prima ballerina dell’Olympia di Parigi, donna bellissima dalla pelle liscia come seta e che lui piccolo siciliano riuscì a sposare e strappare da quel mondo per condurla a Palermo,fra l’invidia dei suoi concittadini.Ma l’etoile parigina non poteva vivere in quel mondo non suo e abbandona figlio e marito.Salvatore un figlio chiuso fra due dolori : quello di un corpo flaccido e obeso che la notte ama ricoprirlo con abiti femminili succinti per poi andare a prostituirsi a Sant’Oliva, e quello di farsi accettare ed amare dal padre, chiuso nel suo dolore e ricordo.Il padre ogni sera mentre il figlio si prepara per “andare a lavorare” tenta di suicidarsi salendo su una sedia e infila la testa nel cappio per sfuggire al dolore e alla solitudine. Ma come ogni sera il suo tentativo risulta vano.Il figlio, conosciuto in arte come Mishelle, il figlio della francese, ha sostituito la madre in tutto per tutto sia nella vita privata, in quanto accudisce il padre anche se da lui non è accettato, gli prepara da mangiare, lo coccola come fosse un bambino e sia nella vita pubblica perchè sua madre, la prima ballerina di Parigi era conosciuta in Sicilia come la “prima puttana di Palermo”.Quando Salvatore spara questa cruda verità sulla madre, il suo fantasma sembra svanire e annulla la distanza tra padre e figlio in un abbraccio caloroso.Ancora una volta Emma Dante ha portato in scena spezzoni di vita border line dove la sofferenza e l’angoscia sono i veri protagonisti.Lo spettacolo recitato in un dialetto palermitano molto stretto, non faceva intendere tutte le parole del dialogo ma lasciava spazio al senso e alle intenzioni che voleva trasmettere.
Anna deMarzo