PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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sabato 31 marzo 2007

“Ogni giorno della mia vita" Incontro con l'autore Nicholas Sparks


Nella magica atmosfera di una delle pagode allestite presso il Centro dell’Orto Botanico “il Giardino dei Tempi” di Bari, Nicholas Sparks, uno dei più famosi scrittori americani di letteratura rosa, ha fatto il suo ingresso intrattenendosi con il pubblico (quasi tutto femminile) che è intervenuto in maniera massiccia.Incontro organizzato dal “Presidio del libro” formato da una coesione con i Comuni di Triggiano, Capurso, Cellamare e Valenzano, e presentato dalla professoressa Rossella Santoro del Liceo Cartesio di Triggiano che assieme ad un gruppo di suoi studenti hanno posto domande all’autore riguardo ai contenuti dei suoi libri.Ed è proprio grazie al Liceo Cartesio che è partita la richiesta di questo incontro, domanda inoltrata sin dal novembre del 2005.Nicholas Sparks amabilmente ha conversato con gli spettatori per circa due ore, e più che una presentazione del suo ultimo libro “Ogni giorno della mia vita”, è stato un incontro tra uno scrittore ed il suo pubblico dove ha preferito raccontare se stesso e la sua quotidianità, permettendo anche a chi non lo conosceva ad imparare ad apprezzarlo.Le domande proposte imperniavano sul rapporto che ha lui con l’amore, argomento principale di tutti i suoi scritti, se crede nei colpi di fulmine, come accade leggere o vedere rappresentato sugli schermi televisivi, o se l’incomunicabilità di un rapporto è un limite del rapporto stesso.“L’amore può essere definito in tante maniere – ha spiegato Sparks – da quello incondizionato e puro come quello degli antichi greci, a quello romantico, a quello familiare. L’amore non è descrivibile ma è definito dalla persona con cui stai e di quello che si è disposti a fare o a dare.Se credo ai colpi di fulmine? Si certamente. A 22 anni quando frequentavo l’università in Florida, ho visto una ragazza attraversare un parcheggio. L’ho rivista anche il giorno seguente mi sono avvicinato e le ho detto “Io ti sposerò” lei mi ha riso in faccia. Quella donna ora è mia moglie. Sono sposato con lei da 18 anni ed ho 5 figli, Miles, Ryan, Landon, Lexie e Savannah. Ogni giorno io e Cathy, mia moglie, ci incontriamo da soli a colazione e parliamo ci confrontiamo, è un momento tutto nostro che permette alla nostra unione di funzionare, ma non so se questo possa funzionare per gli altri. Io sono solo uno scrittore e non un consulente matrimoniale”.D. - Altro tema frequente dei suoi libri è la morte, perché?“Nella letteratura dai greci ad oggi, i libri che si ricordano di più sono quelle imperniate di tragedie. Forse Romeo e Giulietta o Casablanca non sarebbero diventati così famosi se il loro finale fosse stato “…e vissero tutti felici e contenti”. La fine di una storia rende la stessa indimenticabile ed il mio compito è quello di rendere indimenticabili i miei libri”.D. – Si aspettava si avere un grande successo da parte dei giovani ?“Si. Allorché ho scritto il mio primo libro “Le pagine della mia vita”, ho raccontato l’amore di una coppia di 80enni. Nel momento in cui sono andato a promuovere il mio secondo libro ho visto che le persone che mi seguivano avevano quasi tutti l’età dei miei primi protagonisti. Così mi sono detto “forse dovrò scrivere per i giovani altrimenti i miei lettori odierni non potranno leggere il mio prossimo libro”.D. – Qual è il metodo con cui sceglie i nomi dei personaggi?“Di solito scelgo i nomi delle persone che conosco perché so che questo li rende felici. Nel secondo libro ho dato il nome del mio agente letterario, al terzo del mio editore e al quarto del produttore del mio primo libro e dopo ho inserito i nomi delle persone della mia città natale.D.- Quali libri hanno contribuito alla sua formazione letteraria?“Credo che uno non può diventare uno scrittore se non legge tanto. Io leggo circa 150 libri l’anno e lo faccio quotidianamente da quando avevo 15 anni. L’autore che più apprezzo per il suo modo di scrivere è Stephen King perchè riesce a raccontare in maniera inedita una storia e non perde mai di vista la trama. Il mio stile invece l’ho imparato da un autore che pochi conoscono Ethan Caine, che sa scrivere ma non intrecciare una trama”.D.- Quanto tempo dedica allo scrivere ?“A me non piace scrivere, lo trovo troppo difficile e trovo ogni opportunità per interromperlo. Lavoro in casa, un casa dove ci sono 5 bambini che corrono, gridano, giocano, a turno si ammalano, vogliono la tua attenzione per i loro studi, li devi accompagnare chi al basket chi in palestra, un telefono che squilla in continuazione, operai che entrano ed escono per i vari guasti che una villa come la mia comporta ed io approfitto di queste interruzioni per sospendere il mio lavoro. Di solito dedico il mio tempo dalle 10 del mattino sino alle 15 per tre o quattro giorni la settimana e solo così riesco a portare a termine un libro”.Come consuetudine il "Presidio del libro" ha proposto giovani talenti pugliesi e per questa occasione sono intervenuti i ballerini della scuola di ballo di Lucrezia Cafarchio, tutti vincitori di vari concorsi di danza, come Alberto Cassano e Salvatore Coletta che hanno allietato i presenti.57 milioni di copie di libri venduti in tutto il mondo, tradotti in 35 lingue, e da quasi tutti i suoi libri sono tratti film di successo come “Le parole che non ti ho detto” con Kevin Costner,, “Le pagine della nostra vita”, e “I passi dell’amore” ed ora è in lavorazione il suo ultimo libro “The Chiose” ( titolo originale). Nicholas Sparks sembra non risparmiarsi ed è per questo che è considerato icona della letteratura rosa americana, che con il suo stile (genere Liala), ha veicolato molti giovani ha prendere un libro in mano ed appassionarsi alla lettura.Di questo non possiamo che ringraziarlo
Anna DeMarzo

venerdì 30 marzo 2007

Massimo Ranieri racconta se stesso in “Canto perché non so … nuotare da 40anni”


Circa duemila spettatori, a Bari, al Teatro Team, non sempre dall’acustica impeccabile, per ascoltare Massimo Ranieri. Un’ Orchestra e un corpo di ballo tutto al femminile, ha accompagnato “lo scugnizzo della canzone italiana” in uno dei suoi ultimi esperimenti canori. Dopo le esperienze televisive, teatrali e cinematografiche eccolo rinnovarsi in versione musical.Questo tipo di show, già affrontato più volte, non è un’esperienza completamente nuova per Massimo Ranieri. L’Artista partenopeo, lungamente applaudito, ha interpretato se stesso in una performance dei suoi maggiori successi, in cui ha inserito aneddoti magicamente raccontati come lui solo sa fare, incantando il pubblico dei presenti.Un abito rinnovato per canzoni intramontabili. Massimo Ranieri, così “ha festeggiato” al Teatro Team di Bari quarant’anni di carriera reinterpretando tutti i suoi successi storici, da La voce nel silenzio, Erba di casa mia, Rose Rosse, Perdere l’amore, concludendo con i classici della canzone napoletana: Mi troverai, Ti voglio bene assai, Reginella. Scritto da Gualtiero Peince e Massimo Ranieri, regia di Massimo Ranieri, light Designer: Maurizio Faretti, coreografie di Franco Miseria, scenografia di Massimo Ranieri, costumi Giovanni Giacci, arrangiamenti: Maurizio Fabrizio. Il programma allestito oltre a ripercorrere alcuni dei momenti più luminosi della carriera dell’artista, che com’è noto ha preso l’avvio nel lontano 1966, grazie alla sua tenacia supportata da enormi sacrifici e da un pizzico di fortuna, ingloba alcuni dei successi dei più famosi cantautori che hanno accompagnato l’esordio di Ranieri oppure perché vicini al mondo artistico del cantante. Si sono riascoltati brani di Endrigo, Lauzi, Paoli, Battisi, Battiato … Il cielo in una stanza, Io che amo solo te, L’Istrione, Ti penso, Almeno tu nell’universo … e tanti altri piccoli grandi capolavori della canzone d’autore, tutti “riarrangiati” dalla voce classicheggiante di questo grande interprete della canzone italiana. Massimo Ranieri, che in questo periodo sta lavorando al suo nuovo disco e in televisione, ha riproposto con un briciolo di nostalgia le tappe più significative della sua carriera, riproponendo le canzoni più amate per raccontarle di volta in volta, coinvolgendo il pubblico e rendendolo partecipe dei suoi ricordi più cari, legati soprattutto al quartiere Santa Lucia a Napoli, dove ha trascorso la sua infanzia e a cui sono legati i ricordi dell’esordio nel mondo della canzone. E’ stato un concerto “molto raccontato”, nel corso del quale c’è stata anche la possibilità di apprezzare Massimo Ranieri non solo per le sue canzoni ma anche per le numerose doti artistiche che lo contraddistinguono e per la sua ineguagliabile carica di umanità. Motivo ulteriore per porsi di fronte alla sua arte apprezzandone le ragioni che continuamente lo spingono a rinnovarsi come uomo e come artista, rileggendo le sue canzoni.
Maria Caravella

giovedì 29 marzo 2007

Atmosfera ‘kitsch’ nelle Nozze di Figaro con Tullio Solenghi


Bitonto- Teatro Traetta- ‘Le nozze di Figaro’Tullio Solenghi torna sul palcoscenico, davanti agli occhi dei numerosi spettatori del teatro comunale di Bitonto, interpretando le vesti del protagonista Figaro. Le nozze di figaro, tratto da ‘La folle journeè ou le mariane de Figaro’ commedia in cinque atti di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, è considerata una dei capolavori musicati da Mozart con il libretto di Lorenzo de Ponte. Scritta nel 1778 e rappresentata per la prima volta nel 1784, è l’apice massimo del teatro francese dopo Molière; forse ultimo capolavoro prima della rivoluzione francese del 1789 che sembra già preannunciata sommessamente tra le righe dell’opera. Fu accolta in maniera strepitosa e rappresentata per cento sere consecutive. Ancora oggi apprezzata e acclamata è risultata essere un testo perfetto per le qualità di Solenghi. Racconta del conte di Almaviva che, stanco, della vita coniugale con Rosina, fa la corte alla cameriera della moglie, Susanna che è alla vigilia delle sue nozze con Figaro. Intanto, la contessa accetta le galanterie del giovane paggio Cherubino ma ciò non fa altro che fomentare le ire del conte ed esasperare la trama di inganni ed equivoci che si susseguono continuamente. In fine, però, ogni sospetto viene dissipato, si ristabilisco gli equilibri e finalmente Figaro e Susanna potranno convolare a nozze.Certamente quella proposta oggi è una rivisitazione moderna ed esasperata che estremizza le figure dei personaggi. Questo è reso perfettamente anche dalla scenografia, totalmente giallo-oro e dai costumi degli attori che indossano parrucche vaporose e ingombranti; il tutto insomma sembra avere una certa atmosfera ‘kitsch’ ma che ammalia e coinvolge lo spettatore. L’ironia è di casa, i riferimenti alla modernità e alla quotidianità sono continui, resi in modo eccellente dal protagonista Solenghi che con la sua caratteristica ironia è riuscito ha catturare gli spettatori dell’accogliente teatro. Ancora una volta, come nei suoi precedenti spettacoli, Solenghi si è affidato alla produzione Lavia-Agnani alla quale questa volta si è aggiunto il coproduttore Procope Studio che confidano in questo connubio di passione, felicità e gioco. Una scommessa difficile quella di interpretare un congegno teatrale così perfettamente calibrato ma certamente vinta da Solenghi e dalla sua compagnia che cercano di conquistare e soprattutto di avvolgere lo spettatore, per due ore circa, in un ‘aurea’ di sogno. Con Tullio Solenghi,Sandra Cavallini, Roberto Alighieri, Giancarlo Condè, Alessandra Schiavoni, Silvia Salvatori, Gugliemo Guidi, Gianluca Musiu, Totò MancatoreScene e costumi Andrea ViottiElaborazioni musicali Ricardo BenassiLight designer Pietro SperdutiRegia Matteo Tarasco

mercoledì 28 marzo 2007

Bari -I due allenatori dell'Italia e della Scozia a confronto


Allo Stadio San Nicola i due coach sia della Scozia che di quella dell’Italia, Donadoni, hanno rilasciato durante la conferenza stampa le loro opinioni su questo incontro, ritenuto importantissimo per ambedue le squadre.Alex Mc Leish coach della Scozia, leader del girone dove gioca l’Italia, ha dichiarato che i suoi giocatori sono emozionati nel confrontarsi con i campioni del mondo del 2006, ma sono anche ottimisti perché prevedono di portare a casa un buon risultato. “Non siamo venuti per giocare una partita o per pareggiare siamo venuti per vincere – ha ribadito l’allenatore scozzese - dopo una serie di risultati positivi, continueremo a giocare stretto come abbiamo fatto sinora e anche se la formazione non è ancora ufficializzata, forse non intenderò cambiarla con quella presentata a Glasgow. A nostro favore sembra che ci sia il tempo che con questa pioggia ha reso pesante il campo ”.Dal canto suo anche Donadoni sembra convinto della buon riuscita dell’Italia.“Se la Scozia si trova oggi a Bari non è per fortuna ma perché se lo è meritata – si è espresso così l’allenatore dell’Italia - E’ una squadra che ha una bella coralità anche se spiccano delle affascinanti individualità.Due squadre dall’aspetto fisico differente: Imponente e massiccia quella scozzese – più esile ma sicuramente più agile quella italiana che le permetterà di muoversi con facilità e disinvoltura in campo.Un campo che sembra dreni molto bene e se domani smetterà di piovere sicuramente si potrà giocare una bella partita”.Anche Roberto Donadoni non vuole rivelare la formazione che giocherà il 28 marzo a Bari, ma ha confermato la presenza di Buffon, leggermente indisposto per una colite, “ha fatto un gran allenamento per poter giocare domani, perché sa che è una partita che non si può né perdere”.Chi non ha perso finora è la città di Bari che ha accolto con entusiasmo i tanti tifosi scozzesi che con i loro kilt azzurri, hanno raggiunto il capoluogo pugliese e hanno festeggiato brindando con birra nei pub della città vecchia, mentre i tifosi italiani hanno potuto godere di una partita giocata in campo ridotto della squadra italiana che ha effettuato un allenamento a porte aperte al San Nicola.
Anna deMarzo

Il "Divenire" di Ludovico Einaudi a Bari


“ Divenire tour”- Teatroteam di Bari - martedì 27 marzo ore 21-Il “divenire” di Ludovico Einaudi si è manifestato a Bari. E’ stata la seconda tappa, quella di ieri al Teatroteam, del tour internazionale che il pianista e compositore torinese (è nato a Torino nel 1955), tra i più apprezzati di musica contemporanea in Europa, ha avviato per presentare il suo nuovo lavoro discografico “Divenire”. Un titolo importante per un album dalla lunga gestazione iniziata nel 2002 quando Einaudi è stato invitato per scrivere una composizione da eseguire su un altipiano a 2000 metri, davanti alle Pale di San Martino al Festival”, nell’ambito del festival “I Suoni delle Dolomiti”. In quell’occasione presentò una suite per pianoforte, due arpe e orchestra d’archi, ispirandosi al ciclo di tre quadri del pittore Segantini (“La vita, la natura, la morte”), che, durante l’esecuzione, assunse una dimensione assolutamente unica dinanzi ad uno scenario naturalistico così spettacolare. “Divenire” è stato il titolo che Einaudi ha dato a quel brano in cui è rappresentato il ciclo vitale del fluire spazio-temporale che bene si esprime anche nella natura (il giorno che diventa notte, il fiume che diventa mare….). Da quell’esperienza dolomitica, è nata l’idea del nuovo disco del compositore torinese, pubblicato lo scorso anno per la prestigiosa etichetta britannica “Decca Records”, dopo che la sua suite “Divenire” entrò a sorpresa nella playlist dell’emittente radiofonica inglese ” Classical Fm”, nota al pubblico anglosassone per la grande propensione a trasmettere sia brani di musica classica, sia di autori contemporanei. Il fluire del tempo, inesorabile ed incessante nel suo procedere, sembra essere il comune denominatore dei brani dell’album, caratterizzati da un minimalismo che da sempre rappresenta il pianismo di Einaudi, costruito su brevi frasi che si ripetono incessantemente quasi a sottolinearne la linea melodica, in un ciclico susseguirsi senza fine, capaci di trasportare l’ascoltatore in una dimensione spazio-temporale difficilmente definibile. Nello stile di Einaudi, infatti, ben si percepisce lo scopo che si vuole ottenere: ricavare uno spazio meditativo nel quale l’ascoltatore venga posto al centro, e la musica sia solo il mezzo per poter intraprendere un viaggio spirituale all’interno del proprio sé. Novità assoluta dell’album, l’introduzione di brevi e discreti loops elettronici e la presenza di un sestetto d’archi capace di arricchire magistralmente il suono del solo pianoforte e ampliare così, lo spettro armonico complessivo. L’elettronica, come asserisce Einaudi, è uno “strumento duttile ed aperto a più soluzioni, un contenitore accessibile a tutti che permette di andare in tutte le direzioni possibili”. Nelle composizioni di “ Divenire”, ben si evidenzia l’appartenenza alla corrente minimalista di Philip Glass, Michael Nyman, Steve Reich, Yann Tiersen e Wim Mertens, ma si prosegue oltre, attraverso la ricerca della melodia tradizionale italiana, senza rinnegare l’influsso della musica classica e da camera. Compagni di viaggio del compositore torinese per l’intero tour saranno : Robert Lippok (live electronics) ed il sestetto d’archi formato da Marco Decimo (violoncello), Thomas Schrott, Laura Ricciardi e Svetlana Fomina (violini), Antonio Leofreddi (viola) e Franco Feruglio(contrabbasso). Sono circa le ventuno quando Ludovico Einaudi, impeccabile come sempre, comincia la sua attesa esibizione dinanzi al suo immancabile pianoforte Steinway Gran Coda della collezione Fabbrini .Ad aprire il concerto il brano” Svanire”, con un’imponente intro di archi di otto minuti, che richiama certe ambientazioni morriconiane. L’atmosfera del Teatroteam comincia ad assumere una dimensione difficilmente definibile, senza spazio né tempo, mentre il suono delle corde del pianoforte sembra giungere direttamente alla nostra anima. I brani si susseguono come in un film immaginario, il pianismo di Ludovico Einaudi, lento e sinuoso, costruito su lunghe pause dove viene evidenziato il “valore delle note”, così come egli stesso ama definirlo, diventa l’essenza più pura di un vero e proprio viaggio metafisico. Seguono “Uno” e “ Divenire “, che nella sua dimensione live sa richiamare, in un sapiente gioco di spazi e vuoti e nell’intreccio armonico degli archi, la grandiosità dell bellezze naturali . La musica di Einaudi è poesia in musica. E’ respiro, soffio vitale . Il concerto prosegue tra l’entusiasmo del pubblico con “Rose”, “Ascolta” e “Oltremare”, per poi riproporre brani dei suoi precedenti album come la dolcissima “ La nascita delle cose segrete”, l’evocativa “ Le onde” ed infine una particolarissima versione di “Eden Roc”, brano in cui si evidenzia maggiormente l’uso dell’elettronica, in un trascinante crescendo ritmico, tra chitarre campionate ed un magistrale intreccio di archi .Ludovico Einaudi, visibilmente commosso, saluta e ringrazia tutti gli organizzatori, concedendo al pubblico, letteralmente in delirio, ben tre bis tra cui il brano” Luce” tratto dalla colonna sonora del film di Giuseppe Piccioni ”Luce dei miei occhi” e “Giorni dispari” tratto dall’ album Eden Roc.
Claudia Mastrorilli

Bari - La cittadinanza di Bari a Zambrotta,Perrotta,Materazzi


Forte è il legame che unisce la tifoseria barese al nome di Gianluca Zambrotta, Simone Perrotta e Marco Materazzi - così esordisce il Sindaco di Bari Michele Emiliano - nella sala stampa dello Stadio San Nicola, durante la cerimonia della consegna delle chiavi della Città di Bari ai tre giocatori della nazionale italiana, prima dell’allenamento in campo.Il Consiglio Comunale con delibera n.21 del 20 marzo 2007 ha individuato l’istituto della cittadinanza onoraria ai giocatori per il rapporto che Gianluca, Simone e Marco hanno instaurato e mantenuto con la città.A :- Gianluca Zambrotta per il segno che lasciato durante le due intense stagioni dal 1997 al 1999 quando ha esordito in serie A nella squadra del Bari, ma soprattutto perché la città lo ha amato per la sua baresità acquisita.- Simone Perrotta che per 56 volte ha indossato la maglia Biancorossa, dopo quella Juventina. Anche se non ha avuto un periodo non felice, dato i dissapori con l’allenatore Fascetti, la città di Bari gli è rimasta nel cuore, perché da quel momento in poi è avvenuta la sua escalation che lo ha portato al mondiale 2006.- L’unico difetto di Marco Materazzi - ha detto il sindaco in tono affabile – è quello di essere “leccese”, ma scherzi a parte il figlio di Beppe Materazzi, che è stato giocatore e poi tecnico della squadra barese, è legato alla nostra città, alla casa di Via Cardassi, dove ha vissuto il periodo della sua giovinezza fino a quando e divenuto uomo.Al capitano della squadra Italiana, Fabio Cannavaro, il sindaco ha voluto consegnare, tramite Gigi Riva, la medaglia di San Nicola.Alla stampa il sindaco ha dichiarato “mi sento il sindaco più azzurro d’Italia e sono onorato che questi tre giovani giocatori hanno accettato questa onorificenza.A Bari si avverte il bisogno di un calcio d’eccellenza, abbiamo bisogno dell’Associazione Sportiva del Bari per il rilancio della città e per una ripresa economico-sociale”.
Anna DeMarzo

Bari - Le foto della partita di allenamento della Nazionale Italiana prima di Italia - Scozia


PUGLIALIVE.NET segue per tutti voi la Nazionale Italiana .Per voi la fotogallery degli allenamenti e della partita di riscaldamento de giocatori di calcio della Nazionale Italiana Campioni del Mondo 2006.Le foto sono protette da copyright.
Egidio Magnani

domenica 25 marzo 2007

Bari - Sabrina Ferilli e Maurizio Michele a favore della ricerca contro il cancro.


Con un’ora e mezza di ritardo Sabrina Ferilli e Maurizio Micheli, si sono presentati alla Galleria BluOrg in Via Celentano a Bari, dei fratelli Riccardo e Giuseppe Bellini, per un appuntamento di solidarietà promosso dall’associazione Airc (associazione italiana per la ricerca sul cancro).Ad attenderli il pubblico barese, infreddolito e bagnato a causa delle cattive condizioni meteorologiche, Michele Mirabella, presidente dell’Airc, che ha ringraziato i due ospiti che si sono resi disponibili ad intervenire a questa iniziativa finalizzata alla raccolta di fondi per la ricerca contro il cancro ed il sindaco di Bari Michele Emiliano, che per motivi di lavoro non ha potuto attendere i due attori, in forte ritardo.Per l’occasione Sabrina Ferilli ha firmato alcune magliette sulle quali era già stampata la scritta “Sono stato con la Ferilli all’Airc”, donate a chi concedeva un’ offerta all’associazione Airc, assieme ad altri gadget appositamente realizzati per l’occasione.I due attori poi si sono recati al teatro Team di Bari, perché protagonisti dello spettacolo “la Presidentessa” che sarà in scena sino al 25 marzo
Anna DeMarzo

Bari - Internazionalizzazione e difesa delle griffe: gli esiti del convegno “Inimitabile impresa” in Provincia di Bari


Tappa barese per l’iniziativa realizzata in venti regioni italiane dall’ICE - Istituto per il Commercio Estero. Ottanta imprenditori intervenuti. Partnership con Provincia di Bari e Moda Mediterranea. Park & ride gratuito dell’AMTAB.Inaugurato uno sportello ICE per l’assistenza legale alle imprese. In arrivo altre iniziative comuni ICE - Moda Mediterranea sull’internazionalizzazione del sistema moda puglieseI passi avanti della Legislazione: protetti non solo nome e logo dell’azienda, ma anche bottoni o impunture, investimento pubblicitario, promozione sui media. Restrizioni sull’uso del talloncino “Made in Italy”Come proteggersi da imitazioni e contraffazioni dei marchi nel settore moda e arredamento. E’ stato questo il tema del convegno “Inimitabile impresa”, svoltosi questa mattina (23 marzo 2007) presso la Provincia di Bari. L’iniziativa, resa possibile dalla collaborazione fra l’ICE - Istituto per il Commercio Estero, Provincia di Bari, Moda Mediterranea e Confindustria Bari, ha attirato circa ottanta fra imprenditori del comparto moda e responsabili delle Associazioni di Categoria, anche grazie all’AMTAB, che ha concesso ai partecipanti all’iniziativa l’utilizzo gratuito del parcheggio Park & Ride. Sono intervenuti per l’occasione il Presidente della Provincia di Bari Vincenzo Divella, il Direttore dell’ICE Bari Alfredo Rizzo, il Presidente di Moda Mediterranea Paolo Marinuzzi, numerosi esperti dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, della Guardia di Finanza, dell’Agenzia delle Dogane.L’iniziativa rientra in un progetto nazionale dell’ICE, finalizzato a formare e informare le PMI italiane sui temi legati all’internazionalizzazione e alla tutela del made in Italy. Verranno toccate in tutto venti regioni d’Italia, ciascuna con un focus specifico su diversi settori industriali, a seconda delle specificità produttive regionali. In Puglia è stato scelto il settore moda e arredamento. Il convegno di Bari si è snodato infatti su tre temi: le novità sulla tutela dei marchi nella moda, l’apertura di uno sportello ICE per l’assistenza legale alle imprese, le imminenti iniziative comuni ICE Bari - Moda Mediterranea per l’internazionalizzazione del sistema moda pugliese.Il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella ha aperto i lavori con un’analisi degli scenari globali: “Internazionalizzazione e tutela dei marchi sono per le nostre imprese un imperativo categorico. Esiste una fetta di mondo in cui le famiglie spendono una percentuale sempre minore in capi di abbigliamento e sempre maggiore in elettronica, viaggi, divertimento. Quella parte di mondo comprende l’Italia, l’Europa occidentale, gli USA. Il business della moda allora si sposta sempre più altrove. Ne consegue la necessità di sconfiggere i rischi di contraffazione, imitazione o concorrenza sleale.”.“Il successo dell’iniziativa di oggi – ha commentato Paolo Marinuzzi, Presidente di Moda Mediterranea – dimostra che questo pericolo si può scongiurare innanzi tutto attraverso l’informazione. Il mercato della moda fino agli anni ’70 si fondava sulla capacità produttiva. Chi realizzava un buon prodotto al giusto prezzo aveva chance di mercato. Negli anni ’80 si aggiunse anche il fattore competitivo della commercializzazione: bisognava non solo saper produrre, ma anche saper vendere. Oggi invece l’elemento determinante di una griffe è la comunicazione, il contenuto simbolico che suscita in chi acquista. Per questo la tutela del marchio in questo settore è strategica”.Il territorio regionale intanto risponde anche con l’offerta di strumenti operativi: “L’ICE Bari –ha dichiarato Alfredo Rizzo, Direttore della struttura- fornirà alle imprese locali un concreto supporto nel campo della tutela della proprietà industriale, attraverso un’appropriata informazione ed assistenza e fungendo anche da tramite tra le imprese locali ed i 14 desk per l’assistenza legale alle imprese che l’ICE ha istituito all’estero. Inoltre, sono felice che questo convegno abbia rappresentato un primo importante momento di cooperazione fra ICE Bari e Moda Mediterranea per la valorizzazione del comparto moda regionale; ne faremo a breve seguire altri, sia sul tema della formazione, sia dell’internazionalizzazione”. Il convegno “Inimitabile impresa” ha avuto un taglio pratico: le aziende hanno presentato e discusso alcuni casi concreti di contraffazione e imitazione, mentre gli esperti hanno passato in rassegna le possibilità di tutela, i reati contro il marchio, ma soprattutto le ultime sentenze della giurisprudenza nazionale e comunitaria. E’ emerso ad esempio che grazie alla Normativa Europea sull’Origine è illegale apporre la stampigliatura “Made in Italy” su prodotti non originari dall’Italia. Un primo riconoscimento in difesa del prodotto moda italiano. Inoltre, in base ad alcune sentenze di tribunali italiani emesse fra 2006 e 2007, la violazione del marchio scatta non solo per l’imitazione del nome o del logo aziendale, ma anche per quella del disegno, del taglio, perfino di dettagli come bottoni o impunture. E infine, fra gli elementi di “conferma obiettiva” del valore di marchio sono stati introdotti elementi fino a poco tempo fa impensabili: l’investimento pubblicitario, la promozione sui media, la creazione di una rete commerciale. Evidenze che hanno fatto vincere cause per contraffazione a molte aziende italiane, anche PMI.

Umberto Veronesi cittadino barese


Umberto Veronesi da ieri sera a Bari per partecipare all’iniziativa “Il Rotary e la sanità: nuove prospettive nella prevenzione dei tumori” ha ricevuto l’inaspettata sorpresa di essere stato votato all’ unanimità dal Consiglio Comunale di Bari, con delibera n.20 del 20 marzo 2007, ad essere insignito a ricevere la cittadinanza onoraria .Così stamattina presso la Sala Consiliare di Palazzo di Città è avvenuta la cerimonia ufficiale da parte del Sindaco Michele Emiliano.Presenti anche il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, l’assessore alla sanità Alberto Tedesco e alcuni rappresentanti dell’associazioni AIRC e della lega italiana per la lotta contro i tumore, tra cui il senologo barese Francesco Schitulli che ne è presidente.“Giornate come queste non celebrano solo lo scienziato – ha detto Emiliano – ma un uomo capace di introdurre la propria passione, il proprio impegno personale con una potenza tale che riesce a trasmettere anche agli altri, proponendosi di diffondere una cultura di vita positiva secondo regole corrette sia nell’alimentazione che nella regolazione dei propri vizi, come il fumo”Il Sindaco ha spiegato che l’istituto della cittadinanza ordinaria costituisce un riconoscimento onorifico per chi, pur non essendo iscritto nell’anagrafe del Comune, si sia distinto particolarmente nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti ecc. con prestazioni a favore degli abitanti della città di Bari o in azioni di alto vantaggio della Nazione o della umanità intera.”.“Molti pugliesi – ha continuato Vendola – per tanti anni hanno preso il treno della speranza che li portavano a Milano in Via Veneziani n.1, oggi tutto questo non accade più perché grazie a Veronesi , Bari è diventata una città che cerca di implementare il senso dell’ accoglienza grazie ai tanti centri per la lotta contro i tumori. La Puglia che ha sperato con lei si unisce al Comune di Bari che le ha conferito questa onorificenza che tanto ha meritato”.“Non ho parole adeguate e sufficienti – ha commentato Veronesi – per esprimere il mio ringraziamento per questo segno di stima e riconoscimento.Quando l’ho saputo ieri sera ho reagito con una certa sorpresa, perché non riuscivo a scorgere delle motivazioni sufficienti.Questo amore che ho per Bari e per la Puglia io l’ho sempre gelosamente racchiuso nel mio cuore, amore che ho sempre avuto sin da piccolo.Sono nato in una cascina di Milano, zona periferica abitata da famiglie del Sud, e i miei primi amici erano tutti pugliesi.Nei loro sguardi ho sempre intravisto la nostalgia di quello che avevano lasciato, la loro casa, il loro sole, i loro ulivi, ed ho sempre apprezzato la loro grande capacità di affrontare una vita nuova con grande determinazione.Ho stimato il grande rispetto dell’amore e rispetto dei figli verso i loro genitori e il loro senso del dovere.Nella seconda fase della mia vita il contatto coni pugliesi è avvenuta molti anni dopo con Pino Giannattasio, nipote di Giustino Fortunato e del carteggio che quest’ultimo ha avuto con Gaetano Salvemini. Ho appreso così la nobiltà del suo pensiero e la sua volontà di voler cambiare il mondo che lo circondava, dandomi la possibilità di capire la “Questione Meridionale” .A quel punto sono diventato meridionalista convinto.Ed è per questo che in prima persona, mi sono adoperato a far aprire centri oncologici nel Meridione, come il centro di Rionero in Vulture in Lucania , a Bari, nel Salento e in Calabria.I miei amici mi chiedevano perché avessi questo interessamento per il Sud, ora lo sapranno.Mi sento uno di voi, di far parte di questa città a pieno titolo e questa onorificenza la rende ufficiale”.Di seguito alcuni cenni biografici Umberto Veronesi, è nato a Milano il 28 novembre 1925, dove si è laureato in Medicina nel 1950.Appena laureato ha deciso di dedicare la sua opera professionale allo studio e alla cura dei tumori. È diventato Direttore generale all’Istituto dei Tumori di Milano nel 1975, dove da sempre vive e lavora come chirurgo, ricercatore, uomo di scienza e di cultura.Il nome di Veronesi è legato a prestigiosi contributi scientifici e culturali riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. I più significativi ed importanti riguardano in particolare l’invenzione e la diffusione della chirurgia conservativa per la cura dei tumori mammari. Con la fondazione del Gruppo Internazionale sul Melanoma, nel 1970, ha dato straordinario impulso alle ricerche su questo, che è il più grande tumore della pelle, fino a pochi anni fa quasi ignorato dalla medicina tradizionale.Umberto Veronesi ha dedicato le sue energie a promuovere l’aggiornamento medico. Nel 1982 ha fondato la scuola Europea di Oncologia che ha consentito all’Italia di tornare ad essere uno dei punti di riferimento mondiali per la formazione nel campo della diagnosi e della cura dei tumori.Ha creato l’Istituto Europeo di Oncologia, struttura d’avanguardia nel panorama mondiale.Da maggio 1994 ad aprile 2000 è stato direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Da aprile 2000 a giugno 2001 gli è stato affidato l’incarico di Ministro della Sanità della Repubblica Italiana. Da luglio del 2001 ha ripreso la posizione di Direttore Scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano.
Anna DeMarzo

giovedì 22 marzo 2007

Sogno di una notte di mezza estate - tra ulivi saraceni e pugliesi doc


E’ stato presentato ieri 21 marzo e resterà fino 25 al teatro Abeliano di Bari lo spettacolo “Sogno di una notte di mezza estate” commedia di William Shakespeare, con l’adattamento di Teodoro Signorile e sapientemente guidati dalla regia di Vito Signorile.Il “Gruppo Abeliano” e la “Compagnia Tiberio Fiorilli”, hanno deciso di unire le proprie forze per conquistare il circuito regionale cercando di mettere assieme tanti protagonisti della scena pugliese, coinvolgendo anche i giovani che si avvicinano al modo dell’arte attraverso altre strade che non siano solo recitative.Si può così apprezzare lo sforzo di queste due compagnie teatrali perchè in questo spettacolo impegnativo sono riusciti a coinvolgere gli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Bari che hanno realizzato le scene e i costumi, mentre le esecuzioni musicali (di Mendelssonh) sono state affidate ai musicisti del Conservatorio Niccolò Piccinni con sei brani di musiche originali di Alessandro Amato.Chi si aspetta di vedere la commedia così come l’ha rappresentata l’autore inglese, non rimarrà deluso nel constatare che alcune scene sono state modificate, privilegiando il ruolo della combriccola di artigiani che vuole mettere in scena una rappresentazione popolare sul tema di “Piramo e Tisbe”, per l’imminenti nozze di Teseo, duca d’Atene ed Ippolita, regina delle Amazzoni.L’allegra brigata di artigiani che apre lo spettacolo e ne anticipa la scena (nel testo originale è la II scena) è composta da attori cari al pubblico pugliese . Così i panni di uno dei più apprezzati personaggi comici shakespeariani (Bottom) sono vestiti da Dante Marmone, che nello spettacolo di Vito Signorile prende il nome di Bottone (forse perché attacca bottone in continuazione) e con la sua comicità e “fisicità” ha reso esilarante il suo personaggio, riscuotendo al termine della rappresentazione applausi a scena aperta.Lo stesso dicasi per Pinuccio Sinisi che ha interpretato Cotogna (Pietro Zeppa) il carpentiere, l’ideatore della recita che al termine risulterà più un prologo che una rappresentazione teatrale.Nico Salatino, Enzo Vacca, Enzo Sarcina e Enzo Strippoli hanno interpretato rispettivamente il sarto Lanca, il falegname Conforto, l’aggiustamantici Flauto e il calderaio Nasone. (Come si può notare anche i nomi dei personaggi sono stati modificati rispetto al testo originale come anche il loro linguaggio che non sembra togliere nulla al testo di Shakespeare, anzi aggiunge un po’ di cultura pugliese).Nella recita che intendono presentare davanti ai nobili di Atene impersonano rispettivamente :la Luna che con il suo chiarore può essere ingannatrice; il Leone, (personaggio che vuole uno spartito scritto perchè non desidera improvvisare il suo ruggito); Tisbe, la bella dama amata da Piramo, (ma ve la immaginate con il volto di Enzo Sarcina, non ci sono parole. Ed io non le ho trovate); con indosso un grembiule sporco di calce e di intonaco e su disegnate delle pietre mostrano che Enzo Strippoli è il Muro, provvisto di fessura attraverso il quale i due innamorati, Piramo e Tisbe parlano in gran segreto.L’ambientazione dello spettacolo si svolge nel mondo della Natura popolato da fate ed elfi con Oberon e Titania rispettivamente il loro re e la loro regina , magistralmente interpretati da Guglielmo Ferraiola e Rachele Viggiano che avevano il doppio ruolo di Teseo ed Ippolita. Puck il folletto di re Oberon è stato interpretato non da un attore ma dalla incontenibile e bravissima Tina Tempesta che si muoveva sul palcoscenico con leggerezza e agilità.I quattro giovani innamorati Demetrio, Ermia, Lissandro ed Elena, interpretati da Vito Latorre, Ida Caracciolo, Sergio Raimondi e Rossella Giugliano sono risultati convincenti nelle loro parti recitando seguendo il testo originale.Il “Sogno di una notte di mezza estate” è la dimostrazione di come un mestiere dell’uomo di teatro si trasformi in poesia, è la più libera delle opere di Shakespeare, ma che diviene anche la più complessa figurazione tra realtà e la poesia stessa, e attraverso il teatro anche la verità diventa finzione.
Anna DeMarzo

mercoledì 21 marzo 2007

Viaggio con Simone Cristicchi nella mente umana


Ieri sera alla libreria Feltrinelli di Bari c’era Simone Cristicchi, l’ultimo vincitore di San Remo, per presentare il suo libro “Centro d'igiene mentale” edito dalla Mondadori.Tanti i giovani e gli adulti che si sono accalcati per ascoltare il cantautore romano che ha raccontato la sua esperienza come obiettore nel centro di igiene mentale di Roma.L’incontro con Simone è stato realmente inusuale perché accanto alla cronaca della conoscenza diretta e dell’osservazione che ha fatto in questi centri psichiatrici, li ha intervallati, con chitarra a portata di mano, con brani delle sue canzoni tratti dagli album “Fabbricanti di canzoni” e “Dall’altra parte del cancello”.L’esperienza di volontariato lo ha segnato per sempre e lo si avverte ascoltandolo, poiché anche se sono passati alcuni anni, la sua voce è rotta dall’emozione al ricordo di alcuni episodi.Un esperienza, ma più che altro un viaggio, dove c’è una ricerca storica che ha voluto trasmettere, con un linguaggio facile, nel suo libro, che gli ha permesso di incontrare persone e oggetti che lo hanno riportato ai lager nazisti.Racconta Simone : “in questi “manicomi” si agiva come nei campi di sterminio nazisti, con la distruzione dell’identità; ti toglievano tutto dai vestiti agli occhiali da vista e, se la permanenza durava più di 30 giorni, eri marchiato a vita”. Per l’occasione ha portato una camicia proveniente dal museo del manicomio di San Girolamo, con cui venivano vestiti i malati e l’ha fatta girare in sala per farla toccare a tutti i presenti per verificare il materiale con cui era operata.Un tessuto grezzo che a contatto con la pelle procura prurito e concepita solo in due misure: piccola o grande.Ha spiegato che la gente può subire altre forme di costrizioni, oltre la camicia di forza, come ad esempio quella di Piergiorgio Welby, incatenato al suo corpo, un corpo fragile che riposa ed è nascosto sotto le lenzuola ed il suo respiro è legato ad una macchina la sua unica amica. Così ha iniziato a cantare “Legato a te”.Per Simone ci sono tante forma di limitazioni che la gente subisce come quella degli studenti che per terminare i loro corso di studio si rinchiudono nella loro stanzetta solitaria e con la testa china sui libri, e così inizia a cantare “Studentessa universitaria” . Si domanda “ Come andrà a finire questa storia se non con “Laureata precaria”, il secondo tempo di “Studentessa universitaria”.Storia di una studentessa con lo zaino pieno di progetti e che si ritrova a fare la centralinista in un call centre”.Simone ha continuato affermando: “il grande privilegio di una persona creativa, quella di ogni artista, è quello di potersi fermare e osservare quello che succede attorno e poterlo raccontare agli altri. Con le mie canzoni sono stato sempre autoironico e questo la gente lo ha capito, da “Vorrei cantare come Biagio” alla mia ultima performance “Ti regalerò una rosa” che ha cantato entusiasmando i presenti.E proprio dopo questa canzone con cui ha vinto l’edizione del 2007 di San Remo, Simone ha dichiarato “Dopo la vittoria ho ricevuto le telefonate di molti esponenti politici da: Veltroni, Melandri, Livia Turco il ministro della salute, a me con questi capelli vi rendete conto , e non per fare i complimenti ma per poter fare qualcosa insieme sulla problematica dei servizi di igiene mentale”.E’ triste pensare che occorre una canzone perché i nostri politici si accorgono dei problemi che sommergono gli italiani. E proprio il caso di doverla cantare e suonare?Non possono guardare anche loro “Dall’altra parte del cancello” come ha fatto Simone?Cristicchi dal canto suo si sta muovendo perché questa sera lui è presente non come cantautore ma come strumento di sensibilizzazione, per far cambiare la mentalità delle persone in cui è radicato ogni forma di pregiudizio, perché le persone non devono avere come metro di paragone la figura del “matto” per considerarsi “normali”.
Anna DeMarzo

Il Flamenco Caliente di Antonio Marquez

Marquez porta il Flamenco nella Puglia dal Cuore “caliente”. Due serate all’insegna della famosa danza gitana in programma il 19 e 20 marzo al Teatro Piccinni di Bari all’interno della stagione della Camerata Musicale Barese.Sul palcoscenico la “Compagnia di Danza di Antonio Marquez”. Che ha presentato “Despues de Carmen” di Gorge Bizet, in prima rappresentazione a Bari, “Vida Breve” di Manuel De Falla e “Bolero” di Ravel, tre coreografie che portano la firma di Marquez. E’ lui l’immagine più vera, autentica del Flamenco: Antonio Marquez. E’ lui l’ultimo dei bailaor di Spagna, custode di una tradizione che lega ai passi di una danza coinvolgente e passionale, l’espressione di un popolo, la sua cultura, le sue radici. La Spagna di Antonio Marquez, uno dei più grandi artisti della cultura flamenco, è tutta racchiusa in questo suo ultimo spettacolo. Quarantenne, considerato il “bello” del flamenco per il suo fascino latino. Divo da grandi folle a livello internazionale, Marquez è arrivato a Bari con la compagnia di danza che porta il suo nome composta da 13 ballerini, il cantante Manuel Losada e il chitarrista Antonio Sanchez e un programma straordinariamente sensuale.Dicono le biografie che da bambino, prima di intraprendere gli studi di danza, l’artista Sivigliano, oggi 44enne, volesse diventare un torero.Ed è proprio la danza che ora gli permette di vivere almeno sul palcoscenico il suo sogno infantile.Nella prima parte dello spettacolo l’artista interpreta Escamillo, il torero innamorato di Carmen e da lei ricambiato.Nella seconda parte la trama narrativa di la “Vida Breve” vede ancora protagonista una giovane e bella gitana, che intreccia una storia d’amore con un ingrato signorotto. Per questa composizione di Manuel De Falla divenuto celebre per aver restituito nobiltà alla chitarra come strumento capace di dare anima a qualsiasi brano, Marquez ha realizzato una speciale coreografia rappresentata la prima volta al Teatro Reale di Madrid nel 2001. Il Bolero di Ravel scelto per il gran finale, è l’apoteosi della potenza espressiva, grazie al rapimento ipnotico indotto dal tema ripetuto ossessivamente in crescendo e sempre con maggior presenza di strumenti: fra i diversi gruppi di ballerini spicca un misterioso solista, impersonato da Marquez e circondato da un’aria nebulosa e spettrale.Tre storie, tre opere di grande forza espressiva, dunque, in uno spettacolo di pura danza in cui amore, passione e intensità emotiva celebrano i dieci anni di carriera di Antonio Marquez e della sua compagnia, applauditi nei teatri di mezzo mondo.
Maria Caravella

lunedì 19 marzo 2007

Bari - Teatro Kismet - Come un cane senza padrone - I motus


Si è conclusa ieri la ‘Tre Giorni’ che ha visto protagonista al teatro Kismet di Bari i Motus. Compagnia che negl’anni novanta ha investito la scena teatrale con una ventata creativa fatta di ricerca e contaminazioni di arti visive, cinema, letteratura che in un connubio perfetto danno vita a spettacoli estremi con sfumature che si muovono dall’estrema raffinatezza al trash decadente. Ieri, davanti ad un pubblico di pochi intimi, è andato in scena ‘come un cane senza padrone’, ideato e diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, che si presenta come un viaggio trasversale che parte dal romanzo ‘Teorema’ di Pier Paolo Pasolini e si muove attorno ad opere che hanno come fulcro l’elemento sacrale-distuttivo come in ‘Porcile’, ‘San Paolo’ e ‘Petrolio’. Il pubblico si è trovato davanti non una scenografia nel senso comune del termine ma ad una sorta di spazio filmico formato da vari schermi con diverse profondità: un trittico video che proponeva immagini che si estendevano sulla scena grazie alla presenza di elementi tangibili come una vecchia Alfa Romeo degli anni ’70 che occupava parte del palco. Al centro della scena la narratrice, Emanuela Villagrossi, che con voce calda e suadente ci porta nel mondo dell’ing. Carlo (Dany Greggio) e al suo incontro con il giovane Carmelo (interpretato per questa serata da Matteo Angius). E’ un viaggio nella borghesia degli anni ’70, è un grido contro la ‘banalità del male’ nel quotidiano che in Pasolini, ad esempio, si denuncia con l’avvento di un fatto esterno scandaloso quale la visita di una presenza demoniaca o angelica come accade in ‘Petrolio’. Un ‘film di letteratura’ quello presentato dove i due personaggi maschili sembravano esibirsi in un concerto fisico ma soprattutto acustico: erano posizionati sul lato della scena e davano vita con rumori e poche battute alle immagini proiettate su uno degli schermi. La loro è un’assurda storia fugace, un rapporto fisico e quasi crudele come la vittima con il carnefice dove Carlo diventa ‘una cagna’ nelle mani di Carmelo. Pasolini amava le corse, le auto veloci e spesso andava in giro solo di notte girando per la periferia urbana, vagando per la Tuscolana e per l’Appia come un pazzo proprio ‘come un cane senza padrone’. Per sopperire questa mancanza, questa solitudine alla ricerca di un qualcosa di effimero, così come fa Carlo che per nascondersi dalla società vive la scoperta della sua ‘nuova’ sessualità in maniera dilaniante.Uno scenario che si muove tra periferia e deserto che sarà l’ultimo luogo ad ospitare Carlo dove, colto da solitudine e disperazione, giungerà all’annientamento.Certamente elitaria ed incisiva la performance che ricalca in modo sorprendente la poliedricità delle opere pasoliniane, nel continuo susseguirsi di emozioni rabbiose e slanci d’amore. La serata si è conclusa con la proiezione del film ‘Splendid’s’, ispirato dall’omonima opera di Jean Genet (1948), sempre di produzione Motus, Theatre National de Bretagne, che in collaborazione con la provincia di Rimini e con TTV Riccione ha realizzato un mediometraggio nello scenario decadente dell’albergo che ha ospitato il progetto.Uno scenario unico quello proposto: un albergo, ormai non più agibile, che si differenziava dagli altri così standardizzati della riviera, che ha visto muoversi una banda di sette gangster che come su un palco teatrale si aggirava tra le varie stanze in preda ad euforia che rasentava la follia. La telecamera spesso sembrava danzare con loro sulle note di un passionale tango per poi soavemente attenuarsi con sonorità tutte francesi. Una visione che, pur non abbandonando totalmente i canoni teatrali, si muove a tutto tondo riuscendo a trasportare lo spettatore in quel mondo fatto di mitragliatrici ma anche di tendaggi rosati e divanetti barocchi.
Luana Martino

Suoni di una Sicilia e melodie orientali fanno da sfondo al concerto di Carmen Consoli che pone al centro del suo tour la donna e tutto il mondo che la circonda.“Eva contro Eva” il nuovo spettacolo della “cantatessa” come ama definirsi, una unione tra cantautrice e poetessa, ha proposto anche testi scritti per l’occasione da Emma Dante e recitati dalla bravissima attrice Simona Barato che descrivono la donna in tre momenti della loro vita.Lo spettacolo inizia proprio con uno di loro, con la presentazione di una sposa “sciancata”, che ha saputo nascondere per tutto il periodo del fidanzamento la sua menomazione fisica (dietro suggerimento della madre “ce lo dici dopo la verità”), giustificando la sua camminata barcollante come un balletto di gioia.Inizia così il concerto di Carmen che propone nella prima parte, brani del suo ultimo cd “Eva contro Eva” iniziando con “ Sulle rive di Morfeo” per proseguire con “Matilde odiava i gatti” e non poteva mancare “Fiori d’arancio”, accompagnata dai bravissimi musicisti che hanno suonato strumenti etnici per allargare la melodia della Consoli che abbraccia tutto l’area del Mediterraneo.Così dalle percussioni di Puccio Panettieri si passa al suono del mandolino (strumento che identifica l’Italia) con Massimo Roccaforte per ascoltare le dolci noti di un violino di Andrea Di Cesare a quello del suono più grave del contrabbasso di Marco Siniscalco, a musiche orientali suonate con un buzouki , l’arpa celtica e un sithar incantatore da Santi Pulvirenti, che ha deliziato la platea con un assolo di grande interesse. Carmen sembra essere ormai consapevole della sua sensualità e anche con una chitarra in mano che non abbandona mai durante il concerto, si muove al ritmo della sua musica con movenze da odalisca, con un vestito fasciato di raso, che ne esaltano le movenze, proponendo un nuovo suono più acustico e meno rock.E’ cambiato anche il modo di scrivere, più di facile interpretazione meno ricercato e artificioso e sicuramente più scorrevole, capace di essere apprezzato anche da chi non ama il modo di cantare della Consoli.La seconda parte recitata vede Simona Barato interpretare una bambina con una bambola vestite allo stesso modo e tutte e due si chiamano Eva. Tra loro a causa di un incantesimo avviene uno scambio di personalità.Mentre la terza e ultima parte è una donna vestita a lutto con un grosso cappello nero, “che la ripara dal sole dalla pioggia ma anche dalla maldicenza”, e con un grosso pancione perché si trova alla “sessantesima” settimana di gravidanza.Spunto per cantare “la Dolce attesa”, dove si descrive con ironia ma anche con amarezza il quadro di una gravidanza isterica ,Sono passati tre anni dal suo ultimo cd “L’Eccezione” e Carmen Consoli è tornata più sicura, consapevole della sua crescita artistica, non appare “Confusa e felice” e dopo due ore e mezza di concerto presso il Teatro Team di Bari ha entusiasmato i presenti in sala, proponendo testi dove descrive donne costrette a piegarsi a una forza maggiore di loro, sconvolte dal dolore dell’abbandono di un amore o di un figlio in guerra, ma sempre pronte a rialzarsi perché sono donne vere e fiere di esserlo eei sembra essere un punto di riferimento non solo del mondo femminile ma anche di quello musicale, pop, rock e melodico.
Anna DeMarzo

domenica 18 marzo 2007

ATTESE omaggio a Samuel Beckett


Al Teatro Abeliano dopo due giorni di rappresentazioni si conclude oggi "Attese" ideazione e regia di Francesco Gigliotti con: Tiziana Battisti, Agnese Chiara D’Apuzzo, Francesco D’Atena,Maria Elena Lazzarotto, Zahira SilvestriCinque personaggi vivono la loro condizione di attesa.Chi e cosa stanno aspettando? Una impellente necessità pare legarli a quella attesa, ci saranno dei cambiamenti, qualcosa accadrà! Ogni tentativo fatto dai personaggi di convivere condividendo lo spazio vitale diventa grottesco, l'unica cosa che resta da fare è assolvere al proprio destino. Iro e One ne hanno uno preciso: attendere.Nell'attesa di un incontro che pare debba cambiargli la vita, consumano tutta la loro esistenza, di cui poco o nulla ricordano.I due incontrano un signore e il suo servo,ed anche un piccolo monello che deve dar loro notizie importanti. Questo è quello che sembre succeda ... ma forse non accade e non accadrà.La storia è ferma forse non esiste.Ogni giorno si ripete uguale come sempre , le differenze non si vedono,tutto è indifferente ,aspettando che la notte compiendo l'inesorabile inghiotte il giorno sancendone la fine.Nell’indugio, nell’indolenza di un tempo che pur trascorrendo non passa, i cinque si trovano loro malgrado in situazioni comiche e paradossali. Lo spettacolo è ispirato al teatro dell’assurdo di matrice beckettiana, dove emergono i grandi temi della solitudine e dell’angoscia di esistere.L’attesa è metafora del vivere contemporaneo che si sostanzia nei comportamenti dei personaggi di fronte alla necessità di fornire istante dopo istante un senso qualsiasi alle loro vite. Nel gioco della rappresentazione l’uso della maschera della Commedia dell’arte d’influenza napoletana, si rivela come scelta essenziale nell’alternarsi dei ruoli. Il senso del comico e del tragico dell’attesa, trova così, un equilibrio singolare capace di misurarsi con i grandi temi della letteratura del novecento. E’ proprio l’utilizzo del codice energico dei personaggi di basso rango a inventare l’azione drammatica e il senso irresolubile della vita in una grottesca serie ininterrotta di eccetera eccetera.Bravissimi gli attori che ben hanno usato il suono della voce passando dal dialetto napoletano ,all'inglese ,all'italiano alternando voci ruvide ,cavernose ,suoni gutturali ,gesti,mimica e movimenti coreografici dall'azione plastica e dinamica del corpo.

XXVII edizione di Expo Arte - Fiera del Levante di Bari


E’ iniziata ieri 16 marzo e terminerà lunedì 19, la XXVII edizione di Expo Arte, manifestazione dedicata all’Arte Moderna e Contemporanea che si svolge presso la Fiera del Levante di Bari.Un appuntamento che ogni anno riesce ad attirare tanti visitatori poiché col tempo è riuscita ad acquisire un ruolo primario sia sul campo nazionale che su quello internazionale, esponendo quadri di grandi maestri del movimento artistico del cubismo, dell’astrattismo del dadaismo e della pop art.Così è facile poter ammirare quadri di Picasso, De Chirico, Chagall, Mangritte, Gattuso e Andy Warhol.Ma accanto a questi nomi prestigiosi non sfigurano giovani artisti che espongono le loro opere attraverso il settore dell’arte Contemporanea.Bari in questo periodo sembra avere un legame preferenziale con la Russia e lo si nota anche nel visitare l’edizione 2007 di questa Expo-Arte.Ad aprire la manifestazione artistica è la rassegna dell’arte russa dalla rivoluzione di Ottobre al crollo del muro di Berlino.Sono esposte ben 80 opere che racchiudono un periodo che va dal 1919 al 1989, suddivise in tre sezioni: Pittura (su tela, catone e cartoncino), satira (con vignette satiriche anche di Boris Efimov, vignettista preferito si Stalin, che quest’anno compirà 107 anni) e propaganda politica.E’ suggestivo apprezzare gli artisti russi come Nikolaj Karahan, uno dei più importanti artisti uzbeki del 900, o Fedorov, che descrivono momenti di vita quotidiana come la “Raccolta del cotone” o “Ritorno dai campi” con pennellate delicate o paesaggi russi dove al verde della campagna in lontananza si possono vedere le vestigia del potere industriale che avanza, così sapientemente miscelati si intravededono le torri delle ciminiere o i bracci girevoli delle gru.In contrapposizione a tanta delicatezza fa eco l’esposizione della sezione satira e propaganda politica, con opere celebrative del successo del partito comunista. Protagonisti indiscussi di queste opere sono lo Stato, i contadini, operai, cortei celebrativi e parate militari. Curioso è stato trovare in questa sezione il manifesto del film “Bellissima” di Luchino Visconti con l’immagine di Anna Magnani, rigorosamente scritto in cirillico.
Anna DeMarzo

sabato 17 marzo 2007

Il viaggio nel tempo di Luca Carboni


“Le band si sciolgono tour 2007” – Teatroteam di Bari-venerdi’ 16 marzo- ore 21 Dopo cinque anni di assenza dal mercato discografico, Luca Carboni è pronto a rimettersi in gioco. Il suo nuovo attesissimo album, interamente prodotto ed arrangiato dall’artista, dal titolo “Le band si sciolgono”(pubblicato il 29 settembre da “Sony Bmg Music Entartainment”), sembra riportare il cantautore bolognese classe 1962, all’energia di fine anni ’80 quando con le hit estive “Mare mare” e “Ci vuole un fisico bestiale” raggiunse la sua più alta popolarità. Un disco nato dall’esigenza profonda di creare un rapporto più diretto con l’ascoltatore, registrato in studio dallo stesso autore senza l’ausilio, almeno in fase di preproduzione, di musicisti esterni, proprio per ricreare uno spirito più intimista e riflessivo sul tema che si vuole raccontare: il trascorrere del tempo .In ogni brano c’è infatti un riferimento preciso alle cose che cambiano, che si trasformano in un ciclico ripetersi senza fine, ma che restano nella memoria di ognuno di noi, in un percorso di conoscenza individuale teso alla ricerca dell’ equilibrio .Un lavoro importante, che vanta anche collaborazioni illustri quali l’amico di sempre Gaetano Curreri, coproduttore del suo album d’esordio “Intanto Dustin Hoffmann non sbaglia un film” , che firma la musica di “Lampo di Vita”, Pino Daniele coinvolto musicalmente in “La mia Isola” con la sua chitarra latineggiante ed infine Tiziano Ferro, in uno toccante duetto vocale nel brano “Pensieri al tramonto” . Per la tappa pugliese di presentazione del tour “Le band si sciolgono”, Luca Carboni ha regalato al pubblico, accorso numeroso ad ascoltarlo ieri al Teatroteam di Bari, momenti di intensa emozione. Oltre due ore di concerto, per complessivi venticinque brani arrangiati in chiave decisamente rock e con un sound, che sembra riportarci, per l’uso massiccio dell’ elettronica, a certe sonorità degli anni ottanta. Ad accompagnarlo sul palco un organico di eccellenti musicisti quali Antonello Giorni alla batteria, Ignazio Orlando al basso, Mauro Patelli e Vincenzo Pastano alle chitarre e Fabio Inastasi al pianoforte e tastiere. Supporter di tutto rispetto per l’intera tournee, il cantautore catanese Rosario Di Bella, che ha presentato tre brani tratti dal suo nuovo progetto discografico “ Il negozio della solitudine”, disco che sembra respirare una tematica affine a quella dell’ artista bolognese, incentrata sui dubbi del tempo che passa, sul viaggio interiore che ognuno di noi deve intraprendere per poter vivere al meglio il proprio tempo. Ma ecco che all’ apertura del sipario, si presenta al pubblico la scenografia ideata dallo stesso cantautore, che sembra richiamare nei tre archi, all’interno dei quali sono allestiti tre schermi sui quali vengono proiettati disegni e i videoclip d’animazione realizzati dal regista Marco Pavone su ispirazione del disegnatore Hugo Pratt, i portici caratteristici dell’amata Bologna . Primo brano in scaletta “ Segni del tempo”,” Sarà un uomo” cantata a gran voce dal pubblico e “ Giovani disponibili ”, vero e proprio inno generazionale. Luca Carboni, visibilmente emozionato e sorpreso per la calorosa accoglienza dei suoi fans , saluta il pubblico , per poi proseguire il concerto con la romantica “ Sto pensando” , la melodica ed onirica “ Settembre” e “ La mia città” , idealmente dedicata ad ogni città ma che, in questo caso, ama dedicare a Bari, città che lo ha sempre accolto con grande energia .Seguiranno l’ironica “Sexy”, “ Lampo di vita” cantata a squarciagola dal pubblico e “La mia isola”, ispirata alle bellezze dell’ Isola d’ Elba, ma anche, nei contenuti, un inno meraviglioso alla vita .Una breve pausa, per poi riprendere il live, con un set interamente acustico a cui seguiranno “Farfallina “, e i due fortunati singoli tratti dall’ultimo album: “Le band”,con il suo testo ironico ed amaro, e “Malinconia”,che fa parte della colonna sonora del film “Notte prima degli esami oggi”. Toni decisamente più’ rock con “Inno nazionale” ,“ Pensieri al tramonto”, cantata in duetto sul palco con l’amico Rosario Di Bella e la trascinante “Ci vuole un fisico bestiale” .Applaudito dal pubblico Luca Carboni non si risparmia, concedendo ben tre bis: “Vieni a vivere con me”,” L’amore che cos’è” e “ Mare mare “ .
Claudia Mastrorilli

venerdì 16 marzo 2007

“Urlo” doloroso e prolungato dell'uomo verso la società


Per la Stagione di prosa del Teatro Pubblico Pugliese, in esclusiva Regionale al Teatro Piccinni di Bari, Emilia Romagna Teatro Fond. Regia di Pippo Delbono, sarà applaudito fino a domenica 18 Marzo Urlo, performance teatrale, atto unico, nata dal singolare incontro tra Delbono e la sua sempre più numerosa compagnia di straordinari attori borderline, senzatetto, down e disabili mentali, la voce di Giovanna Marini e l’attore Umberto Orsini. Insieme lanciano un “Urlo” doloroso e prolungato nei confronti della società che opprime l’uomo e ne vanifica gli intenti positivi. Si tratta di un ululato di collera contro i potenti, ma anche un grido d’allarme per chi vuole ancora ascoltare. La pazzia, il sottile filo che separa quello che il mondo dei benpensanti chiama normale e anormale. Lo spettacolo ha debuttato all’ultimo festival di Avignone, nel mitico spazio della Carrière Bourbon. Contenuto fondamentale della rappresentazione è sostanzialmente il potere nelle sue varie forme, religiose e familiari. Sulla scena sfilano con i loro volti deformi, suorine, vescovi e militari, abitanti di un lido balneare anni Cinquanta che all’improvviso si trasforma in uno scenario universale. I miti delle proteste sociali e musicali degli anni ‘60-’70, rappresentati dai cantanti capelloni e anticonformisti circondati dai fans club, ed infine i mitici figli dei fiori.“Figure e apparizioni simboli del potere e della devianza sociale dal sapore felliniano in questo Urlo” di ribellione che va coinvolgendo enormi masse di pubblico in tutti i teatri d’Europa. Spettacolo che va sicuramente visto e consigliato per la forza di un messaggio semplice che travolge arrivando diritto al cuore, per l’aggressività con cui lo colpisce e i sentimenti che vi insinua. Lavoro acclamatissimo nato della straordinaria capacità di Pippo Delbono e dei suoi attori con l’intento di sovvertire qualsiasi regola narrativa, senza però mai perdere un legame intimo e forte con ogni spettatore.Dalle origini dell’umanità, da quando Caino uccise Abele, l’uomo ha creato le leggi, dando origine al carcere, luogo senza speranza, dove regnano solo urla di dolore… Numerosi sono i riferimenti alle Avanguardie del Novecento, nessuno di noi può dimenticare l’Urlo di Munch o l’emblematica Guernica di Picasso, dove l’umanità è rappresentata nel suo urlo più straziante, nella disperazione di ogni giorno che accompagna tutt’ora in pieno Post-moderno il dolore inconsolabile dell’umanità. L’incipit e il procedere di tutto lo spettacolo è “gridate più forte!”, “Le menti migliori della mia generazione impazzite che urlavano gli echi dell’anima … che si squagliavano il cervello venivano espulsi dalle Accademie” e poi … “Ogni uomo è santo …, il barbone è santo … viva il coraggio! Di chi? Di chi si ribella e lotta.
Maria Caravella

Bari - Bertinotti e Rutelli alla IV Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo


Bari in poco tempo sta diventando una città che sta riuscendo a calamitare gli eventi più importanti di questo anno, sta diventando un punto di riferimento per il nostro Governo e per la politica estera che la osservano con un occhio di riguardo.Ieri con l’arrivo del presidente russo Vladimir Putin, per il vertice italo-russo, oggi con Fausto Bertinotti, presidente della Camera dei Deputati e Francesco Rutelli, vice presidente del Consiglio e Ministro per i Beni e le Attività Culturali, per “La città della Cultura”, la IV Conferenza Nazionale degli Assessori alla Cultura e al Turismo, promossa da Anci, Conferenza delle Regioni, Upi, Legautonomie, Uncem, Federculture e Fomez, in collaborazione con Regione Puglia, Provincia e Comune di Bari, con l’obiettivo di sviluppare una maggiore competitività locale attraverso la valorizzazione dell’arte e della cultura.Questa conferenza è un appuntamento biennale e per la prima volta si tiene nel Sud Italia e Bari è stata scelta in virtù della sua “vocazione al dialogo interculturale”.Una full immertion di tre giorni dal 15 al 17 marzo presso la villa Romanazzi-Carducci, dove interverranno 120 esponenti di Governo, Parlamento, Istituzioni, Enti Locali, Imprese ed Associazioni.Ad aprire la prima sessione plenaria il sindaco di Bari, Michele Emiliano che ha inviato un benvenuto non formale a Bertinotti, “perché Bari è legata alla sua figura per il lavoro che sta facendo e raffigura una speranza che ci da fiducia.Abbiamo fatto un sogno condiviso quello di riaprire il Teatro Petruzzelli tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 e forse l’allontanamento della cultura che i baresi hanno avuto in questi anni è dovuto anche al cratere che il Petruzzelli ha lasciato. Ma ora c’è voglia di riscatto, c’è voglia di costruire una rete che unisca le città e che possa allargare e fare di Bari una sorta di “spalla” indispensabile per creare un capolavoro, attraverso eventi e spettacoli che rappresentano il volto di Bari multinazionalistico”.Il sogno del sindaco è proseguito anche stamani quando si è recato alla Caserma Rossani, ceduto al Comune dal Governo , e durante un sopralluogo ha immaginato come utilizzare quell’area a favore della cultura in armonia con la città. Per Vincenzo Divella, presidente della Provincia, si è ritrovata la centralità economica della città di Bari che si è svegliata, grazie al patto concreto tra istituzione pubblica e privata che assieme individuano i problemi e le relative soluzioni.La Cultura ed il Turismo sono una ricchezza del territorio e non come fino a poco tempo fa considerate la “Cenerentola” del bilancio nazionale: Oggi esiste un inversione di marcia a favore delle promozioni culturali.“Le nostre visioni sono di fronte a un quadro di realtà le cui asprezze non possiamo metterle tra parentesi”, con queste dure parole il presidente della Regione Puglia è intervenuto alla conferenza “siamo dentro ad elementi inquietanti di crisi culturale, ce lo dice anche la crisi ambientale che accompagna il degrado degli ecosistemi. Stiamo di fronte ad un passaggio terribile e occorre che ognuno di noi assuma le proprie responsabilità.La Regione Puglia ci sta provando. Occorre investire in “bellezza” e questo significa trovare il senso della convivialità, riaprire il rapporto con la città.La Puglia è una regione al centro del Mediterraneo ed essere nel Mediterraneo significa guardare che questo mare è un mare incandescente ricco di focolai. Occorre rimuoverli ma occorre disarmare anche i linguaggi”.“Bari è una città in questo momento fortunata ed illuminata, non solo per il sole – ha dichiarato Fausto Bertinotti - perché Bari viene a significarsi come elemento di una lingua possibile per l’Europa. Bari porta d’Oriente ma che si rivolge sia all’Oriente che all’Occidente risultando un punto di incontro tra le civiltà. Simbolicamente è anche il dialogo tra passato e futuro e con lei possiamo vivere l’opportunità di vedere la cultura che unisce”.
Anna DeMarzo

Bari . Vertice Italo - Russo - Prodi E Putin ottimisti


Nella conferenza stampa congiunta tenutasi presso il Teatro Piccinni di Bari, il professore Prodi, è apparso abbastanza soddisfatto si è dichiarato “contento del vertice”.Un vertice a 360 gradi dimostrato dai contenuti che ha toccato tutti i temi, dalla libertà di stampa, alla tutela dei diritti umani, alla pace dei popoli e dei diritti civili, bene indivisibile dell’umanità che deve tener conto anche all’autonomia di ogni Stato.Sotto il profilo della politica internazionale la Russia e l’Italia hanno una visione unilaterale in quanto le loro posizioni sono vicine o coincidono per quanto riguarda il caso del Libano, Kossovo, Iran ed Afghanistan ed intendono regolare questi problemi in modo pacifico anche se sono preoccupati per la moltitudine di focali di terrorismo in Medio Oriente. Sul tema dell’energia Prodi ha dichiarato che “non c’è dipendenza energetica con la Russia, ma una interdipendenza tra Russia e Unione Europea e di conseguenza tra Russia e Italia,l'intesa tra Eni e Gazprom è un modello'”.Grande interesse hanno manifestato i due protagonisti riguardo all’intesa tra Alenia e Sukoi per la produzione congiunta del nuovo aereo civile “superjet 100”.Dal canto suo Vladimir Putin ha ringraziato il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ed il presidente del Consiglio Romano Prodi per l’invito che ha ricevuto per venire in Italia e che lui ha accolto con molto interesse perché così ha potuto visitare anche una città del sud Italia.L’Italia è uno dei partener europei più importanti della Federazione Russa e sono già quattro volte che incontro Prodi e ritengo che questi dialoghi interconfessionali sono necessari per risolvere i problemi più importanti dell’umanità e con lo stesso spirito si è svolto anche l’incontro con il Papa di ieri.Nella conferenza Prodi ha annunciato che con un gesto importante e di grande attenzione verso i nostri amici russi, è stata restituita la Chiesa Russa di Bari.Putin dichiara di aver consegnato il “Premio congiunto” al governatore della regione di Lipetsk, Oleg Petrovic Korolev, e al presidente di Indesit Company, Vittorio Merloni la cui azienda è presente da circa trent’anni sul mercato russo.Al termine della conferenza stampa si sono recati a visitare la Chiesa Ortodossa-Russa di San Nicola Taumaturgo in Corso Benedetto Croce, accolti da Padre Vladimir Kuchumov e poi alla Basilica di San Nicola, nella Città Vecchia ricevuti da Padre Damiano Bova.Terminate le visite con la sua macchina presidenziale ha fatto ritorno all’aeroporto alla volta di Mosca.
Anna DeMarzo

A Bari Vladimir Putin ha incontrato Romano Prodi


In una Bari blindatissima, i baresi hanno accolto questo evento in modo non del tutto partecipativo. Pochi erano i presenti accalcati dietro le transenne che in Corso Vittorio Emanuele costeggiavano il marciapiede che dal Municipio prosegue verso il Teatro Piccinni , molto di più il dispiegamento delle forze armate, pare circa 1500 unità tra polizia, carabinieri e militari russi in borghese.Il primo ad arrivare puntuale all’aeroporto Karol Wojityla è stato il presidente del Consiglio, Romano Prodi, seguito dai sette Ministri Italiani D’Alema, Mastella, Padoa Schioppa, Parisi, Bersani, Mussi e Bindi.L’arrivo di Prodi e della sua delegazione in Piazza Libertà, è stato ricevuto da un risicato applauso dei baresi che assieme alle autorità hanno atteso più di mezz’ora di ritardo l’arrivo del presidente russo rispetto al programma previsto.Il presidente Vladimir Putin è arrivato in Piazza Libertà accolto da Prodi e con lui ha proseguito al cerimoniale che prevedeva gli onori militari (con un picchetto d’onore composto da guardia di finanza, aeronautica, marina, esercito e carabinieri in alta uniforme) e alla bandiera, seguito dall’esecuzione degli inni nazionali russo e italiano.Al termine della rassegna i due presidenti con le loro delegazioni hanno fatto ingresso nel Palazzo di Città dove sono stati accolti dal sindaco di Bari, Michele Emiliano, dal presidente della Provincia, Vincenzo Divella e dal presidente della Regione Puglia, Nichi vendola,che per via protocollare hanno consegnato a Putin una pregiatissima “Bottiglia della Santa Manna”, tratto da un calco originale dei fratelli Francesco e Raffaele Spizzico, a Prodi una scultura in terracotta realizzata dallo sculture Vito Moccia di Rutigliano, intitolato “Ulivo”, simbolo della Puglia, ma anche simbolo di pace e di caparbietà.Mentre alle rispettive consorti non presenti in Piazza Libertà perché hanno seguito un altro programma, più turistico, recandosi nella zona di Alberobello per visitare i rinomati trulli, sono state donate due statue di terracotta raffiguranti due spose e realizzate dall’artista barese Vannina Grili.Al termine i due presidenti hanno proseguito il loro incontro bilaterale presso il Salotto del Camino in Prefettura.
Anna DeMarzo

mercoledì 14 marzo 2007

Ragazzi terribili ... la forza e l'energia dei Deep Purple


Andria – Palasport – Deep Purple in concertoGremito di fans il palazzetto dello sport di Andria per l’ultima data, organizzata da Delta Concerti, del tour italiano dei Deep Purple prima di approdare in Europa. Il Rapture of the Deep tour di uno dei gruppi più importanti ed influenti, secondo forse solo ai Led Zeppelin, dell’Hard Rock anni ’70, approda in Puglia acclamato e quasi venerato dal pubblico presente. Le prime note ad aprire il concerto sono quelle di ‘Picture of Home’ brano appartenente ad uno degli album ormai leggendari: ‘Machine Head’ del 1972. La formazione, si sa, non è più quella di ‘Made in Japan’ e gli appassionati conoscono le ‘peripezie’ che il gruppo ha subito e soprattutto è a conoscenza delle perdite degli elementi fondamentali che avevano reso inconfondibili le sonorità dei Deep Purple, come il chitarrista Ritchie Blackmore e il tastierista John Lorde. Oggi comunque si presentano ugualmente degni del nome Deep Purple. E’ la stessa che gli ha visti esibirsi alla giornata Live 8 del 2005, organizzata per chiedere al G8 la cancellazione del debito dei paesi africani; una strepitosa voce quella di Ian Gillan accompagnato dall’unico pezzo originale rimasto, il batterista Ian Paice, circondato da Roger Glover al basso, Steve Morse alla chitarra e Don Airey alle tastiere. Dopo i primi pezzi hanno letteralmente infiammato il pubblico che ipnotizzato ha seguito le evoluzioni dei 5 che sembravano muoversi con energia straordinaria nonostante possano vantare una carriera alquanto vetusta.Un virtuosismo, una capacità e pulizia tecniche che, se in ‘illo tempore’ hanno rappresentato una delle più importanti evoluzioni nella storia della musica, oggi continuano ad incantare i fans.Il pubblico presente ad Andria, proveniente da più parti della Puglia, si è trovato davanti ad un Gillan che sa bene come tenere in pugno la platea, con un’ugola ancora squarciante anche se certamente più tranquilla e regolare. Ancora in grado di sorprendere con i suoi acuti anche se di durata inferiore. A metà concerto il chitarrista Morse si è esibito in un assolo, proponendo un medley che ha toccato stili diversi, dai Led Zeppelin a Jimmy Hendrix. E’ stata poi la volta di Airey che ha divertito il pubblico con sonorità quasi elettroniche passando inseguito ad un breve accenno della ‘Cavalcata delle Valchirie’ per poi omaggiare la Puglia con le note di un brano popolare (‘Abbasce a la marine se venne u’ pesce’). Non si sono certamente risparmiati il bassista Glover che si muoveva sul palco e il batterista Paice che continua ad ammaliare con le sue evoluzioni.La loro genialità e l’abilità tecnica rende i Deep Purple non facilmente ascrivibili al solo Hard Rock, infatti, l’approccio a sonorità classiche gli avvicina al ritmo tipico del Blues e del Rock and Roll. Quasi a fine dell’esibizione poi, un pezzo cult e leggendario ‘Smoke on the Water’ che basterebbe per ricordare i Deep Purple fino ai giorni dell’apocalisse del Rock. Ovviamente sulle famose note il numeroso pubblico è impazzito intonando le parole a squarcia gola e sventolando accendini creando un’atmosfera suggestiva. Pronti a rimettersi in gioco con questo nuovo tour la band, che ha vissuto più vite di un gatto, si ritrova con progressioni irresistibili che hanno attraversato il tempo e ripropone quegli accordi sin dal lontano ’68.Insomma un gruppo che potrebbe ancora insegnare molto ai tanti ‘figli adottivi’ di oggi che continuano ad acclamarlo e ad emozionarsi con le note di questo storico ‘fenomeno porpora’.
Luana Martino