PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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venerdì 23 maggio 2008

Bari - Inaugurazione del villaggio della creatività e del Kairos con la Biennale Puglia 2008


Un palco con decine e decine di delegati per rappresentare i 46 Stati che parteciperanno dal 22 al 31 maggio alla Fiera del Levante di Bari alla XIII Biennale Puglia 2008, biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo.

Così si e inaugurata ieri questa edizione che vede per l’appunto la Puglia , data la sua particolare collocazione geografica, una regione che da sempre fa da ponte di collegamento verso l’Oriente, basta guardare i suoi principali territori dove ben si amalgamo le culture greche – ortodosse, arabe, normanne, culture che non si sono mai sovrapposte ma che hanno lasciato un segno in questa regione, rendendola tollerante verso qualsiasi forma culturale.

La Puglia al Centro del Mediterraneo - asserisce l’assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli - vuole essere un laboratorio culturale, una sfida al dialogo interculturale e dell’integrazione, una sfida posta nelle intelligenze e nelle produzioni creative dei giovani d’Europa e del Mediterraneo.
Tra le tante iniziative anche una manifestazione degli artisti del popolo ROM.

Momento di grande emozione – prosegue Cosimo Lacirignola , presidente della Fiera del Levante – perché ho davanti a me la ‘mia fiera’, come l’ho sempre voluta. Trasformata, rinnovata, ristrutturata che ha eliminato quei stereotipi che hanno limitato in tanti anni la nostra Regione. Già con l’ultima fiera campionaria, con la manifestazione “e-venti di cambiamento” abbiamo dato modo a giovani artisti cinesi non ancora occidentalizzati, la possibilità di essere notati, e così è stato poiché sono stati i protagonisti di una mostra alla Permanente di Milano. Ma non posso omettere l’imminente creazione di un padiglione di 1200 mq. che sarà una vera e propria “Casa del Cinema”.
Sono fiero – prosegue Lacirignola- di rappresentare un momento di cultura e rappresentare i giovani in questo modo.

Nella cornice della Fiera del Levante – interviene Luigi Ratclif, presidente BJCEM - la Biennale Puglia 2008 è il risultato di un lavoro straordinario che ha visto le sinergie tra le Associazioni BJCEM, della Regione Puglia e delle istituzioni culturali.
Quando è stato annullata l’edizione prevista ad Alessandria d’Egitto è stata un’impresa veicolare l’evento con un solo anno di preavviso, verso un altro Paese. Un’impresa appassionante perché sono riuscito a portarla in Puglia, terra dove sono nato.

La diversità non è una parola che deve spaventare - sostiene l’ambasciatore della Slovenia, Andrej Capuder – la diversità creativa è fonte di rinnovamento.
Noi come popolo abbiamo popolo conosciuto la diversità intollerante.
Ma la ricerca del suo “io” profondo della sua identità ha fatto il modo che nell’arco di 15 anni, la Slovenia che era un problema con la Croazia oggi è alla presidenza dell’Unione Europea. Questa ricerca è il dovere supremo di ogni artista, ma di ogni uomo.

Unica regione a destinare un assessorato al Mediterraneo - rinforza l’ambasciatore di Tunisia a Roma, Montasser Ouaili – terra di accoglienza che ha contribuito ad una nascita dell’identità del Mediterraneo, e con questa immagine che la Tunisia pone il suo impegno in un area di pace condivisa che costituirà il più prezioso bene da consegnare alle giovani generazioni.

Credo che questo fermento che c’è in Puglia non può essere che positivo – asserisce Vincenzo Divella, presidente della Provincia di Bari – e finalmente la Fiera del Levante diversifica gli eventi e la città di Bari diventa il centro della Cultura mediterranea.

Parole che invitano alla coesione sono state anche dette da Irene Weidmann, in rappresentanza del Consiglio d’Europa.

A concludere l’inaugurazione, l’intervento del governatore della Puglia, Nichi Vendola : “C’è una parola chiave che abbiamo scelto, una parola greca “Kairos”, che significa il tempo in cui il cambiamento è possibile. Cambiamento che non avviene spontaneamente ma richiede l’unione del cuore , del dialogo e della conoscenza.
Qua non ci sono roghi che non siano i roghi dell’amicizia , i roghi che infiammano i cuori all’apertura mentale. La cultura serve se costruisce ponti, se c’è l’idea di unire il genere umano. Altrimenti lì incomincia la buia notte della cultura e del genere umano.
Ho scoperto la prima edizione della biennale – prosegue Vendola – quando si fece a Barcellona, una città che non rappresenta solo la Spagna ma è una città che identifica la libertà. Imparai molto e quella esperienza mi ha cambiato la vita.
Spero che l’esperienza pugliese lo sia anche per i giovani 700 artisti provenienti dai 46 paesi, e gli auguro di viverla come un seme buono, perché abbracciare la cultura nella diversità ci salverà. In fin dei conti il Mondo ha bisogno di essere rifencondato”.

Il momento del “Kairos ” prende così il via in Terra di Bari e una marea di giovai presenti applaudano con entusiasmo.
Sono gli stessi giovani che nella loro terra sono stati testimoni di tensioni nei loro Paesi e che vogliono costruire attraverso il “Kairos” un cambiamento interculturale.

Un cambiamento che deve risvegliare tutti i nostri sensi con l’udito, la vista, il tatto, l’olfatto ed il gusto attraverso la musica, le arti visive, il teatro, la letteratura ed anche perché no, attraverso l’arte culinaria, in fin dei conti attorno ad una tavola, le barriere create dall’uomo, le diverse lingue si annullano.

Anna deMarzo

mercoledì 21 maggio 2008

Bari – Luciano Ligabue ‘Elle Elle Tour 2008’ al nastro di partenza


Dopo due anni tornerà ad esibirsi il 12 luglio a Bari all’Arena delle Vittorie, il cantautore, regista e scrittore di Correggio, Luciano Ligabue.

Reduce da un tour europeo che lo ha visto esibirsi nel mese di aprile nella più importanti capitali e città da Madrid a Barcellona, da Amsterdam a Parigi, da Amburgo, Monaco a Berlino, da Zurigo per terminare nella poliedrica Londra, il cantante ‘ha ancora forza’, per cimentarsi ed avventurarsi nel tour estivo che lo vedrà esibirsi negli stadi italiani.
Il tour italiano denominato ‘Elle Elle Stadi 2008’ prenderà il via il 4 luglio da Milano per poi spostarsi a Firenze, Roma, Bari, Palermo e Cagliari .
Prima dei concerti Ligabue sta effettuando un giro di promozione per presentare il suo nuovo album ‘Secondo tempo’ che uscirà a maggio prossimo e che completa dopo ‘Primo tempo’ il suo ‘best of’ racchiudendo vent’anni di carriera.

Per questo motivo lo abbiamo intervistato alla conferenza stampa tenutasi presso l’Hotel Sheraton Nicolaus di Bari.

Anticipa le domande e subito spiega che questo concerto è uno spettacolo nuovo ed articolato ed è provvisto di una scenografia particolare. Scenografia che ha lo scopo di voler comunicare un messaggio forte, ma che non ha nessuna intenzione di spiegare per non rovinare la sorpresa.
Già in radio potete ascoltare ‘Il Centro del mondo’ primo singolo che anticipa l’uscita del mio CD e che contiene tre brani inediti tra cui ‘Il mio pensiero’ e ‘Ho ancora forza’. Tutti gli altri brani del mio passato sembrano nuovi all’ascolto grazie ai nuovi arrangiamenti effettuati da Ted Jensen.

D.: Cosa è cambiato in Ligabue in questi vent’anni?

R.: Sono cambiato umanamente ed anche musicalmente.
Tutti in un lasso di tempo più o meno breve cambiano. Adesso sono uno che si espone e si racconta di più anche relativamente alla parte sentimentale.

D.: E’ cambiato anche il tuo modo di scrivere ?

R.: Non riesco a capire come scrivo. So che scrivo e scrivo anche tante porcate che oggi posso permettermi anche di non pubblicare. Scrivere in questo momento è un gioco e non è un progetto perché non so cosa mediamente la gente vuole ascoltare, perché una canzona possa funzionare.

D.: Quando funziona una canzone?

R.: Funzionano quando hanno qualcosa da dire ma a volte può essere una melodia piacevole.

D.: Analizzando la situazione musicale si va un po’ a ritroso. C’è chi propone le sue canzoni passate e chi canta cover. Significa che è difficile trovare una novità o si vuole riscoprire il passato?

R.: Per quanto mi riguarda io ho tanto materiale e nei miei best of ho inserito un numero notevole di inediti .

D.: Hai progetti filmografici nel cassetto?

R.: Questi progetti hanno bisogno di tempo e come avete potuto vedere in questo momento sono così impegnato musicalmente.
Mi fa piacere e mi mette anche ansia quando la gente mi chiede quando proporrò un nuovo film. Ho girato due film perché avevo due storie importanti da raccontare, quando ne avrò un’altra non avrò dubbi, ma non dirigerò mai sotto copione.

D.: A Bari in questo momento vanno di moda le Tribute Band, cosa ne pensi?

R.: Mi diverte sapere che ci sono giovani che passano il tempo e si riuniscono per suonare e cantare davanti ad un pubblico e mi può fare solo piacere se cantano le mie canzoni.

D.: Primo e Secondo Tempo si può dire che fa riferimento sia alla terminologia calcistica che cinematografica.

R.: Lo sanno tutti che sono un tifoso calcistico e un amante dei film e che pertanto finito il secondo tempo termina sia la partita che un film. Nel mio caso può fare riferimento anche alla mia vita, adesso si vedrà come volterò pagina.

D.: A proposito di calcio come hai vissuto l’ultima partita dell’Inter con cui ha vinto lo scudetto?

R.: Non sono di natura scaramantico ma per l’Inter lo sono. In genere non guardo mai le partite importanti che la mia squadra deve giocare, perché soffro moltissimo. Pero domenica scorso ho voluto guardarla. Mi preparo alla partita con la parabola, mi accomodo e immediatamente scoppia un temporale. Abito a circa 20 km. da Parma ed ho pensato l’Inter gioca meglio su un terreno di acquitrino. Subito dopo salta la parabola, quando torna il segnale appare il risultato Roma – Catania 1 a 0. Potete immaginare come mi sono sentito, non seguirò più l’Inter perché non voglio soffrire.

Vent’anni sono passati dal suo primo lavoro musicale ma la sua musica sembra non essere invecchiata di un solo giorno e ‘certe notti’ è piacevole ascoltarla e lasciarsi andare …

Anna deMarzo

Bari - 'Oltre' la musica con Michael Nyman e la sua Band


La Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli si è arricchita ieri, nella location del Teatro Piccinni di Bari, gremito all’inverosimile, di un prestigioso appuntamento musicale : Michael Nyman accompagnato dalla sua band. Il compositore londinese, classe 1944, considerato come uno dei maestri indiscussi del minimalismo, la corrente musicale di Philip Glass, John Adams, Steve Reich e Wim Mertens, ha presentato alcuni dei suoi brani più celebri tratti dalle colonne sonore di cui è autore e che l’hanno reso famoso in tutto il mondo.

La Michael Nyman Band (Michael Nyman-pianoforte e direzione, Francesco D’Orazio-primo violino-, Gabrielle Lester-violino-, Catherine Thompson- violino-, Nicholas Barr- viola-, Anthony Hinnigan- violoncello-, David Roach- sax soprano/alto- Simon Haram- sax soprano/alto-, Andrew Findon- sax baritono-flauto- ottavino-, Nigel Gomm-tromba-, David Lee- corno francese- Nigel Barr- trombone e tuba-, Martin Elliott- basso elettrico-), nasce dall’orchestra che accompagnava Nyman durante l’esecuzione de “Il Campiello” di Carlo Goldoni sul palcoscenico del National Theatre nell’ottobre del 1976. Originariamente strutturata come una band che sapeva affiancare magistralmente strumenti musicali antichi come la ribeca e la cennamella ai più attuali come il sassofono ed il banjo, la cui finalità era quella di potenziarne il suono senza l’utilizzo di sistemi di amplificazione, successivamente divenne amplificata fino a raggiungere l’organico standard di un quartetto d’archi, tre sassofoni, trombone basso, chitarra basso e pianoforte.

Tromba e corno furono poi aggiunti progressivamente per particolari esibizioni live, così come le voci di Sarah Leonard (“Memorial”) o Hilary Summers (“The Diary of Anne Frank” e “Cycle of Disquitude”) . Sono circa le ventuno e venti quando il geniale compositore inglese in totale black look, affiancato dal numeroso ensemble, si presenta sul palco del Piccinni di Bari. Ad aprire il concerto in un cambio di programma , le struggenti note di “Molly”,”Eddie” e “Nadia” brani tratti dalla colonna sonora di “Wonderland” di Michael Winterbottom , a cui seguiranno alcuni temi tratti da “ The Libertine” (“The Mistress”, “Against Constancy”, “A Satire Against Reason”) di Laurence Dunmore.

A concludere la prima parte della performance, i brani “Wheelbarrow Walk”, “Fish Beach” e “Knowing the Ropes” tratti dalla celebre colonna sonora “Drowning by Numbers”(Giochi nell’acqua) di Peter Greenaway, complessa ed articolata, ispirata ad una serie di variazioni sulla sinfonia concertante di Mozart per ensemble di venti strumenti, a cui ne seguiranno altri tratti da “ Prospero’s books” (“ Prospero’s Curse”,”Yellow Sands”, “Mirando”).

La musica di Michael Nyman giunge lieve al cuore, disegnando melodie essenziali ma mai banali, sostenute da intrecci di archi che ne sostengono l’incedere ritmico mediante la ripetizione insistita di frasi elementari . In equilibrio tra classicismo e modernità, le composizioni rappresentano una sintesi perfetta di folk, minimalismo, sperimentalismo attraverso le quali il guru inglese sembra scarnificare all’essenza il processo armonico mediante una rarefazione progressiva del suono.

La seconda parte del concerto, si apre invece in una performance di solo piano con i brani “Big My secret”, “Silver Fingered Fling” e “The Heart Asks Pleasure First ” tratti dalla celebre colonna sonora “The Piano”(Lezioni di Piano della regista australiana Jane Campion) .
A conclusione, vera e propria “chicca”della tappa barese, Michael Nyman in prima assoluta nazionale propone “ Violin concerto nr.2” (violino solo) scritto per il barese Francesco D’Orazio .

Il pubblico entusiasta applaude in una prolungata standing ovation, il maestro appare visibilmente emozionato dinanzi ad una platea così numerosa, il concerto termina ma le note oniriche e malinconiche della “ decay music” di Michael Nyman sembrano riecheggiare nella memoria della coscienza di ognuno di noi.

Claudia Mastrorilli

venerdì 16 maggio 2008

Bari - Ron parla dei mille volti dell'amore con il suo ultimo lavoro 'Quando sarò capace di amare’


Eccolo di nuovo in pista dopo quattro anni di silenzio Ron, con il suo recente lavoro ‘Quando sarò capace di amare’ che prende il titolo da una delle canzoni meno note di un ‘poeta’ della musica nazionale che con il suo ultimo lavoro ‘Io non mi sento italiano’ (la dice lunga sul suo pensiero), il cantautore milanese, Giorgio Gaber.

Ron è in giro per l’Italia a promuovere il suo nuovo album e lo troviamo a Bari presso la libreria Feltrinelli, accompagnato dal musicista Andrea Pistilli, ed insieme al giornalista Francesco Costantini, si intrattiene a scambiare quattro chiacchiere con il pubblico presente.

“Il disco è uscito venerdì – dice Ron – e questi sono i primi riscontri che ho con il pubblico. Come ogni mia canzone anche in questo album parlo d’amore, l’amore visto sotto mille sfaccettature, trattandole con parole lievi ma che vogliono dire cose più gravi e importanti”.

D.: Cosa pensi della musica italiana?

Sembrava che Ron non aspettasse altro e come un fiume in piena parla della difficile situazione della musica italiana.

R.: “E’ complicato fare dischi e farlo sapere agli altri. Un po’ di anni fa c’erano le radio libere, con i dj che si recavano in studio con i dischi sotto braccio e trasmettevano quello che di solito non si conosceva in campo musicale.
Ora – prosegue Ron – con le grandi network , devono rendere conto a un business e pertanto fanno fatica a trasmettere canzoni che non sono radiofoniche, riservando l’ascolto musicale esclusivamente ad un target molto giovanile. In questo modo passano solo certe canzoni e soltanto certi cantanti e girando i vari canali delle radio si possono ascoltare sempre le stesse canzoni.
Una volta lo scopo delle radio era quello di trasmettere quello che la RAI non trasmetteva. Oggi si sono equiparati”.

D.: e la televisione?

R.: “E’ difficile andare anche in televisione – sostiene Ron - perché la musica non fa ascolto, anzi sembra che durante le interpretazioni dei cantanti calano gli ascolti”.

D.: Ma tutto questo è demoralizzante per i giovani che si avventurano in campo musicale

R.: “ Non vuol dire che questo lavoro non si debba fare. Al contrario io ho sempre la sensazione che questo lavoro mi renda libero. Occorre tutelare la musica e i musicisti italiani, esattamente come fa la Francia che trasmette per il 70% solo musica francese riservando il 30% a quella straniera”.

D.: Parliamo del tuo ultimo lavoro

R.: “Dopo quattro anni ho sentito l’esigenza di proporre un nuovo lavoro e non presentarmi con cofanetti su cofanetti. E’ un disco che parla d’amore, ma parlare d’amore non è come si può credere qualcosa di facile, perché occorre guardarsi negli occhi e dire esattamente quello che si prova nell'intimo".

Per spiegarsi meglio Ron la fa proponendo le canzone “Ladri” e “Occhi” con testi di Renzo Zenobi, un cantautore che Ron ammira per la sua facilità con cui scrive i vari sentimenti, forse perché ha tanto da dire.

D.: L’album contiene anche spunti particolari

R.: Ti riferisci al brano “Sigillo del tuo cuore” è liberamente ispirato al “Cantico dei Cantici”, una canzone che lascia profondamente storditi a chi l’ascolta e ti rendi conto che l’amore non puoi scambiarlo con nessun regalo.

D.: Hai un rapporto particolare con la Puglia

R.: “E’ vero, ho origini pugliesi, già lo si evince dal mio cognome Cellamare, un paese della provincia barese, perché mio nonno era di Trani, poi all’età di 14 anni si è trasferito al nord per vendere olio e vino.
In questa terra, non lo dico perché oggi mi trovo a Bari, ma c’è un’anima particolare”.

L’occasione per Ron per regalarci l’ascolto di una delle sue più belle canzoni “Anima”, con un nuovo arrangiamento musicale.

D.: Il tuoi prossimi lavori ti vedranno impegnati con un orchestra

R.: “Effettuerò 10 concerti, tra cui due in Puglia, con l’orchestra sinfonica Amedeo Modigliani, dove non trovano posto batteria e chitarre, ma il suono di archi, ottoni e pianoforte. E’ sicuramente una sfida cantare su questo tappeto volante, ma sicuramente un’esperienza che creerà emozioni”.

Conclude il suo intervento Ron, facendoci ascoltare altri due brani musicali “Nonostante Tutto”, che parla dell’esperienza crudele di un amore non corrisposto e la canzone che ha dato il nome al suo album “Quando sarò capace di amare”, un brano che gli è piovuto addosso per caso ma che l’ha sentito immediatamente suo, una vera gemma musicale.

Il nuovo lavoro di Ron contiene molti brani di cui si avvale di musicisti-amici, come Alex Britti che suona la chitarra in “Stella che non splende”, del magico clarinetto di Lucio Dalla in “Se vorrai” e la collaborazione nei versi oltre del già citato Renzo Zenobi, anche quello di Neffa.

Anna deMarzo

lunedì 5 maggio 2008

Bitritto (Bari) – Coinvolgenti e trascinanti Elio e le storie tese in ‘Studentessi tour 2008’


Dopo lo straordinario debutto come co-protagonisti del Dopofestival a SANREMO 2008, Elio e Le Storie Tese, capeggiati dal geniale frontman Stefano Belisari (in arte Elio), si sono tuffati nella tournèe promozionale del nuovo album, fitta di date – più di 40 - che terminerà a fine settembre.
In una serata dal sapore spiccatamente primaverile gli Elii hanno aperto il 4 maggio l’unica tappa pugliese del loro tour trovandosi di fronte un magnifico sold out, nel Palatour di Bitritto

Il nuovo album “Studentessi” – titolo ispirato da una frase di Cicciolina – è in commercio da fine febbraio, a distanza di 5 anni dal precedente “Cicciput”. E’ stato anticipato dal primo singolo "Parco Sempione" , immancabilmente inserito nella scaletta del concerto, in cui gli Elii affrontano il tema dell’invasione dei parchi (Parco Sempione) da parte dei suonatori di bonghi che, a parer loro, tutto sanno fare, tranne che suonare lo strumento. Inoltre vengono, nello stesso pezzo, violentemente apostrofate le alte sfere della Regione Lombardia ree di aver raso al suolo il Bosco di Gioia nel pieno centro di Milano, ignorando le pressanti e vivaci proteste dei cittadini.

Fra i due album un’intensissima attività live - una fra tutte quella condivisa con Claudio Bisio in “Coèsi se vi pare” -, tutta registrata e documentata dagli ormai famosi cd brulé, ovvero cd live registrati al momento, messi immediatamente su supporto ottico e venduti al termine di ogni concerto….insomma “cotti e mangiati”.

Il pubblico appassionato dei fedelissimi del Palatour non ha visto disattese le aspettative ed ha goduto di uno spettacolo pressoché perfetto di due ore, in cui il complessino ha eseguito, oltre a “Parco Sempione”, buona parte degli altri pezzi di “Studentessi” più la classica manciata di chicche come “Supergiovane”, “TVUMDB”, “Pube” “Tapparella” e “Figo”.

Con un album così diverso dai precedenti il live rappresentava un banco di prova importante, considerandone l’articolata complessità strumentale e ritmica che poteva rendere i brani non immediatamente fruibili dal pubblico Ma reinventarsi in chiave live è stato vincente per gli Elii che sul palco hanno presentato una formidabile formazione allargata di 10 elementi aggiungendo alla classica di voce (Elio), tastiere (Jantoman), pianola (Rocco Tanica), basso (Nicola Fasani in arte Faso), chitarra (Cesareo) e batteria (Christian Meyer), la splendida voce di Paola Folli, il sassofono di Daniele Comoglio e la tromba di Davide Ghidoni.

L’indiscussa padronanza della tecnica musicale, la capacità di affrontare tutti i generi musicali, di trascinare, coinvolgere e divertire il pubblico facendogli allo stesso tempo ascoltare ottima musica, sono caratteristiche che hanno fatto di Elio e Le Storie Tese un caso unico nel panorama musicale italiano

L’ultimo album vanta la collaborazione d’illustri nomi della musica e dello spettacolo: Claudio Baglioni, Giorgia (in Ignudi fra nudisti), Antonella Ruggiero (Plafone), Paola Cortellesi (in Suicidio a sorpresa) , Claudio Bisio (in La lega dell’amore), Irene Grandi e perfino Carla Fracci in veste di voce narrante. Parte dei brani (in Heavy Samba) è affidata alle cure musicali di Demo Morselli

Gli Elii hanno mostrato grande energia ed un’immutata ed indiscutibile capacità di coinvolgere il proprio pubblico. C’è chi s’interroga se il loro lavoro verta più sulla musica o sul cabaret. Le immancabili apparizioni di Mangoni (L’artista a sé), travestito da peperone in 'TVUMDB' o da un discutibile ballerino di lap dance, le battute d’intermezzo di Elio che, ironizza simpaticamente su ciò che è veramente elegante in un concerto, non mettono in discussione che sono stati i pezzi a farla da padrone questa sera ed a catalizzare l'attenzione del pubblico.

Gli Elii hanno chiuso il concerto con “Il Congresso delle Parti Molli” come secondo bis dopo il magnifico regalo della versione 'elica' de “Il Mio Amico”, successo sanremese della Tatangelo che è stato trasformato in un delirio esattamente come accaduto al Dopofestival di quest'anno.

Insomma Elio e Le Storie Tese riescono sempre a stupire e si riconfermano come uno dei migliori fenomeni live italiani, capaci d’interpretare ed analizzare i luoghi comuni, i vizi individuali e collettivi, d’incantare per bravura ma anche per ironia, micidiale sarcasmo e passione per il proprio lavoro. Sono ed amano di essere eccessivi; lo fanno con intelligenza, tanto da essere plausibili persino quando infilano senza soluzione di continuità rap, metal, hip-hop suonato, transfer style e opera lirica, con quello splendido “Figaro” immancabile in ogni loro live.

L’impressione complessiva è decisamente positiva per una band di quarantenni in giro da oltre quattro lustri, Li seguiremo nei prossimi venti anni e ne vedremo ancora delle belle…statene certi!!!

Angela Ronchi

sabato 3 maggio 2008

Molfetta (Bari) - L'incanto del 'Divenire' di Ludovico Einaudi


La magia delle note di Ludovico Einaudi, ha aperto ieri, al teatro Odeon di Molfetta, la prestigiosa rassegna “Concerti di Primavera”, organizzata dalla Fondazione Musicale Vincenzo Maria Valente, con il patrocinio del Comune e del Fai ( Fondo per l’Ambiente Italiano), a cui seguirà l’8 maggio il cantautore Fabio Concato, il pianista Danilo Rea (30 maggio) ed il clarinettista Eddie Daniels accompagnato dalla Jazz Studio Orchestra diretta dal maestro Paolo Lepore (7 giugno) .

Il concerto fa parte del tour internazionale che il celebre pianista torinese (nipote del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi e figlio dell’editore Giulio Einaudi), classe 1955, tra i più apprezzati di musica contemporanea in Europa, ha intrapreso con diversi live set a partire da febbraio di quest’anno, per presentare il suo ultimo album “Divenire”( pubblicato nel 2007 dall’etichetta britannica “Decca Records”) toccando diverse città europee ma anche Giappone ed India.

In un teatro gremito all’inverosimile, Ludovico Einaudi, sembra ben rappresentare la realtà musicale attuale, riuscendo ad imporsi con il suo pianismo lieve e malinconico, sul difficile mercato discografico. La sua musica riesce a catalizzare l’attenzione del pubblico più vario, dagli appassionati di musica elettronica e rock ai più raffinati cultori di musica classica e contemporanea, perché nelle sue composizioni si respira un ciclico fluire spazio-temporale attraverso il quale ben si intrecciano richiami al maestro di studi Luciano Berio, ma anche al padre del minimalismo Philip Glass, Michael Nyman, Steve Reich e Wim Mertens.

Ed è proprio il fluire inesorabile del tempo ad essere elemento comune dell’intero progetto discografico”Divenire”, nel quale i brani si susseguono come fossero le tappe di un viaggio, che è un po’ il percorso che l’uomo deve intraprendere alla ricerca del sé .
Un titolo importante per un album dalla lunga gestazione iniziata nel 2002 quando Einaudi fu invitato a scrivere una composizione da eseguire su un altipiano a 2000 metri, davanti alle Pale di San Martino al Festival “I suoni delle dolomiti” .

Fu infatti in quell’occasione che il compositore presentò in anteprima una suite per pianoforte, due arpe ed orchestra d’archi, ispirandosi al ciclo di tre quadri del pittore Segantini che, durante l’esecuzione, assunse una dimensione assolutamente unica dinanzi ad uno scenario naturalistico così spettacolare .”Divenire” fu il titolo scelto da Einaudi per quel brano, in cui il ciclo della natura nel suo alternarsi sembra ben rappresentare le “stagioni” della vita di ogni essere umano.

In forte ritardo sulla tabella di marcia (il concerto era previsto per le ore 20.30) precededuto da una breve recensione del giornalista e critico della Gazzetta del Mezzogiorno Ugo Sbisà, Ludovico Einaudi, occhi verdi e pochi capelli brizzolati in total black look, si presenta sul palco del Teatro Odeon, dinanzi all’immancabile pianoforte Steinway Gran Coda della collezione Fabbrini.

Soddisfatto per la grande affluenza del pubblico, Einaudi annuncia brevemente che il live sarà un summit delle sue composizioni più recenti e lontane, senza una scaletta ben precisa, all’interno del quale vi saranno anche momenti di pura improvvisazione.

Il concerto inizia, intorno alle ore 21.30, in silenzio assoluto le note del maestro risuonano all’interno del teatro, che sembra assumere ben presto la dimensione di un evento mistico e “sacrale”, fino a giungere direttamente all’anima dei presenti.
Ad aprire la performance i brani dell’ultimo progetto “Divenire”, da “Uno” alla title track, per poi proseguire con “Rose”, “Ascolta” e “Oltremare” .

Come in un film immaginario, il pianismo di Ludovico Einaudi caratterizzato da una ricerca assoluta del “valore delle note” in un sapiente gioco armonico alternato ad un ossessivo ripetersi delle frasi musicali, sembra condurre l’ascoltatore in una dimensione difficilmente definibile.

Il pubblico sembra particolarmente apprezzare ed applaude entusiasta ogni piccola pausa che il musicista sembra concedersi alla fine di ogni brano.
La musica di Einaudi è poesia in musica, è respiro, soffio vitale , ricerca personale ed intima dell’essenza più profonda dell’animo umano, è visibile trasporto verso una scarnificazione della materialità dell’essere.

Dopo un’ora e mezza il concerto termina, Ludovico Einaudi commosso saluta e ringrazia tutti gli organizzatori, concedendosi nuovamente al “suo” pubblico .

Ma la musica non termina qui, perché ognuno di noi ne ha fatta propria una parte ed ogni nota sembra riecheggiare nella memoria del cuore.

Claudia Mastrorilli

venerdì 2 maggio 2008

Laterza (Taranto) - Un momento musicale di grande emozione con gli Stadio


Prestigioso evento musicale ieri 1° maggio - “festa del lavoro” - con gli STADIO a Laterza (TA) presso lo Stadio Comunale “Madonna delle Grazie”.

L’amata band bolognese è partita col nuovo tour estivo “Platinum Tour 08” per festeggiare ..soffiando idealmente su 25 candeline…la loro lunga e prestigiosa carriera, celebrata già con la pubblicazione, lo scorso 9 novembre, del cofanetto di 3 cd “Platinum Collection” (Capitol/EMI). Una raccolta che racchiude le pagine più belle scritte e cantate dall’unica band italiana pop/rock d’autore.

La data pugliese è la prima della tournèe estiva 2008, preceduta dalla mitica “data 0” di Cerreto d’Esi (AN), appuntamento imperdibile per i fans più appassionati di tutta Italia, atteso all’inizio d’ogni tour, come una sorta di grande prova generale.

Davanti ad un palco mascherato da un telo nero sul quale, in sequenza si avvicendavano, l’una all’altra, le immagini delle scenografie più significative della storia della band, è giunta già dal tardo pomeriggio, una nutrita folla di circa 2.500 fans.

Sono le ore 21,15: tutto accade in pochi magici attimi…il telo scende, abbandonandosi sul prato…il palco si offre al pubblico illuminato da intensi fasci di luce…la musica riecheggia in tutto lo stadio…parte il concerto! La prima è “Ci sarà”, brano dal testo “impegnato”, come nella migliore tradizione dei cantautori italiani, è stato firmato dalla penna di Ivano Fossati (1991) ed è da tempo assente negli eventi live degli STADIO. Non è certo l’unica novità della scaletta di questo concerto.

L’elettrizzato pubblico dei fans ha potuto riascoltare dal vivo altre “perle” del nutrito repertorio della band quasi interamente tratto dalla Platinum Collection : “Per la bandiera” , “Dentro le scarpe” ed altre, hanno rappresentato un momento musicale di grande emozione che ha riempito i cuori di chi da troppo tempo, non le ascoltava in chiave live.

A segnare i brani della nutrita scaletta - ben 30 di cui 6 al bis - è la voce, l’eleganza ed il carisma di Gaetano Curreri autore, assieme a Saverio Grandi (autore e produttore), della quasi totalità dei successi firmati STADIO.

Se fossimo ancora in una società “orale” gli STADIO sarebbero senz’altro dei cantastorie che, di anno in anno, interpretano, trasformando in musica, emozioni, pezzi di vita, sognata e da chissà quanti di noi, vissuta. Essi hanno cantato da sempre l’amore con la A maiuscola, vissuto in tutte le sue diverse facce, l’amore che non muore e che semmai si trasforma, in qualcosa di sempre diverso e, forse, più forte ed importante.

Il concerto è stato arricchito dalle voci narranti fuori campo di Saverio Grandi, Mary Cacciola (di radio Capital) - che Curreri definisce come una delle più belle voci oggi presenti in radio – e di Mauro Marino (di radio Kiss Kiss).

L’intera band si è mostrata perfettamente in sintonia col pubblico verso il quale, immancabilmente, non si è risparmiata offrendo, per più di 2 ore e 30, una tra le più belle scalette degli ultimi anni, tra i successi intramontabili come “Ballando al buio” e “Lo zaino” entrambi in chiave acustica, “Generazione di fenomeni”, “La faccia delle donne” e l’immancabile “Grande figlio di puttana” e le nuove più recenti melodie, come “Guardami”, presentata al Festival di Sanremo del 2007, “Parole nel Vento”, ecc….

“Abbiamo voluto cominciare la tournèe estiva da qui – ci confessa Gaetano Curreri - . E’ il nostro 1° concerto dei 25 anni di carriera ed abbiamo voluto cominciare da voi per festeggiarlo. Questa sera con la musica abbiamo raccontato la nostra storia che è legata alla radio. La TV fa male – ironizza – fa venire il mal di pancia!!! La radio invece fa sognare e sviluppa la fantasia. Così ci siamo affidati a lei per far si che le nostre canzoni arrivassero fino a voi”.

Abbiamo goduto di una band lanciatissima, carica più che mai nel regalare emozioni senza fine. Un momento elettrizzante per l’intera platea è stato vissuto sulle prime note di “Acqua e sapone” quando la partecipazione è stata davvero incontenibile e si è protratta così fino alla fine del concerto.. Nessuno di noi è riuscito più a restar seduto al proprio posto…..tutti in piedi dunque per cantare e ballare fin sulle note de “La faccia delle donne” e giù verso l’immancabile chiusura con “Stabiliamo un contattato” ed “Allo stadio”.

Un tocco di classe degno di nota che va sottolineato, specie nel giorno della festa del lavoro, è l’aver concluso il concerto con un omaggio della band, davvero inusuale ed apprezzabilissimo, a tutti i tecnici ed ai loro collaboratori, in precedenza ringraziati uno ad uno, le cui foto sono passate in sequenza sul telo al centro del palco.

C’è d’augurarsi che la storica band composta da Gaetano Curreri (Voce/autore) , Giovanni Pezzoli (Batteria), Andrea Fornili (chitarra) Roberto Drovandi (basso) assieme a Maurizio Piancastelli (tromba, percussioni, flicorno, voce) e Fabrizio Foschini (pianoforte, tastiera) porti con se il calore del nostro pubblico pugliese e che voglia ricambiarlo, in questa prossima estate, con altri grandi momenti live.

Angela Ronchi