venerdì 7 dicembre 2007
Bari - Un magico Lucio Dalla nel tour di 'Il contrario di me'
Dopo solo 10 mesi ritorna al Teatro Team di Bari il cantautore bolognese Lucio Dalla, con il suo tour “Il contrario di me”, titolo anche del suo ultimo lavoro, un Cd uscito oltre che nei negozi specializzati anche in tutte le edicole assieme al quotidiano La Repubblica.
La volta scorsa è stato accompagnato dall’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, un accompagnamento che ha esaltato le sue canzoni , mentre per questa performance è stato accompagnato dai suoi amici i bravissimi musicisti Bruno Mariano, che ha eseguito l’arrangiamento finale della canzone Henna e Ricki Portera alle chitarre, Roberto Costa al basso, il febbricitante Fabio Coppini alle tastiere, Gionata Colaprisca alla percussioni, il leccese Maurizio dei Lazzaretti alla batteria e dalla migliore cantante italiana di soul Iska Menarini che con la sua splendida voce ha accompagnato Dalla ed ha eseguito il brano musicale “Amore disperato” tratto da Tosca.
Ma oltre ai musicisti Lucio Dalla si è avvalso dall’accompagnamento dell’attore pugliese Marco Alemanno, già Arlecchino nell’ultima regia di Dalla al festival di Wexford in Irlanda, che ha proposto una recitazione dei brani in seguito eseguiti dal cantante, come “Henna” e “Io e la mia ombra” ed ha cantato, duettando con Lucio la canzone del nuovo album “I.N.R.I”. canzone che il cantautore ha cantato davanti al Papa.
Il concerto di ieri sera oltre a ripercorrere i suoi 40 anni di carriera musicale (portati davvero bene), Dalla ci ha regalato momenti e ricordi personali della sua gioventù facendoci anche partecipi come e in che modo e in che stato d’animo si trovava quando ha scritto determinate canzoni.
Un Dalla che ha divertito nel raccontare di come il Lunedì è un brutto giorno (stanno bene i barbieri, commenta ironico), per lui quando andava a scuola era il giorno del suicidio mancato, mentre il sabato era il giorno in cui si preparava a vivere nella sensualità.
In tono canzonatorio invita, visto che ci sono tanti partiti, a fondarne uno che abolisca il Lunedì, lui lo voterebbe subito e lo giura sui suoi …jeans.
Come si può ben capire il concerto è stato arricchito da monologhi del cantate a cui non sono mancate riflessioni, sul mondo che sembra rivolgersi solo ai sedicenni, (Sweet 16) considerandoli agnelli sacrificali della moda e del consumismo che li induce a rovinarsi per ottenere sempre di più e per non essere. Parla della sua canzone più dolorosa, che descrive una guerra che appare lontana da noi ma che dista solo pochi chilometri, quella della ex Jugoslavia.
Del suo rapporto con Dio, lui credente si rivolgerebbe al suo creatore a modo suo, chiedendogli perché alcune cose vanno in un determinato modo (Se io fossi un angelo).
Dopo Nuvolari e Ayrton ha scritto una canzone su Valentino Rossi, che ha conosciuto ad Urbino ed è rimasto piacevolmente impressionato dalla sua semplicità e genuinità (Due dita sotto il cielo), per indicare il segno di vittoria che Rossi fa quando arriva al traguardo.
Il secondo tempo dello spettacolo è stato ripercorrere le sue canzoni rimaste in modo indelebile nella nostra memoria come Futura – Canzone, piacevole è stato ascoltare un medley acustico con La Casa in riva al mare - 4 marzo 43 – Piazza grande.
Ma quello che ha più impressionato è stato come già dalle prime note di Caruso, nel teatro come d’incanto sia calato un religioso silenzio, da far venire i brividi. Nessuno a intonato nemmeno il ritornello, per non alterare l’ emozione che solo la voce di Dalla (più bella del solito) ha dato nell’interpretarla.
Due ore e mezzo di spettacolo ed intrattenimento seguiti dal bis e non potevano certo mancare L’anno che verrà e Attenti al lupo.
Anna deMarzo
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