PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

Powered By Blogger

lunedì 24 settembre 2007

BARI – Libreria Laterza: ‘Cacciatori nelle tenebre’ di Gianrico e Francesco Carofiglio


…L’ispettore Carmelo Tancredi (già incontrato nelle avventure di Guido Guerrieri) non è un poliziotto come gli altri. Si occupa di casi che procurano poca carriera e nessuna gloria. Cerca persone smarrite. Soprattutto ragazzi e bambini ingoiati da un mondo buio e popolato dai mostri. Un ricco imprenditore è stato brutalmente assassinato. Qualcosa, nell’ambiguo passato della vittima, spinge Tancredi e la sua squadra a condurre una frenetica indagine nel cuore oscuro della città….Questo e molto altro nel nuovo libro di Gianrico Carofiglio e di suo fratello Francesco.Nasce: ‘Cacciatori nelle tenebre’presentato, ieri 21 settembre, in anteprima nazionale nella libreria Laterza di Bari.Davanti ad un numero elevato di fans e di ormai molti appassionati alla narrazione di Carofiglio è stato sviscerato il lavoro che ha portato alla creazione di quest’opera.Conosciamo il nome di Gianrico Carofiglio sia per la sua carriera di procuratore antimafia a Bari e sia grazie alla sua bravura come narratore. Con il suo primo romanzo ‘Testimone inconsapevole’ esordisce nel 2002 inaugurando il filone ‘legal thriller’ italiano e il fortunato ciclo che ha come protagonista l’avvocato Guido Guerrieri: ‘Ad occhi chiusi’(2003) e ‘Ragionevoli dubbi’(2006). Ma forse i libro che l’ha portato al successo è ‘Il passato è una terra straniera’che gli ha fatto vincere il Premio Bancarella nel 2005.Ed eccolo,oggi, in una strana e particolare collaborazione con il fratello Francesco, architetto, regista e illustratore che in quest’opera ri-afferma le sue capacità di disegnatore.La novità sta proprio qui…infatti, il lettore si troverà davanti ad una letteratura disegnata…ad una graphic novel..o semplicemente ad un fumetto…insomma qualsiasi nome si voglia dare al libro si presenta come un perfetto connubio di disegni e dialoghi vignettistici costruiti via via dalla fantasia di Carofiglio.Ieri sera, il pubblico un po’ sorpreso e divertito da questa nuova proposta ha ascoltato gli allegri e ironici fratelli Carofiglio che moderati dal Dott. Laterza sono riusciti a spiegare e forse far già amare il loro lavoro.“Abbiamo preferito non identificare il libro come un fumetto – hanno affermato i Carofiglio- non tanto perché non lo sia, quanto piuttosto per non condizionare psicologicamente i lettori. Si è soliti, infatti, -continuano- associare la parola fumetto ad un opera dedicata ai ragazzi e con poco peso.”Questo almeno, ciò che accade in Italia, dove, purtroppo, il fumetto come tipologia di lettura non è molto venduta. Ma ecco ‘Cacciatori nelle tenebre’ (Editori Rizzoli) che esce in 35.000 copie in prima edizione..e allora dov’è il trucco?..Semplice: è un ‘libro’ scritto da uno scrittore che ha deciso di accompagnare le storie noir ai disegni del fratello. L’atmosfera scelta oscilla sempre tra i neri e i bianchi, il clima è sempre torbido, scuro e cupo ma non potrebbe essere altrimenti visto che il protagonista Tancredi comanda uno squadrone fantasma. E’ emozionante vedere Bari spuntare con i suoi luoghi caratteristici in ogni pagina del libro con questa nuova veste scura e ambigua.I personaggi, poi, sembrano essere degli stereotipi di poliziotto, di donna, ecc… ma tutti con una caratterizzazione individuale ed una ambiguità di base. Tancredi ama trovarsi in un mondo dove la regole sono totalmente violate ed è questo che l’autore Carofiglio, uomo invece di ‘ordine’, vuole sottolineare.Gianrico non ha paura di buttarsi in un esperimento del genere. “Le storie hanno valore in sé se sono buone storie –ha detto- questa graphic-novel è la trasposizione fantastica in un luogo che ha pareti familiari, quelle baresi appunto”.Si è a lungo parlato ieri sera e sorriso per il ‘coraggio’ che ha spinto Gianrico e Francesco in questo progetto...ma non sembra che ci si debba preoccupare visto la grande affluenza di persone presenti ieri e soprattutto il gran numero di fans che ha atteso impaziente di poter avere un autografo sul libro...letteratura disegnata...fumetto appena acquistato.
Luana Martino

sabato 22 settembre 2007

Bari - Notre Dame de Paris, il gobbo della cattedrale e la bella Esmeralda emozionano il pubblico.


Dopo l’enorme successo delle date romane è tornato in Puglia lo spettacolo con le musiche di Riccardo Cocciante, Testi di Luc Plamondon, versione italiana di Pasquale Panella, Regia di Gilles Maheu, Coreografie di Martino Müller, Scenografie di Christian Rätz, Costumi di Fred Sathal, Light Designer Alain Lortie, Arrangiamenti musicali di Iannick Top, Riccardo Cocciante, Serge Perathoner Suono Manu Guiot , che ha battuto ogni record: Notre Dame de Paris è tornato nel capoluogo pugliese nell’amatissima versione del primo cast storico. Si tratta dello spettacolo più applaudito del mondo che racconta tutta la poesia della storia di Quasimodo, il gobbo della cattedrale di Notre Dame e del suo amore impossibile e tragico per Esmeralda.Stiamo parlando di uno spettacolo che dal 2002 ad oggi oltre 2 milioni di spettatori hanno visionato in 49 tappe in tutta Italia, 631 repliche complessive con un grandioso allestimento. Si tratta di un musical del tutto inconsueto, un’opera musicale moderna che ha superato ogni aspettativa, un trionfo che dura nel tempo. “Lo spettacolo più applaudito in tutto il mondo!” E’ tornato a clamorosa richiesta manifestando tutto il suo splendore, in una Arena della Vittoria gremita di pubblico di ogni età, in particolare, con una notevole presenza di giovani. In una serata fredda e ventosa, inconsueta per il nostro clima di mezzo settembre, abbiamo rivissuto insieme agli attori, cantanti e ballerini protagonisti di una storia ricca di passioni dell’anima, le emozioni procurate dai grandi sentimenti che caratterizzano le storie d’amore senza età. Una marea di colori e di personaggi sulla scena, che hanno tenuto gli occhi degli spettatori incollati al palcoscenico intenti a seguirne i variegati movimenti. Spesso si è trattato di scene dentro la scena, il gioco di luci intenso e policromo con il solo cambiare dei colori è riuscito a proporre quasi idealmente un ambiente differente per ogni scena e per ogni passaggio di sentimenti ed emozioni nuove. Pur mantenendo la stessa configurazione stabile, per tutto lo spettacolo tranne che per l’avvicendarsi di simboli scenici in movimento, la scenografia è riuscita, su una parete a ricreare ambienti solo con “l’apertura di finestre”, con giochi di luce e con la maestria del corpo di ballo che ha saputo con il solo movimento del corpo perfettamente calibrato con le musiche e con le voci dei cantanti a diventare scena dentro la scena.L’autore ispiratosi al romanzo di Victor Hugo, narra la storia di Quasimodo, il campanaro gobbo della cattedrale di Notre Dame e del suo amore tanto impossibile quanto tragico per Esmeralda, la bella gitana. Un amore condannato dall'ingiustizia e dall'ipocrisia del mondo, su cui lo sfortunato protagonista trarrà le conclusioni e le sue considerazioni nell’ultima scena in monologo cantato di fronte ad un pubblico talmente compenetrato da cui Quasimodo sembra attendere una risposta. Purtroppo come spesso accade l’amore della protagonista viene diretto verso colui che non ama e non merita, in questo caso Febo, il bel capitano delle guardie del Re, a sua volta fidanzato di Fiordaliso. Il quale prima si finge innamorato ma poi per paura delle ripercussioni sociali e del perbenismo borghese, con l’inganno fa condannare Esmeralda a morte, accusandola di stregoneria per poter finalmente sposare la sua ricca fidanzata. Quasimodo, dopo aver assistito all'impiccagione della sua amata, resosi conto del tradimento di Febo e dell'arcidiacono, folle di rabbia, getta Frollo dalla torre. Così distrutto dal dolore, il gobbo conduce il corpo dell'amata alla fossa comune dove si lascerà morire al suo fianco. L’amore finisce così in una tragedia, le cui vittime divengono proprio coloro che hanno sinceramente amato.
Rosa Colombo

venerdì 21 settembre 2007

Bari - Riccardo Milani, Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi e Jasmine Trinca parlano del loro ultimo lavoro 'Piano, Solo'


Ieri sera a Bari l’anteprima del film di Riccardo Milani “Piano, Solo”, mentre nel pomeriggio sia il regista che gli interpreti principali, sono stati ospiti presso la libreria Feltrinelli per il primo appuntamento della stagione cinematografica di “Pellicole a confronto”.Kim Rossi Stuart, Paola Cortellesi e Jasmine Trinca hanno amabilmente chiacchierato con i tanti spettatori presenti, parlando del loro ultimo lavoro, mentre in separata sede, si sono concessi alla stampa e con tanta disponibilità hanno risposto alle molteplici domande a loro poste. - D. : Milani perché la scelta di Kim Rossi Stuart, per la vaga assomiglianza con Luca Flores o perché Kim ama impersonare personaggi dall’animo travagliato, quasi boderline?- R.: La scelta del personaggio è pura casualità assoluta. Secondo me non hanno niente in comune, se Kim sembra assomigliare a Luca forse perché ha saputo con professionalità cogliere la personalità complessa di Flores e quindi ha saputo tratteggiare il personaggio verosimilmente . Forse la sola cosa che li accomuna è la capacità di vivere nell’ombra e nello stesso tempo avere la capacità di essere persone straordinarie.- D. : Milani, lei è un regista legato al cinema italiano del surrealismo, nei suoi film si parla di lotta serrate degli operai, della Guerra del golfo, cosa è cambiato dalle prime sue pellicole ad oggi?- R.: A distanza di dieci anni c’è stato un vero e proprio cambiamento generazionale tutto in negativo: dal senso del distacco dal sociale al senso del distacco dalla politica. Così è difficile raccontare qualcosa di interessante con le opere cinematografiche. A questo punto preferisco puntare su vite straordinarie e travagliate , come quella del jazzista Luca Flores.- D.: Il film è tratto dal libro di Walter Veltroni “Il disco del mondo – Vita breve di Luca Flores”, è vero che per questo motivo non è stato accettato alla rassegna di Roma e ha avuto difficoltà ad essere accredito a quella di Torino?- R.: Non lo so, ma questi sono problemi della produzione e sono loro che li devono risolvere.- D.: Il film è tratto dal libro di Veltroni ma è stato supportato anche da altro?- R.: Si dalla famiglia del musicista che è stata in costante contatto. E’ stato un riferimento continuo e durante le riprese sono venuti molte volte sul set.- D.: Kim, la personalità di Luca l’hai costruita assieme ai suoi familiari?- R.: No, assolutamente, mi è stato più prezioso e più forte lavorare su materiale video, e su Luca ne esistono davvero molti. Ho così potuto guardarlo negli occhi e carpire la sua essenza come musicista e come persona leggendo le sue lettere che sono senz’altro più significative perché rivelano la vera personalità di un uomo, con le sue emozioni, i suoi batticuori e le sue paure. Lettere che Luca ha scrittto a suo padre, alle sue sorelle e alla sua fidanzata.- D.: Paola, ritorni a Bari, dopo aver presentato il tuo spettacolo “Gli ultimi saranno ultimi” dove con maestria rappresenti una girandola di personaggi con le loro caratteristiche e i loto tic, ti abbiamo visto in televisione nell’interpretazione di “Maria Montessori”, che progetti hai per il futuro?- - R.: Sto lavorando proprio con Riccardo Milani, per riscrivere per il cinema il mio ultimo spettacolo teatrale “Gli ultimi saranno ultimi”. Di materiale filmico ne abbiamo prelevato molto, raccogliendo le varie registrazioni nei vari teatri in cui è stato rappresentato.“Squadra vincente non si cambia” si potrebbe sottolineare per la combinazione che vedono lavorare ancora assieme Kim Rossi Stuart, Jasmine Trinca e Michele Placido (anche lui nel cast nella parte di Giovanni Flores, padre di Luca) che a distanza di due anni, nel 2005 hanno preso parte nel film “Romanzo Criminale” , ma anche questa sembra solo casualità.Il film è un opera cinematografica che parla di musica ma anche di malattia mentale, nel contempo è anche una storia d’amore che vuol essere normale ma non può esserlo per l’impossibilità di vivere una storia d’amore e il titolo di un brano di Luca sembra racchiuderlo in tutto il suo essere “How far can you fly”.
Anna deMarzo

lunedì 17 settembre 2007

Neffa col suo ultimo lavoro "Alla fine della notte"


E’ iniziato il 15 settembre per terminare con l’ultimo week end di settembre l’ormai famosa ed attesissima “Sagra della zampina” che si tiene da oltre trenta edizioni a Sammichele di Bari, festa per ricordare un po’ che l’estate è ormai passata e siamo pronti per far posto all’autunno, con i suoi colori e i suoi sapori.Ogni anno è una festa che richiama migliaia di persone provenienti dai paesi limitrofi che amano passeggiare nei vicoli del borgo antico fino alle mura del castello Caracciolo, inebriati dal profumo della carne alla brace.Ed è proprio questa la caratteristica principale : tutte le viuzze del borgo antico si trasformano. Trovano posto tavoli di legno apparecchiati con tovaglie colorate, sistemati deliziosamente dalle macellerie locali, che per l’occasione allestiscono enormi braci lungo le strade per arrostire la “zampina” , un insaccato di carne mista avvolta in spirale, insaporita da aromi naturali, accompagnato da verdura ed insalata. Non mancano gli "ghïemmerïedde" (involtini di fegato e interiora, anch'essi cotti alla brace), e formaggi locali associati da buon vino rosso primitivo. Non a caso questa festa viene chiamata “la sagra della Zampina del Bocconcino e del Buon Vino”.Ma oltre al palato l’amministrazione locale ha voluto rendere più appetitosa questa festa, invitando ospiti che con la loro musica allietano e deliziano anche l’apparato uditivo.Ospite di ieri sera il cantate Neffa che ha presentato la sua ultima fatica discografica “Alla fine della notte” ma con una spruzzata di canzoni che lo hanno rese celebre in tutti questi anni.Il palco è stato allestito in fondo al viale Aldo Moro, uno de più lunghi corsi del paese dove hanno travato posto le migliaia di persone accorse per ascoltarlo.L’impatto visivo è stato impressionante ed anche lo stesso Neffa non ha potuto fare a meno di evidenziarlo e ringraziare tutte le persone presenti.Ha iniziato il suo concerto con una delle sue canzoni più note e suonate in radio “Prima di andare via” per proseguire con “Blu” e “Lady” e man mano con tutti gli altri brani del suo ultimo CD.Ha scherzosamente dialogato con il pubblico e soprattutto con un bambino che conosceva e cantava a squarciagola tutte le sue canzoni.Neffa era accompagnato dai suoi musicisti che ha presentato di volta in volta da : Christian Lavoro alla chitarre e armonica, Alessandro Meroli al sax, Cesare Nolli al basso, Emilio Abano alle chitarre, Fabio Valdemarin alle tastiere, Paolo Muscovi alla batteria, Andrea Olivi al sax e flauto e Massimo Greco alla tromba e filicorno. Musicisti di grande talento ma anche bravi baritoni e tenori che l’hanno guidato nei cori.Sentir cantare Neffa è stato come ripercorrere un po’ tutto il genere musicale degli ultimi anni, dal punk al rap, dal funky al jazz , fino a raggiungere il pop con il suo ultimo lavoro, dal titolo “Alla fine della notte” che come dice lo stesso autore non si riferisce per indicare qualcosa che finisce anzi è un messaggio augurale perché col la notte che termina inizia il giorno, il momento del risveglio e della vita.Per lui questo lavoro non ha una vena di malinconia come si potrebbe scorgere nelle parole dei suoi testi : “ E’ meglio la delusione vera di una gioia finita … tu butti giù la mia malinconia di vivere e tutto sembra più possibile per me … preso dentro al buio che avanza, vieni tu a dare luce al mio giorno”, ma sono parole di speranza perché per ognuno di noi basta che qualcuno ci tenda una mano per risollevarsi.Applausi hanno accompagnato il cantante al termine di ogni sua performance.Sperando che le condizioni meteorologiche per il prossimo week end, siano favorevoli come lo sono state ieri sera, non possiamo perdere il secondo e ultimo appuntamento della “Sagra della zampina” che vedrà come ospite il cantante Ron.
Anna deMarzo

Bari - Poesia e rabbia nei piccoli capolavori di Francesco Guccini


“Eskimo” non solo un brano ma anche un indumento, adatto a ripararsi dal fastidioso vento forte e freddo che soffiava sull’Arena della Vittoria ieri sera a Bari durante l’atteso concerto di Francesco Guccini. Una temperatura invernale che ha sconvolto anche l’artista modenese che, dopo essere salito sul palco, ha ironizzato: “Ma la Puglia non era calda ? deve essere solo sfiga mia??”. Nel suo monologo iniziale c’è anche un momento toccante quando ricorda che lo stesso giorno (l’8 settembre) del 1943, è stata una giornata importante anche per Bari, la firma dell’armistizio. Poi Guccini con sarcasmo e ironia tocca anche temi sociali, politici e di attualità. Per chi conosce Guccini apprezza il suo modo delicato di raccontare la vita e il dolore, la sua naturalezza e la sua rabbia nelle sue canzoni di denuncia. Anche il suo modo di raccontare la politica è così poetico da non infastidire nessuno da qualunque parte politica siano schierati. Eppure Guccini è stato uno dei simbolo di quella generazione che voleva cambiare il mondo, ma la cosa più straordinaria è che continua ad essere un idolo anche per le nuove generazioni. Tanti, infatti, sono i giovani che frequentano i suoi concerti e tra gli oltre tremila presenti all’Arena molti arrivano da altre città pugliesi. Sfidando il freddo e il forte vento Guccini, accompagnato dai musicisti di valore come Ellade Bandini (batteria), Antonio Marangolo (sax), Vince Tempera (pianoforte e tastiere), Pierluigi Lingotti (basso), Roberto Manuzzi (sax, armonica, fisarmonica e tastiere) e Juan Carlos “Flaco” Biondini (chitarre), nel live barese regala un dolce sguardo sul passato, proponendo i grandi successi del passato. Guccini rivelare angoli di vita vissuta che si dipanano attraverso divertenti siparietti con Tempera e Biondini, racconta gustosi aneddoti alternati a straordinarie canzoni, capaci di regalare rare emozioni come solo i grandi poeti sanno fare. Un buon bicchiere di vino, “Devo cercare di tenerlo sempre pieno se no rischia di volare”, e la sua immancabile chitarra si parte con una delle sue migliori creazioni, “In morte di S.F.”, poi diventata “Canzone per un’amica”, in ricordo un una persona a lui molto cara scomparsa quarant’anni fa in un incidente stradale. Tra un sorso di vino e brevi monologhi scorrono i piccoli capolavori gucciniani,la poetica “L’isola non trovata” ,“Quello che non”, “Una canzone”, ma anche classici come “Noi non ci saremo, “Incontro”, “Vorrei”, “Il vecchio e il bambino”, “Canzone del bambino nel vento (Auschwitz)”, “Dio è morto”, testi di grande attualità.Il repertorio colto, ma anche popolare di Guccini, prosegue per due ore con una versione country di “Farewell”, “Signora Bovary”, Cirano e l’inedita “Su in collina”, dedicato ai partigiani, e l’immancabile “Eskimo”. Il finale è travolgente: una lunga versione de “La locomotiva”, canzone che scatena il pubblico presente.Fredda serata riscaldata dalla calda musica di un grande Francesco Guccini.

sabato 15 settembre 2007

Claudio Baglioni poesia e melodia in concerto


Oltre tremila persone hanno assistito nell’Anfiteatro di Ponente a Molfetta alle due serate di concerto di Claudio Baglioni.«Le due date molfettesi sono in esclusiva nazionale» ha spiegato il sindaco Azzollini. «Da marzo scorso fino a novembre prossimo l’unico concerto di Baglioni in Italia è proprio questo, del tutto inedito, ,per questi motivi un afflusso straordinario di spettatori di oltre 3 mila persone, parte delle quali stazionerà all’esterno dell’anfiteatro». Previsione confermata anche dal presidente della “Fondazione Maria Vincenzo Valente”: «Sono arrivati fan da Roma, Milano, Firenze e da altre zone d’Italia, oltre a un gruppo di sette persone provenienti direttamente dalla Germania solo per assistere al concerto di Claudio Baglioni».Le due serate sono state presentate da Antonio Stornatolo e Luisa Moscato. Parte del ricavato dei due concerti sarà devoluta in beneficenza a favore della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori e a favore di una Onlus tutta molfettese, “More Love”, che si occupa di assistenza e cura a favore dei bambini dell’Africa.E finalmente dopo le presentazioni di rito un fascio di luce illumina il palco ,l’unico e solo protagonista della serata fa il suo ingresso e con la chitarra intona “Strada Facendo” , le sue fan l’accolgono come un dio caduto dal cielo gridando a squarciagola il suo nome e osannandolo con affermazione “Bellissimo”.Claudio Baglioni è solo sul palco, un pianoforte, una tastiera elettrica e tre chitarre i suoi strumenti dove alternativamente suonerà le sue melodie che lui ama definire “serenate” immaginando qualcuno affacciato ad un balcone ad ascoltare e sognare .Canta “Solo” , “Nel sole,nel sale,nel sud” , “Quante volte” accompagnato dalle sue fan ,scherza con loro “ecco non si finisce una canzone che subito comincia la ricreazione !!! La fortuna di quando si sta sul palco è che non si sente niente o si fa finta di non sentire quello che dice il pubblico” ,le donne lo adorano e lo seguirebbero dovunque ,continua a suonare e cantare i suoi successi “Avrai” , “Fotografie” , “Io dal mare”.Si racconta e scherza con il pubblico , “ visto l’età mi hanno messo tre chitarre di colore diverso per distinguerle” , racconta che la madre in tenera età (quasi a trentacinque anni) gli ha fatto la prima lezione sul sesso , dopo un OHHHHH incredulo dichiara di essere autodidatta e riprende a suonare le sue poesie “Acqua della luna” , “Mai piu’ come te” , “Tutti in un abbraccio” accompagnato da un gioco manuale di luci a secondo le emozioni dei suoi brani.Un cielo stellato ,soffitto e splendida cornice della serata e un ottima acustica hanno accompagnato l’artista fino alla fine della serata dopo applausi e le immancabili richieste di bis ,tris e ancora di piu’, ancora musica con “Tutti Qui” , “Sabato pomeriggio” , “E tu ,tu come stai”.
Egidio Magnani