PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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mercoledì 29 agosto 2007

Tutti 'pizzicati' ne 'La Notte della Taranta'


Con l’ormai famoso concertone del 25 agosto si è concluso il decimo anno de “ La Notte della Taranta” nel piazzale dell’ex Convento degli Agostiniani a Melpignano (Lecce), una manifestazione iniziata l’8 agosto e che in due settimane consecutive ha toccato come consuetudine i centri del Salento che fanno parte del territorio dell’enclave in lingua grika della Grecia Salentina.Un evento che ogni anno richiama sempre più turisti, per la maggior parte giovani, attirati come falene da una musica di origine antiche che ammalia e conquista ed è bello vederli danzare freneticamente per ore ed ore, lasciando libero spazio alla loro fantasia, sotto i suoni scalpitanti della pizzica.La Notte della Taranta vista la sua popolarità crescente ha aperto i suoi confini ospitando in questa edizione cantanti e musicisti del genere popolare, del bacino Mediterraneo, come le soliste bulgare Eva Quartet,appartenenti al famoso coro “Le Mystere des voix Bulgares”, il senegalese Badarà Seck, leader del gruppo musicale africano Penc e alcuni musicisti dell’Orchestra di Piazza Vittorio, proprio per affermare che la musica può solo avvicinare i popoli anche se hanno lingua e cultura differenti.A confermare questo concetto, quest’anno ha visto l’Orchestra “La Notte della Taranta” diretta dal Maestro pluristrumentarista Mauro Pagani, che ha collaborato con Fabrizio De Andrè, e che ama trarre le sue ispirazioni da vari generi musicali con una propensione verso la musica etnica di matrice araba, balcanica e medio-orienatale.L’evento clou del 25 agosto è un appuntamento che i salentini, ma anche gli amanti della musica popolare e tradizionale aspettano con entusiasmo, un festival della musica, della cultura, della tradizione che ogni anno avvicina molti giovani, e lo si è notato proprio dal primo gruppo che si è esibito sul mega palco di 200 mq. i T’Astericia (le Stelle), giovani di Melpignano, legati dall’amore della propria terra e delle sue tradizioni musicali.A seguire un nome noto del settore, Giovanni Avantaggiato, a cui è riconosciuto il merito di aver interessato e risvegliato in molti giovani l’interesse per questa musica popolare.A tramandare i suoni e la voce delle pizzica di Villa Castelli, piccolo centro che confina con la Murgia brindisina e le Gravine Ioniche è toccato a Mario Salvi e ai Cantori di Villa Castelli. Ritmi provenzali e millenari con le musiche dei Cantori di Carpino.Ma a rappresentare la pizzica non poteva mancare il mitico Uccio Aloisi, che anche quest’anno non ha deluso i suoi fan, uscendo puntualmente fuori scaletta e proponendo canzoni non in programma.Ospiti prestigiosi hanno completato il concertone : il napoletano Massimo Ranieri, ha prestato la sua voce per cantare canzoni note come “O guarracino” e “Damme nu ricciu” ed il musicista Morgan che con la sua voce e al suo pianoforte ha cantato e suonato assieme all’orchestra “Andra mu pai”.Molte le novità che hanno caratterizzato questa decima edizione, tutte positive, di negativo si può solo far notare che pochi erano i servizi igienici messi a disposizione alle migliaia di persone che vi hanno partecipato, pochi o inesistenti i cestini gettacarte e da un certo orario le strade erano coperte da immondizie di ogni genere.Ma “La Notte della Taranta” è uno di quei eventi che diventa difficileraccontare, perché bisogna esserci, occorre vivere questa notte magica per poter carpire le emozioni, capire il suo significato che non si limita solo a canti o a saltelli, ma è qualcosa che lega un territorio alle sue origini e alle sue tradizioni centenarie.Anche per chi si reca la prima volta e non conosce questi suoni, sarà “pizzicato” dalla musica e i suoi piedi e poi tutto il suo corpo involontariamente sarà trascinato in un ballo frenetico e coinvolgente.
Anna deMarzo

venerdì 24 agosto 2007

IRENE GRANDI ... non brucia ma conquista. Tanta musica e tantissima simpatia.


Ieri il violento acquazzone che si è abbattuto durante il pomeriggio a Bitonto, non è riuscito a spegnere il fuoco degli ammiratori di Irene Grandi che si è esibita in una insolita location, quella del cortile della Scuola elementare Fornarelli.E’ vero la serata dopo è stata gradevole e i fan puntuali si sono recati per assistere allo spettacolo, meno lo è stata lei. Irene è salita sul palco con un’ora e un quarto di ritardo, ma si è fatta subito perdonare con una esibizione che ha ammaliato tutti i presenti (pochini per la verità, forse perché nell’arco di poco tempo si è esibita in più località della provincia barese).Il concerto è iniziato alla “grande” con un frenetico “Bum Bum” per poi proseguire con “La tua ragazza sempre” (composta per lei da Vasco Rossi e Gaetano Curreri degli Stadio) dove ha ancheggiato e sculettato a suon di musica.Il concerto che sta proponendo in questo periodo è una raccolta delle sue canzoni più belle e ancora più ascoltate in radio, un regalo che Irene fa ai suoi fan per ricordare assieme a loro i momenti salienti della sua carriera, iniziata nel 1992 e che in quindici anni l’hanno vista rinnovarsi musicalmente passando dal rock al funcky , al jazz, pop, rap e hard rock con una versatilità che la caratterizza senza mai tralasciare la sua impronta italiana. Così da rockettara la possiamo ammirare in versione seducente mentre canta “Lasciala andare”, completamente distesa su un piano rialzato, tanto da ricordare la interpretazione sinuosa di Michelle Pfeiffer ne i “I favolosi Baker”.La sua vena poliedrica la si è ammirata tutta ieri sera perché con naturalezza da una versione romantica passa spigliatamente al funcky invitando tutti a ballare con lei (tanto di spazio ce n’era).Poi ha ringraziato tutti perché ha dichiarato : “ questa estate la mia ultima interpretazione è stata la numero uno in radio, la più ascoltata in Puglia” e così ci ha fatto ascoltare “Bruci la città” composto con Francesco Bianconi dei Baustelle , con il coro di tutti gli spettatori che l’hanno accompagnata.Dopo tanto ardore ha presentato il secondo inedito del doppio CD “Hist”, “La finestra” , scritta con Paolo Grassi, una canzone che esprime ottimismo e racconta l’anima solare di Irene, perché propone una finestra di speranza …in fin dei conti l’Universo non muore per un amore finito …Bello è stato ascoltare “Prima di partire per un lungo viaggio”, con un magnifico arrangiamento rock, molto apprezzato dal pubblico, che ha ancor di più valorizzato la canzone, grazie anche ai valenti musicisti che l’hanno accompagnata. Quattro musicisti che oltre a suonare hanno anche accennato passi di danza mentre eseguivano i brani, componendo assieme ad Irene una mini coreografia . La band che accompagna in questo tour estivo la Grandi è composta da : Alex Class al basso, Lele Leonardo alla chitarra. Maw Po alla batteria e Max Gallesi alle tastiere.Nella seconda parte del concerto smessi gli abiti da rockettara, Irene si è presentata sul palco con un abito da sera nero e corto e con una tuba ha presentato una canzone che esegue solo nei concerti e la si può trovare nascosta solo in rete per gli intenditori : “Tutte le parole”.Amante dell’informatica la cantante è stata la prima artista italiana a tenere un concerto su Second Life, il mondo virtuale della rete.Non sono mancate canzoni “Che vita è” , “Eccezionale” , “Verde Rosso e Blu” , “Sono come tu mi vuoi” ed altre ancora. La Cantante toscana non si è risparmiata e con questo tour ha eseguito un bilancio del suo vissuto artistico che è risultato tutto in attivo.
Anna deMarzo

mercoledì 22 agosto 2007

“Pezzi di parole”, “pezzi di vetro” e pezzi di memoria nel concerto di Francesco De Gregori.


Si è tenuto nella serata di ieri 21 agosto, a Bisceglie in provincia di Bari, un'altra tappa del tour estivo di Francesco De Gregori. Il concerto svoltosi presso l'Arena del mare è iniziato in ritardo di un'ora, con un numeroso “pubblico pagante” che ha atteso l'arrivo sul palcoscenico del cantautore e dei suoi accompagnatori. Molto pubblico è arrivato in ritardo e l'organizzazione ha così ritardato l'inizio dello spettacolo. Peccato per la trascuratezza elargita alla stampa, un plauso invece va al servizio d'ordine che ha lavorato con molti problemi logistici. Finalmente il concerto, ecco che arriva Francesco De Gregori, su un palco privo di scenografie, ma ricco della personalità artistica del protagonista e dei musicisti che lo accompagnano. Si presenta così a braccia aperte, quasi ad abbracciare il suo pubblico, un De Gregori in perfetta forma fisica e canora. Giacca scura, cappello chiaro, chitarra genuina e voce incorrotta, sono questi gli elementi che hanno emozionato la platea! Subito riscaldato dalla bellissima “Bambini venite parvulus” (1989), il pubblico di tutte le età e proveniente da molte parti d'Italia (vista l'affluenza turistica di Bisceglie), ha dimostrato un immediato entusiasmo e calore al cantautore romano. De Gregori è sulla cresta dell'onda dagli anni '70, da quando ha iniziato la carriera con i brani sognanti ed ermetici che l'hanno reso un maestro indiscusso della musica italiana d'autore, leggendarie anche le collaborazioni con nomi come Venditti, De Andrè, Dalla e Ron.Non ha mai smesso d'incantare ed anche di scontentare la critica ed il pubblico, dopotutto come ogni grande personaggio che si rispetti, De Gregori ha fatto incetta di una buona dose di biasimo quanta di lode e approvazione. Un salto nella memoria continua ad emozionare il pubblico, con i brani “Titanic” e “La leva calcistica della classe '68”, De Gregori approda nel 1982 riproponendo i 2 brani di successo contenuti nel disco (LP o cd) “Titanic”. Ancora un pezzo di memoria, con un balzo nel tempo (questa volta più recente) si arriva al 1996 con il brano “Compagni di viaggio”, per poi arrivare alla contemporaneità con “Mayday” dall'ultimo cd “Calypsos” uscito lo scorso anno.Nuovamente coro e suggestione del pubblico, le note di “Rimmel” hanno incantato i presenti. Il magnetismo di questo pezzo è avvincente.La platea canta con lui, ma non solo: tra un brano e l'altro le urla di approvazione tipo “Francesco sei grande” hanno pervaso l'intera serata. Il concerto è andato avanti ancora per molto, con continui balzi suggestivi nel tempo, con pezzi di memoria che si scomponevano e ricomponevano, in un' emozionante districarsi di parole - poesia e note che il maestro Francesco De Gregori ci regala da molti anni, con tutte le sue contraddizioni, con tutto il suo grande temperamento.
Deborah Brivitello

venerdì 17 agosto 2007

'SoundTrack'96 - 06', 10 anni con Elisa


Con un ritardo di 45 minuti, dovuto ad uno spettacolo pirotecnico che coincideva con l’inizio del suo concerto è salita sul palco allestito nel Fossato del Castello di Barletta, Elisa, una delle artiste più amate dal pubblico italiano, per presentare il suo “Tour Soundtrack ’96 - 06”, una raccolta di brani più rappresentativi che racchiudono i suoi dieci anni di carriera.Ebbene si, sono passati dieci anni dal suo debutto con l’album “Pipes&flower”, dove la piccola, timida e fragile cantante friulana, ma dalla voce inconfondibile e con una estensione vocale non indifferente, si è fatta conoscere nell’ambiente musicale e nonostante la sua giovane età il suo lavoro musicale è di tutto rispetto con ben 7 album pubblicati (per citarli tutti Lotus – Elisa – Asile’ Word – Then comes the sun – Pearl Days) e l’ultimo “Cartepillar” , la versione internazionale del “SoundTrack ’96-06” pronto per essere immesso sul mercato Europeo e Americano.Tornando allo spettacolo di ieri sera, la scenografia ha rispecchiato molto il carattere della cantante, amante dell’arte orientale. Infatti il palco era una metafora di un giardino giapponese.Fronde di alberi facevano da sfondo ad un palcoscenico, dove si respirava gusto e raffinatezza, nel frattempo i quindici musicisti e i due coristi, tutti rigorosamente vestiti di bianco, hanno trovato posto su pedane asimmetriche costruite con canne di bambù, mentre pietre bianche (tanto per restare in tema con il giardino Zen), sapientemente collocate, si illuminavano a suon di musica.Tre sedie etniche al centro del palco dove sono rimasti seduti per la maggior parte del tempo i coristi ed Elisa.Il gioco di luci ha completato a rendere l’atmosfera magica ed onirica.Uno spettacolo da guardare oltre che da ascoltare, quello presentato da Elisa, che ha fatto, come i precedenti concerti, il tutto esaurito, distinto in due parti. La prima più dolce e sognante, dove è rimasta sempre seduta, proponendo come prima canzone Stay, Gli ostacoli del cuore, (la parte cantata da Ligabue è stata interpretata dal pubblico), Broken, Eppure sentire (un senso di te). Da un concerto statico si è passato gradatamente ad uno in movimento, e lo si è capito quando Elisa e la corista (Nicole Pellicani), sedute sulla stessa sedia, una di spalle all’altra hanno iniziato a muoversi come se fossero una sola persona che si rifletteva davanti ad uno specchio e poi con la canzone “Heaven out of hell” il pubblico incitati dai musicisti hanno cantato a squarciagola, alzandosi in piedi per ballare e partecipare attivamente allo spettacolo.Così da un’atmosfera ovattata, si è passati ad una più rock e non si può far a meno di pensare come questa cantante musicalmente sia poliedrica.Dalla timida personalità evidenziata in concerto, l’unica cosa che riusciva a dire al pubblico al termine di ogni canzone è stato solo “Grazie”, all’anima rock che di colpo la rapisce e la fa saltare a suon di musica, proponendo così due Elisa quella romantica e quella rockettara.Si comprende bene che durante la sua carriera ha subito influenze culturali musicali che vanno dalla cantante islandese Bjork, ad Aretha Franklin, e per sua stessa ammissione piace muoversi e giocare con i vari generi musicali, perché la musica per essere amata deve essere sperimentata in tutta la sua totalità.Ed è con questa considerazione che questa straordinaria artista ha giocato ieri sera con la musica, interpretando magicamente le sue canzoni, permanendo attenta nella ricercatezza e raffinatezza musicale.
Anna deMarzo

sabato 11 agosto 2007

Ritmo e forti emozioni nell' Onda Tropicale di Fiorella Mannoia


Uno spettacolo di grandi emozioni, quello che Fiorella Mannoia, una delle voci italiane più sensuali ed originali di sempre , ha presentato ieri nel Fossato del Castello di Barletta, per la promozione del suo nuovo lavoro discografico “Onda Tropicale”.Concerto iniziato con circa mezz’ora di ritardo non dovuto all’artista ma ad un inizio di pioggia subito terminata ,non poteva essere altrimenti nella notte di San Lorenzo … quando cadono le stelle e si esprimono desideri.L’interesse per il Brasile, terra di forti contrasti, di malinconia e di allegria, di spiritualità ma anche di materialismo, ha spinto l’interprete romana ad incidere un disco che rende omaggio alla musica ”carioca”. “Onda Tropicale” è la realizzazione di un sogno che la Mannoia accarezzava da tempo, un disco dettato da una grande passione che risale a qualche anno fa dopo l’incontro con Chico Buarque De Hollanda di cui interpretò il brano “ Oh che sarà” tradotto in italiano e cantato con Ivano Fossati.Di qui le collaborazioni con altri importanti artisti brasiliani quali Jorge Ben Jor, Gilberto Gil e Caetano Veloso.Un viaggio all’interno di un universo sonoro che sembra appartenere all’anima musicale di Fiorella Mannoia, capace di affrontare con sensibilità e grandi doti interpretative il repertorio più vasto della poesia brasiliana. Con l’album “ Onda Tropicale”, contenente undici brani selezionati minuziosamente dal vasto repertorio brasiliano, ciascuno cantato a due voci insieme ad un grande artista del luogo, la Mannoia ha concretizzato la sua grande passione.Sul palco con lei ad accompagnarla nel lungo tour, l’immancabile Piero Fabrizi alle chitarre, ideatore del progetto discografico ma anche arrangiatore e produttore artistico dell’intero concerto, Elio Rivagli (batteria e percussioni), Luca Scarpa (pianoforte e tastiere), Dario Deidda (bassi elettrici, contrabbasso ed armonica), Diego Borotti(sax e flauti), Marco Brioschi (tromba e flicorno), Carlo Di Francesco (percussioni), Bruno Giorda:na (sax, fisarmonica e tastiere), Isabella Casucci e Roberta Granà (cori) .Prima canzone in scaletta è “Aguaplano”, brano di Paolo Conte, per poi proseguire con due brani del suo ultimo lavoro discografico : “ Cravo e Canela” di Milton Nascimento e “ 13 di Maggio 1988” di Caetano Veloso . Questa canzone fu scritta dall’artista brasiliano proprio per celebrare la ricorrenza della fine della schiavitù, condizione questa, come asserisce la Mannoia, non ancora debellata nel nostro paese, basti pensare alle condizioni disumane di molti lavoratori, costretti a lavorare nei campi di raccolta o nelle fabbriche, per salari poverissimi e senza alcuna tutela o ancora alle donna spesso vittime di soprusi.Alle “ donne in difficoltà” Fiorella Mannoia dedica “ Caterina e coraggio” , tra atmosfere latineggianti e venature jazz, per poi proseguire con “Senza Paura”, omaggio alla grande Ornella Vanoni. Il concerto prosegue in un crescendo di emozioni, tra bossanova, fiati r & blues e samba, con “Oh che sarà”, “ Panama” arrangiata in versione reggae ,” I treni a vapore” e la toccante e malinconica ” C’è tempo”, omaggio al grande cantautore e amico di sempre Ivano Fossati, a chiusura della prima parte del concerto.Si riprende poi, con altri due brani tratti dall’ ultimo album con ritmiche latineggianti e samba: “Kabula le le” nel quale si evocano certe atmosfere del carnevale bahiano e “ Mama Africa” di Chico César. Bellissima la versione di “ Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, cantautore anch’egli appassionato al mondo musicale brasiliano e di “ Canzoni e momenti”, il cui testo di Milton Nascimento, tradotto poi italiano, sembra esprimere al massimo il magico rapporto che si instaura tra i musicisti ed il pubblico durante le performance live.La dolcezza della voce della Mannoia, sembra trasportare l’ascoltatore in una dimensione surreale, la platea si scalda, a volte ballando sui ritmi caraibici, a volte duettando con la stessa Mannoia, acclamando ben tre bis nei quali l’artista romana renderà omaggio a tre grandi cantautori italiani, interpretando magistralmente “ Sally” (Vasco Rossi), “Il cielo d’Irlanda”(I.Fossati) e “Quello che le donne non dicono” (Enrico Ruggieri).
Claudia Mastrorilli

mercoledì 8 agosto 2007

Come sognare ... con il musical di 'Peter Pan'


Il tic e tac del Big Ben fa scorrere il suo tempo indietro e da il via ad uno spettacolo imperdibile per grandi e piccini che li porta nel fantastico mondo delle favole, quello concepito dalla mano creativa dello scrittore James Matthew Barrie.Inizia così il musical “Peter Pan”, lo spettacolo rivelazione della stagione teatrale 2007 che ha fatto tappa il 7 agosto nel Fossato del Castello di Barletta.Il sipario si apre e come d’incanto ci troviamo nella stanza da letto di Wendy e dei suoi fratellini. Una stanza particolarmente accurata in tutti i particolari , come lo sono tutte le scene : dalla nave dei pirati di Capitan Uncino, alla casa sotto l’albero dei Bambini Sperduti, e non vi è ombra di dubbio che la mano del bravissimo ed eclettico direttore artistico Arturo Brachetti, che ha curato le scenografie e gli effetti speciali, si sente e si vede, garantendo uno standard qualitativo molto elevato. L’ingresso di Peter Pan che entra volando ha veramente entusiasmato e sorpreso gli spettatori ed ammaliato i più piccoli che hanno gridato all’unisono un “Ohh !” di meraviglia.Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere è stato interpretato magistralmente da Manuel Frattini, reduce da un’altra interpretazione fiabesca “Pinocchio”.Manuel Frattini è Peter Pan, e Peter Pan è Manuel Frattini, sembra questo essere un binomio indissolubile, perché Manuel con le sue pose, i suoi movimenti, il suo volare ha fatto dimenticare il Peter Pan dell’immaginario collettivo legato al ricordo di Walt Disney o per ultimo a quello di Steven Spielberg.Frattini con la sua splendida voce ha coinvolto tutti i presenti a cantare con lui e come ha portato Wendy e i suoi fratellini sull’Isola Che Non C’è, ha condotto gli spettatori a volare con lui, nel magico mondo dove non si diventa grandi.E che dire di Capitan Uncino?Interpretato da Claudio Castrogiovanni, che nulla ha da invidiare all’interpretazione di Dustin Hoffaman, con i suoi tic legati al ricordo del suono dell’orologio e a quello del coccodrillo. Anzi la sua interpretazione sembra più vicina a quella di Johnny Depp nel personaggio di Jack Sparrow, un pirata sulle righe, che anche quando fa la parte del cattivo diverte chi lo vede.La dinamicità teatrale è impressionante i cambi di scena sembrano scivolare e lo spettatore è totalmente preso che sembra non accorgersene.Merito di tutti i protagonisti in scena come i bravissimi ballerini che hanno interpretato la ciurma di Capitan Uncino e quando hanno indossato gli abiti degli Indiani, hanno abbattuto la quarta parete teatrale entrando in platea coinvolgendo il pubblico, guidati dalle coreografie curate da Gillian Bruce e Chiara Valli.Brava Alice Mistioni nella parte di Wendy, ma anche tutti gli altri sono stati convincenti nei loro ruoli da Gio Tortorelli-Spugna, Angelo Di Figlia-John Darling e Loredana Fadda-Giglio Tigrato ed Elisa Epifanio, nel ruolo di Michael Darling.Senza dimenticare anche i personaggi che non hanno parlato dalla fatina Trilli, rappresentata da un raggio laser, che sembra essere viva tanto da riuscire a muovere gli oggetti, come aprire i tiretti e le finestre, e bere il veleno preparato da Capitan Uncino; alla dolcissima e voluminosa Nana, il cane tata della famiglia Darling, che si esprime guaendo.Peter Pan è soprattutto un musical che sotto l’attenta guida del regista Maurizio Colombi, ha affidato la parte musicale ai testi delle canzoni di Edoardo Bennato, prelevandone dal suo celebre concept-album “Sono solo canzonette” entusiasmando la platea e come fosse ad un concerto, ha cantato con gli attori battendo le mani a suon di musica le indimenticabili canzoni “Ogni favola è un gioco”, “L’isola che non c’è” e “Capitan Uncino”.Il pubblico ha sognato e si è alzato in piedi per lanciare il suo urlo di speranza “noi crediamo nelle fate” per salvare Trilli e grazie ai budget consegnati all’ingresso da una marca sponsorizzatrice (a forma di stella con luce incorporata), ha reso emozionante questo momento, poiché tutti l’hanno sollevato in segno di partecipazione, illuminando la platea come fosse un cielo stellato.E quando lo spettacolo sembrava giunto al termine, ecco dei voli di Peter Pan che raggiungono il centro del teatro destando un ennesima meraviglia.Standing ovation e applausi a scena aperta per più di 10 minuti e il pubblico dei bambini ma soprattutto quello adulto invece di raggiungere le uscite, si sono avvicinati al palco come se questo avanzare potesse far restare per sempre con loro i personaggi che per due ore li hanno fatto sognare.Hanno fatto sognare ma anche ricordare a noi adulti che siamo stati bambini e con il naso all’insù un po’ tutti abbiamo cercato la seconda stella a destra, perché questo è il cammino, poi la strada la trovi da te, come i pensieri felici per poter volare.
Anna deMarzo

mercoledì 1 agosto 2007

'La Finestra' il tour 2007 dei Negramaro


Nel fossato del Castello di Barletta, ieri sera si sono esibiti i “Negramaro” , il sestetto salentino che in questi ultimi anni, sembra essere la risposta del rock italiano. Sempre in radio con la loro canzone “Parlami d’amore” (sarà questo ritornello il tormentone dell’estate 2007?), singolo che ha anticipato l’album “La finestra”, molto orecchiabile ma dal testo banale anche se si deve ammettere che di fondo ha una buona base musicale, grazie anche alla voce carismatica di Giuliano Sangiorgi che riesce ad affascinare e rendere prestigiosa ogni nota ed ogni singola parola.I Negramaro : Giuliano Sangiorgi (voce, chitarre e pianoforte) - Emanuele Spedicato (chitarre) - Ermanno Carlà (basso) - Danilo Tasco (batteria) - Andrea Mariano (piano e Synth) - Andrea De Rocco (campionatore e organetto), si sono fatti conoscere al grande pubblico con la loro partecipazione a Sanremo 2005 con la canzone “Mentre tutto scorre”, motivo che assieme a “solo 3 minuti” sono state scelte dal regista Alessandro D’Alatri come traccia iniziale per il suo film “la febbre”, con Fabio Volo.Pochi anni sono passati dal loro debutto e veramente in poco tempo anche il loro sound iniziale, in origine puro rock, (lo si evidenzia dal loro primo album “Negramaro” del 2003) si è trasformato per essere più commerciale e quest’ultimo si è adagiato, tranne alcuni brani, al genere melodico, che poco si addice al mercato internazionale.Ma le canzoni piacciono e molti sono stati i giovani che ieri sera hanno riempito il fossato del Castello di Barletta, hanno cantato e ballato incitati dallo stesso Giuliano, che sul palco è un vero fenomeno ed è riuscito a trascinare il suo pubblico, con la sua voce e le sue movenze sinuose.Il brano di apertura è stato “La Distrazione” e ormai come di consueto a fare da cornice c’erano migliaia di luci di telefonini, che con le loro luci immortalavano il momento o registravano il pezzo.Non sono mancati i suoni arpeggianti di clavicembalo e gli assoli della band, con le loro chitarre elettriche.Sono seguite tutte le canzoni dell’ultimo CD, con un viaggio nel tempo anche verso gli altri album e un coro all’unisono si è alzato nel fossato quando il gruppo ha presentato “Parlami d’amore”, “solo3min” e “Nuvole e lenzuola” , in fin dei conti i giovani non chiedevano altro se non quello di cantare con i loro idoli.Gli appassionati di musica invece vorrebbero chiedere alla band un ritorno alle origini, più vicino a loro musicalmente, per essere veramente una “Finestra” che apre i suoi battenti sul rock italiano e non.
Anna deMarzo