PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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venerdì 22 agosto 2008

Noci (Bari) - La nostra identità culturale e la storia dello spettacolo raccontata da Gigi Proietti in ‘Buonasera 2008’


Una grande presenza scenica, quella di Gigi Proietti, ieri sera a Noci in provincia di Bari.

Il popolare “maresciallo Rocca” è riuscito a portare al suo seguito oltre tremila persone. Un pubblico dalle caratteristiche variegate, che ha assistito ad uno spettacolo di varietà a tutti gli effetti, come se fosse un concerto di piazza.

Infatti oltre al pubblico posizionato in poltrona “seguendo la tradizione teatrale con tutti i crismi” numerosi sono stati gli spettatori, che in piedi,collocati ai bordi del perimetro ufficiale, sulle balconate limitrofe, con l’ausilio di maxi schermi hanno seguito con l’occhio vigile, per più di due ore, sul palcoscenico le battute, gli aneddoti, le canzoni e le divertenti performance proposte dallo show man Gigi Proietti.

Lo spettacolo, per una scarsa padronanza organizzativa, forse impreparata ad accogliere un così vasto numero di persone è iniziato con circa un’ora e mezza di ritardo. Buonasera 2008, proposto da Proietti ha avuto il suo incipit con un omaggio ad un grande del Teatro del ‘900, Eduardo De Filippo. Si è trattato di un atto unico (scelto ad introdurre lo spettacolo quale emblema del teatro d’autore) firmato dal grande commediografo partenopeo, che ha portato sulla scena un Proietti, poco conosciuto al grande pubblico, protagonista del tipico umorismo di Eduardo sempre tra il serio e il faceto.

E’ stata poi la volta der gelataro…. uno dei tanti personaggi complementari nell’ambito del teatro che fu; quando ancora i bambini si accontentavano di gelati, pop corn e prodotti nostrani, come mostaccioli e castagne secche. Proietti sceso fra il pubblico, ha ricordato i sapori e gli odori di una vecchia Roma che non c’è più e soprattutto i famosi strilli dei venditori ambulanti, che giungevano in bicicletta e lontani dall’era del consumismo riparavano ombrelli e piatti rotti e vendevano fiori. L’unico a sopravvivere fra questi, ma haimè! non più in bicicletta è l’arrotino che per pochi istanti ci riporta indietro nel tempo.

E’ la volta di “Qui sotto il cielo di Capri” con cui Gigi Proietti, indossando lo smoking, italianizzato in “fumando”, trasporta il pubblico presente nella magica atmosfera del varietà.
Il mitico avanspettacolo, che conduceva il pubblico lontano dalla quotidianità e lo catapultava magicamente in un mondo surreale, lontano dai problemi di tutti i giorni.

Era il tempo dello Swing, dei ritmi latino americani, del Merengue (oggi tornati alla ribalta), in cui si pronunciavano nomi esotici, come ad esempio Tequila, pensando fosse il nome di una misteriosa signora. Si ammiravano i mitici ballerini di Bolero, ironicamente parodiati da Proietti, sempre contraddistinto dalla sua singolare professionalità, che lo rende un artista completo, capace di spaziare dal Teatro d’autore alla canzonetta, mantenendo sempre viva l’attenzione del pubblico.

Quello di Proietti non è stato un tuffo nostalgico nel passato, ma soprattutto un voler raccontare la nostra storia dello spettacolo, un modo per non disperdere la nostra identità culturale.
E’ stata poi la volta dei ricordi legati al Teatro Brancaccio a Roma, alla scuola di teatro, all’ironizzare sui “trucchi del mestiere” con cui l’attore continuamente è costretto a convivere per conquistarsi il tanto sospirato applauso a scena aperta.

Insostituibile il ruolo apportato dall’Orchestra, dei boys accompagnati da una soubrette d’eccezione, Susanna Proietti.
Insomma il grande Gigi nazionale, ha inteso mettere a nudo il mestiere dell’attore, con carrettelle, vecchi trucchi della Commedia dell’Arte, satira di ogni tipo, senza dimenticare le canzoni popolari, quasi sempre tristi, in cui come diceva Proust alberga l’anima dei popoli.

…… Ma soprattutto una grande nostalgia per i sentimenti veri, punto di riferimento nel passato, da contrapporre purtroppo ad un bilancio negativo di questi ultimi nel nostro presente.
“Per questo amore è meglio non cantare …. perché non c’è” così recita dal palcoscenico Proietti, riguardo all’amore, considerato una volta baluardo di certezze.

Oltre a Susanna, ha affiancato sul palcoscenico Gigi Proietti, in questo grande omaggio al Teatro, anche la figlia Carlotta in veste di cantante. Si è trattato di uno spettacolo completo, che ha dato l’opportunità di apprezzare sul palcoscenico Proietti, nelle sue numerose sfaccettature, consacrandolo sicuramente fra i grandi dello Spettacolo italiano.

Maria Caravella

giovedì 14 agosto 2008

Barletta (Bari) - Il fenomeno Jovanotti travolge il pubblico di Barletta


Nuovo attesissimo appuntamento con la musica rock d’autore ieri sera a Barletta con il concerto di Lorenzo Cherubini, meglio noto come Jovanotti. L’evento ha richiamato un’immensa folla di fans raccolti nel Fossato del Castello che hanno dovuto attendere sino alle 22,00 per vedere salire sul palco il “profeta del pensiero positivo”. L’arrivo dell’artista è stato preceduto dalla proiezione in video di frasi ad effetto (le balene non hanno le corde vocali…i porcospini galleggiano…la prima vertebra cervicale si chiama Atlante, e così via…) e da un collegamento in tenda dove Jovanotti, qualche attimo prima del concerto, salutando e scusandosi del ritardo dovuto a problemi tecnici, ha infiammato la folla impaziente cantando la sua dolcissima «Bella».

L’impatto è stato travolgente: Lorenzo irrompe sul palcoscenico con una giacca ornata di lucine luminose, salta e balla, contagiando tutti i presenti che si son lasciati trasportare dall’energia pura dei ritmi e delle danze, dall’emozionante e magico viaggio musicale, tributargli tantissimi applausi

Il re della “rep” italiano festeggia quest’anno vent’anni di carriera con il SAFARI TOUR 2008 che segue all’uscita dell’omonimo album (il disco più pop della sua carriera) foriero di ampi consensi di pubblico e di critica. Recente è infatti il prestigioso riconoscimento alla splendida «Fango» (uno dei tre singoli estratti dall’album SAFARI) del premio Mogol alla scrittura musicale.

Il concerto parte con «Safari» che nella lingua swahili significa “viaggio”; quel viaggio che ha assunto nella vita e nella carriera dell’artista un’importanza primaria. L’album stesso incarna il tema del viaggio e racchiude musiche e suoni da tutto il mondo. Parla di terre lontane trasformando le emozioni nel linguaggio universale della musica, unico ed inimitabile nel suo genere.

Non mancano i messaggi impegnati come quando, sul megaschermo di 21 metri per 6, appaiono le indimenticabili immagini di Piazza Tienanmen o quando Lorenzo ci commenta l’immagine proiettata di una stella - la costellazione di Ercole - distante circa 22 mila anni luce da noi, esempio del concetto d’infinito che ” non riusciamo decifrare ma che è dentro ognuno di noi”!

Lorenzo è un cantante dal messaggio schietto e spoglio di sovrastrutture, mette se stesso in ciò che canta, i suoi dolori, le sue note battaglie per la difesa ed il rispetto delle popolazioni lontane meno fortunate delle nostre. Ma vuole anche regalare al pubblico semplicemente un sano divertimento
Con l’ultimo lavoro discografico Jovanotti abbandona un pò le vesti del guru e del profeta per indossare quelle che più si addicono ad un cantautore. La ricerca del sentimento profondo materializza l’amore in poesia regalandoci forse la sua più bella canzone d’amore: «A Te», cantata in coro da un pubblico in delirio e purtroppo recentemente coinvolta in un’accusa di plagio per la presunta somiglianza con la “A la primiera persona”dello spagnolo Alejando Sanz

Sul palco, oltre al mitico Saturnino, ci sono Riccardo Onori (chitarre), Franco Santarnecchi e Christian Rigano (tastiere) e una doppia batteria, con l'americano Mylious Johnson e l'anglogiamaicano Gareth Brown che si sono lanciati in un assolo mozzafiato che ha fatto andare in delirio in pubblico

I fans hanno assistito ad uno spettacolo live sorprendente di grande musica. A Jovi piace sperimentare ed ecco apparire sui volti di Lorenzo e del pubblico presente, a tratti durante tutto il concerto, una maschera tecno-tribale proiettata con un laser che li ha seguiti anche in movimento, grazie ad un software sofisticato

Per circa due ore jovanotti ha alternato nuovi brani dell’ultimo album ai suoi più grandi successi come «Penso positivo», «Una tribù che balla», «Tanto», «Falla girare», «L'ombelico del mondo», «Serenata Rep», ma anche «Dove ho visto te», «Temporale». Non è mancato il momento più intimistico con alcune ballad acustiche come le bellissime «Chissà se stai dormendo», «Morirò d'amore», «Ti sposerò», ecc.

Lorenzo è ormai un patrimonio della nostra musica, un artista amante della vita che è cresciuto in questi vent’anni regalandoci testi e sonorità sempre nuove su cui ballare e sognare. Un grazie sentito dunque a Jovanotti ed alla sua band per averci sorpreso con uno spettacolo travolgente ed appassionato e per averci offerto due ore di sano divertimento.

Angela Ronchi