PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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lunedì 29 ottobre 2007

Bari - Per la rassegna “Soul Makossa” in concerto due belle voci dal Libano : Carla e Carine Ramia



Il festival interetnico di musica e teatro dal titolo “Soul Makossa” giunto ormai alla VIII edizione, ha proposto ieri 28 ottobre, presso la Chiesa di San Marcello di Bari, la performance di Carla e Carine Ramia in una delicatissima esibizione musicale.Libanesi, sorelle, Carla e Carine sono diplomate in canto orientale. Vissute immerse nel clima artistico profuso dal padre, il musicista e compositore Michel Ramia, hanno proposto al nutrito pubblico incuriosito, brani della tradizione della chiesa maronita, elaborati da una morbida ricerca espressiva scaturita dall'esigenza d' interculturalità.Le due delicate voci femminili sono state accompagnate da Rami Maalouf al flauto, Michel El Massih al piano e Milad Nassim al violino.Il concerto si è virtualmente suddiviso in tre parti, la prima dedicata al Signore con i canti della tradizione siro-maronita, in lingua siriana come “Abou dqouchto” e “Choubho Ihaw qolo”, miste ad alcune composizioni nuove di Michel Ramia, la seconda dedicata alla Vergine Maria, sempre con canti significativi del passato e del presente, la terza ed ultima ha compreso le composizioni musicali dedicate ai santi libanesi Charbel, Rafca e Neemtallah. Il concerto si è chiuso con il brano Noussalli che ha dato il titolo al loro ultimo cd, interamente composto da Michel Ramia.I brani accompagnati dal piano, con numerosi ed elaborati interventi di flauto e violino, hanno sicuramente evidenziato la capacità vocale delle due artiste, mettendo in scena la peculiarità tradizionale di canti di Chiesa maronita: è una chiesa cattolica sui iuris, praticamente nella stessa Chiesa cattolica mantiene riti e liturgia della tradizione siro-antiochena, il patriarca dopo l'elezione fa professione di comunione con il pontefice romano.Carla, Carine ed il loro gruppo, hanno condotto il pubblico in una sorta di atmosfera piuttosto rarefatta, tanto che l'impronta musicale del Libano si è sparsa nell'ambiente in maniera leggera e poco invadente, al fine di evidenziare un discorso di mescolanze culturali assolutamente efficaci e decisamente suggestive.
Deborah Brivitello

Andria (Bari) - ‘Dream Theater’ in concerto e si infiammano gli animi



Grande evento quello di ieri sera svoltosi all’interno del Palasport di Andria. Davanti ad un pubblico trepidante ed emozionato si sono, infatti, esibiti i ‘Dream Theater’ una delle icone del Metal Progressive.Il concerto inizia verso le 20.00: aprono la serata i ‘Symphony x’ provenienti dal New Jersey (USA) che subito infiammano gli animi con la loro musica definita progressive-power metal. I loro brani sono un connubio di metal arricchito da arrangiamenti sinfonici che rendono uniche le loro esibizioni…e ne sanno qualcosa gli amanti del genere.Per la serata di ieri non si sono risparmiati nulla e anzi era così alto l’entusiasmo da causare addirittura diversi malesseri nel pubblico assiepato sotto al palco.Tornando ai Symphony x, fondati nel 1994 da Michael Romeo ancora chitarrista della band, oggi si presentano con una formazione di cinque elementi. Oltre al già citato Romeo troviamo: Russel Allen alla voce, Michael Lepond al basso, Michael Pinnella alle tastiere e Jason Rullo alla batteria.Un antipasto davvero gustoso che ha riscaldato l’atmosfera per gli headliner della serata…i Dream Theater. Entrano in scena alle 21 e 15 circa..il boato che accompagna il loro ingresso fa supporre che sarà un concerto formidabile. E, infatti, anche per coloro che non amano questo tipo di sonorità ascoltare dei musicisti di tale livello è sempre davvero emozionante.I Dream Theater, indiscussi leader del metal-progressive statunitense, finalmente tornano in tour per presentare il loro nuovo disco ‘Systematic Chaos’ pubblicato nel 2007. Solo cinque le tappe italiane e unica quella di Andria per il Sud…anche per questo i molti fans presenti ieri provenivano da varie parti del meridione.Gli avevamo visti, l’ultima volta, esibirsi a Milano per il ‘Gods of Metal’ dove il gruppo aveva suonato per intero ‘Images And Words’ per celebrare il 15esimo anniversario del disco, finalmente ieri i fans più accaniti sono stati deliziati dall’ottima esibizione dei loro leader.Il gruppo, fondato a Boston da John Petrucci nel 1985, vanta una carriera trentennale ed oggi il suono e la loro forza prorompente continuano a stupire. James LaBrie – voce e percussioni, John Petrucci - chitarra, Jordan Rudess - tastiere, John Myung – basso e Mike Portonoy – batteria, cinque maestri incredibili. Ipertecnici, in grado di regale degli assolo rapidissimi dove addirittura chitarra e tastiera sembrano andare all’unisono. Aprono il concerto proprio con un brano del nuovo album: ‘Constan Motion’ dove la band esprime una maestria incredibile sino all’arrivo della fantastica voce di LaBrie, pronto a trasformare in pura emozione il brano. I suoi acuti, la sua perfetta estensione vocale che mai ha peccato nell’esibizione, continua a caratterizzare il leader del gruppo. James si muoveva continuamente sul palco dove era riprodotta una strada con tanto di lampione e cartello stradale (ovviamente con disegnato il logo del gruppo!) e abitata da due formiche giganti. Per meglio osservare i movimenti del gruppo, poi, un maxi schermo alle spalle del batterista sul quale venivano proiettate immagini riprese in diretta o altre tratte da alcuni loro video-clip. Un’ evolversi di sonorità tecniche e complesse che ha reso il prog metal del gruppo unico e irripetibile.Un susseguirsi di brani appartenenti all’ultimo lavoro ma anche ad album datati come: ‘The spirit carries on’ inserita in ‘Scenes from a memory’ (1999) o ancora ‘As I’m’ che fa parte di ‘Train of thought’ (2003). Delirio tra il pubblico per l’esecuzione di ‘In the Presence of Enemies pt 2”’ ultimo pezzo del nuovo cd che ha una durata di ben 24 minuti e sintetizza un po’ i pregi e i difetti dell’intero disco. Pregi intesi come fedeltà alla tecnica da loro perseguita da anni. Si tratta di scale iperveloci e rullate fulminanti che sicuramente attirano l’ attenzione di quella fedele nicchia del variegato pubblico ‘metallaro’. Il difetto forse più emblematico è quello di essere, nel suo genere, un disco di routine, dove confermano la loro bravura ma non sorprendono più.Comunque dopo quasi due ore d’intense emozioni…i componenti del gruppo salutano e fugacemente scompaiono…ma per poco, visto l’insistenza del pubblico ancora assetato di musica.Eccoli di nuovo per proporre alcuni brani dell’album ‘Awake’ (1994) caratterizzato da un estremo virtuosismo, l'album ha tinte forti, dure, oscure, sempre in chiave evidentemente progressive.Ed ecco il gran finale..sulle note di ‘Octavarium’ tratto dall’omonimo cd del 2005, gli assolo continuano…i musicisti enfatizzano maggiormente le escursioni di note…l’ugola lirica di James LaBrie chiude il concerto!...
Luana Martino

Bari - L’ ESCARGOT PRESENTANO L’ALBUM D’ESORDIO “CORRI”


Corrono come una lumaca per apprezzare meglio i suoni. Le tradizioni della musica popolare, i valzer francesi dal sapore retrò, le musiche irlandesi e ballate del Nord Europa, sono gli ingredienti del progetto musicale “L’Escargot”. Un sogno, quello di Alessandro Pipino (organetti diatonici, fisarmonica, concertina, piano, percussioni, glockenspiel, kalimba, bulbul tarang, harmonium indiano), Massimo La Zazzera (flauto, chalumeau, bansuri, sansula, percussioni). Stefania Ladisa (violino e viola) ed Adolfo La Volpe (chitarra acustica e classica, banjo, chitarra portoghese, basso acustico), che finalmente si realizza con l’album d’esordio autoprodotto intitolato “Corri”. I quattro noti musicisti pugliesi, provenienti ognuno da esperienze artistiche diverse, hanno dato vita a questo nuovo progetto - laboratorio con l’obiettivo di esprimere e fondere l’amore per la ricerca con l’utilizzo di strumenti squisitamente tradizionali e antichi.Alessandro Pipino, autore tra l’altro di tutte le composizioni contenute nell’album, tranne che per “Norma” a firma di Massimo La Zazzera , “Mauve” di Adolfo La Volpe e la title track “Corri” composta con Stefania Ladisa, è arrangiatore e musicista a fianco di prestigiose ensemble quali Radiodervish e Naracàuli. Non sono da meno certamente il coetaneo Massimo La Zazzera, ricercatore di musica antica e popolare a fianco di gruppi pugliesi noti della musica etnica (Ziringaglia, Radicanto, Calixtinus, Musica Officinalis) e formazioni di musica celtica (The Charmin’ Elf, No Man’s Land, Kilartan e Compagnia Gegè); Adolfo La Volpe, chitarrista poliedrico partito dal jazz per poi giungere allo studio delle tradizioni musicali arabe, ebraico-sefardite e celtiche; Stefania Ladisa (diplomata in violino), compositrice di musiche da film e teatro danza. In un’epoca di suoni iperprodotti e di progetti discografici caratterizzati dal barocco elettronico, la formazione barese propone undici brani inediti dal sapore arcaico, in cui si respira il profumo d’Irlanda e di Provenza. La musica giunge lieve, sapientemente costruita intorno a linee melodiche semplici ed ipnotiche, nelle quali si fondono magistralmente, ora intersecandosi ora rincorrendosi giocosamente, i vari strumenti acustici, trasportando l’ascoltatore in una dimensione spazio- temporale difficilmente definibile.Ad aprire l’album è il dolcissimo valzer “Magida”, cui seguono “Desert”, in cui emerge il pianismo minimale di Pipino in un sapiente articolato di gioco di trasporti tonali, e l’antica melodia di “Vecchia Singer”, caratterizzata da un introduzione di chalumeau (strumento predecessore dell’attuale clarinetto), dal timbro affascinante e bucolico. In questa atmosfera onirica si intersecano perfettamente gli interventi del banjo di La Volpe che ben sostenere la linea dell’organetto di Pipino. “Corri”, brano che da’ il titolo al lavoro, rappresenta invece una sorta di incedere ritmico, ancora una volta ben rappresentato dalla suggestiva introduzione di bansuri (antico strumento a fiato, simile al flauto utilizzato nella musica classica indiana), dalla chitarra acustica di La Volpe e con interventi progressivi e ben misurati del violino e delle percussioni etniche. L’ascolto del disco prosegue fluido e distensivo, con ballate caratterizzate da accordi ad ampio respiro sostenute dai tappeti sonori appena accennati dal violino. L’ottimo disco d’esordio de “L’Escargot”, si chiude con “Das Ende Der Dinge”, brano nel quale Pipino sembra davvero esprimere al meglio le sue notevoli potenzialità espressive di pianista: un brano onirico e malinconico, ben adattabile alle immagini di un film.
Claudia Mastrorilli

Bari - Uto Ughi: violino diabolico




Si è aperta ieri sera la stagione concertistica della Camerata Musicale Barese con il concerto di Uto Ughi ed Alessandro Specchi all’Auditorium della Guardia di Finanza.La stagione della Camerata sarà fitta di eventi diversi che si svolgeranno nel corso dell’anno e che spazieranno dalla musica classica al jazz, alla danza, fino al musical dando vivacità alla vita culturale della città di Bari e offrendo varietà.Non è la prima volta che Ughi è ospite della Camerata, evidentemente il pubblico barese lo ama e lo attende senza stancarsi di riascoltarlo più volte. E’ ammirevole il fatto che ogni volta che un nome di tale rilievo come Ughi o Accardo, per non citarne troppi, visitino il giorno dopo il Concerto il Conservatorio di Musica. Ciò denota da parte di due istituzioni importanti come una associazione concertistica e una istituzione educativa senso di collaborazione e devozione alla musica. Dopo i saluti iniziali di benvenuto da parte delle personalità che portano avanti il lavoro della Camerata, Ughi stesso ha continuato a tenere il microfono per avere un rapporto diretto con il pubblico e spiegargli le caratteristiche dei pezzi che avrebbe suonato. Il primo brano in programma è stato il Preludio ed Allegro nello stile di Pugnani in mi minore di Pugnani-Kreisler. Pugnani, insieme a Tartini è stato colui che ha gettato le basi della scuola violinistica italiana dandole onore e riconoscimento in tutta Europa. Il tema iniziale declamato dal violino è imponente e grandioso e fa da preludio alle agilità virtuosistiche dell’ Allegro nelle quali Ughi sguazza nell’agio più assoluto.Seguiva la sonata in do minore op.30 n.2 di Beethoven (1770-1827).Il do minore, tonalità tragica per Beethoven, è la tonalità della V sinfonia. Composta, appunto, in un periodo tragico poiché Beethoven apprendeva della sua sordità. Nel testamento di Heilingenstadt Beethoven diceva di essere in preda ad una tale disperazione che sarebbe giunto al suicidio se non avesse avuto fede nella missione profonda che l’artista deve avere per il suo pubblico. Fortunati noi a non perdere questo genio che ha continuato ha comporre capolavori che vengono ascoltati e goduri ancora oggi. Per Beethoven, come scelta di suono e come tipo di fraseggio, Ughi ha dato una interpretazione molto romantica alla sonata. Forse, talvolta, un suono più classico non sarebbe stata una cattiva idea. Nella seconda parte si sono avvicendati due compositori: H. Wieniawsky (Lublino 1835-Mosca 1880) e Ravel (Ciboure Bassi Pirenei 1875-Parigi 1937). Wieniawsky è per i polacchi quello che Paganini era per gli italiani.Tre brani virtuostici ma ricchi di malinconia sono stati la Legende op. 17, la Polonaise de concert op.4 e Scherzo e Tarantella op.16.Tutti brani di un repertorio da violinista virtuoso qual Ughi è.La Tzigane di Ravel ha concluso il programma. Il brano in questione è originale per violino ed orchestra e mostra le grandi capacità di Ravel, quelle di creare sonorità talmente differenti e varie usando un unico strumento. Ughi ha concesso un bis al pubblico, il terzo tempo del concerto di Paganini ed ha rimandato l’appuntamente al giorno successivo al Conservatorio di Bari ed ha ribadito il ruolo fondamentale che la musica ha e che dovrebbe avere nella scuola italiana come materia fondamentale per la formazione dell’uomo.Arrivederci al prossimo appuntamento con il suo affezionatissimo pubblico.
Viviana Velardi

venerdì 26 ottobre 2007

Bari - Orchestra della Provincia di Bari diretta da Bruno Aprea : La passione Romantica


Ieri sera allo Sheraton Nicolaus Hotel di Bari un numeroso pubblico era presente per ascoltare il bellissimo programma offerto dalla Orchestra della Provincia di Bari diretta da Bruno Aprea.Com’è d’uopo, la Coriolano ouverture op.62 di Beethoven (1770-1827) apriva la serata. Essa precede, in genere, i concerti per pianoforte solista e orchestra dello stesso compositore.Nel caso di ieri sera e -non a caso- ha preceduto la Sinfonia n. 8 in si minore D. 759 “Incompiuta” di Schubert (1797-1828), il quale, guardando a Beethoven come ad un gigante, ne era un profondo conoscitore ed ammiratore tanto da aver preso da lui ispirazione per molte sue composizioni.La scelta di Aprea, non è dunque casuale e dimostra la sua levatura di musicista.Il programma era tutto tedesco: L.van Beethoven, F. Schubert, R. Strauss; quanta generosità proviene da questa terra!L’ouverture op. 62 Coriolano, composta nel 1807, fu ispirata da un lavoro del tedesco Heinrich Joseph Collin e fu presentata, come spiegavo, insieme alla Quarta Sinfonia ed al Quarto concerto per pianoforte e orchestra. I tratti della personalità di Beethoven sono concentrati tutti in questa composizione, che essendo ouverture non ha le dimensioni di una sinfonia, ma ha la capacità di mettere in luce il Beethoven Titano. Essa, infatti, descrive l’eroe Coriolano nel suo aspetto coraggioso ed in quello nobile e gentile. Entrambi i temi sono affidati agli archi, trattati in maniera diversa. Nella ouverture, l’accordo di settima diminuita viene reiterato tanto da creare una esaltazione dello stesso. Questo tipo di accordo è sempre presente nelle composizioni beethoveniane ed ha una carica emotiva unica e forte. La maestria di Beethoven si rivela nella coda, dove la dissoluzione del tema corrisponde alla dissoluzione dell’eroe, alla sua morte.Bruno Aprea conduceva l’orchestra: figlio del grande Tito Aprea, pianista ed autore di molti libri didattici, ha iniziato presto la sua carriera internazionale come pianista ed in seguito come direttore d’orchestra ricevendo riconoscimenti e premi da personalità importanti come L. Bernstein e S.Ozawa. Aprea ha una musicalità eccellente, ha condotto l’orchestra in maniera appassionata e dolcissima, rivelando un rapporto viscerale con la musica. Niente è stato lasciato al caso, ogni nota era vissuta e goduta, anche la più semplice e sola croma.La sinfonia di Schubert “Incompiuta” è tra le sue più celebri composizioni; essa consta di due soli movimenti, ragione da cui deriva il titolo. Il primo movimento, di una bellezza disarmante, si apre con un tema dei contrabbassi e dei violoncelli, cui segue il primo tema, esposto dall’oboe e dal clarinetto, strumenti che si distinguono per il loro timbro dolce e vellutato. Elemento ritmico di rilievo è dato dal sottofondo degli archi. Il secondo tema presenta una linea melodica di estrema dolcezza che Aprea ha messo in rilievo vivendola in modo dolce e appassionato e mettendo in rilievo la bellissima sincope che accompagna l’esposizione del tema e che crea un movimento ritmico vivace e delicato allo stesso tempo.Il secondo movimento è caratterizzato da due melodie che ricordano il secondo tempo del concerto n. 4 di Beethoven: il dualismo tra il tema del clarinetto di estrema dolcezza e la concitazione degli archi che lo contrastano. Di difficilissima esecuzione il poema sinfonico op. 20 Don Giovanni di R. Strauss (1864-1949).Ricchissimo nella trattazione strumentale ricca di richiami di civetterie mozartiane nell’uso delle percussioni(xilofono). Ottima scelta quella di Aprea nell’accostare i tre compositori e grande comunicatività di musicista. E’ un direttore al quale il pubblico barese darà sempre il benvenuto.
Viviana Velardi

giovedì 25 ottobre 2007

Bari - “Pensaci, Giacomino”: il conformismo familiare pirandelliano debutta al teatro Piccinni.


E' andata in scena ieri 24 ottobre, al teatro Piccinni di Bari, la prima nazionale di “Pensaci Giacomino” di Luigi Pirandello, interpretato e diretto da Enzo Vetrano e Stefano Randisi, produzione Diablogues/Teatro Stabile di Sardegna/Teatro Comunale di Imola.Il testo è tratto dall'omonima novella pubblicata nel 1910 sul Corriere della Sera e mette in scena una sorta di conformismo di famiglia, osteggiato da un solo personaggio che porta lo spettacolo fino all'estremo paradosso sociale.Il protagonista è Agostino Toti, anziano professore di Storia Naturale, che decide di rivalersi sul governo che gli ha dato uno stipendio da fame per tutta la vita, sposando una giovane donna per beneficiarla della sua pensione! La bella Lillina, è la promessa sposa, figlia del bidello della scuola dove Agostino insegna, scacciata dai genitori perchè incinta e innamorata di Giacomino un giovane senza lavoro, ex allievo del professore. Ed è così che il professor Toti diventa legalmente il marito della ragazza, ma in realtà il suo è il comportamento di un padre, diventa quindi padre affettivo di Lillina e Giacomino e cresce il loro figlio come un vero e amabile nonno!Quando inaspettatamente riceve una considerevole eredità, il professore diventa un importante azionista della banca e riesce a far assumere Giacomino come impiegato. Ma ora la situazione è diventata insostenibile per la comunità: pettegolezzi, malevolenze ed una sorta di perbenismo sempre più distruttivo mette questo strano gruppo familiare al centro di chiacchiere insopportabili. Ed allora la sorella di Giacomino, decide di farlo fidanzare con una ragazza già amica di famiglia, e manda il suo confessore padre Landolina, un prete poco leale e molto simulatore, a parlare con l'anziano insegnante, per farsi rilasciare uno strano “attestato di moralità” al fine di liberare Giacomino da questa condizione singolare. Non solo, ma anche i genitori di Lillina osteggiano il comportamento del professore così invece di affetto, elargiscono alla figlia manieristici atteggiamenti tanto ipocriti quanto ridicoli. Il professore decide di aiutare ancora la sua protetta e con il bambino si reca a casa di Giacomino, dove trova un muro di falsità e dedizione al conformismo. “Pensaci Giacomino” dice il professore al giovane, esortandolo a tornare dalla sua vera famiglia, quella costruita grazie alla cura di un uomo che ha messo insieme pezzi di esistenze minimizzate dalla società. La falsità di certi atteggiamenti sociali viene osteggiata con forza, dal professore che seppur anziano, non manca di forza verbale e di pensiero, tanto da scagliarsi perfino contro un simbolo finto-religioso come il prete della commedia.La messa in scena di Vetrano e Randisi, ha voluto soffermarsi sul tema della famiglia, con i suoi squilibri e follie che poco hanno a che fare con l'affetto familiare. In realtà sono dettati da comportamenti finto-etici, decretati dall'ipocrisia sociale in cui l'individuo è completamente immerso e spesso affoga. Il rispetto quasi cronico, arriva da un anziano professore, il Senex, o una sorta di Maestro interiore, che altri non è che la parte saggia dell'individuo, la sola piena di affetto e senno, che il testo evidenzia con la sua folle e tangibile unicità.Straordinaria l'interpretazione di Enzo Vetrano, attore fisico, riesce a strutturare il ruolo elaborando una sorta di gestualità semi-alienata (giusta), inventando e liberando una disciplina mimica assolutamente efficace per il personaggio pirandelliano, fortificato anche dalla voce e dal modo singolare di pronunciare le parole. Forse la costruzione scenica mancava di peso in alcune parti, ma l'efficacia del testo, riempiva i vuoti direttivi molto bene. Lo spettacolo fa parte della stagione di prosa 2007/08 dal titolo “Della città il sentimento” del Teatro Pubblico Pugliese e sarà in scena al teatro Piccinni di Bari fino al 28 ottobre.
Deborah Brivitello

lunedì 22 ottobre 2007

Bari - La seducente danza di LAMIA SAFIEDDINE : un omaggio alle donne del Maghreb


Il 4° appuntamento del Festival Interetnico di musica e teatro “Soul Makossa” si è tenuto domenica 21 ottobre 2007 presso il teatro Kismet di Bari, in collaborazione con l’Associazione algerina Feda. Protagonisti Lamia Safieddine con le sue danze e coreografie e l’Ensemble Assil: voce, qanoun, percussioni.Lo spettacolo ha rappresentato un “omaggio alla donna del Maghreb e del mondo arabo attraverso le danze e i ritmi ancestrali che vengono da una tradizione antichissima” .Si pensa che l’origine di queste danze si trovi nei riti di fertilità, che sia associata alla religione come anche all’esoterismo; è per questo, probabilmente che non ha importanza il fisico della donna, quanto la sua capacità di esprimere sensualità, vitalità, femminilità.Esistono diversi stili, che cambiano in base al paese d’origine e che Lamia Safieddine è riuscita a mescolare: la danza andalouse, sviluppatasi nelle città, sinuosa e antica; la danza Chaabi, più popolare, nata nei centri rurali; la danza araba classica, più comune nel Marocco; la danza saharienne del sud Maghreb, tutte con lo scopo di dare libero sfogo all’espressività, all’emozione durante eventi importanti quali la nascita, la semina, il raccolto, il matrimonio…Nata nella ex Guinea francese, ha vissuto tra Marocco, Libano, Costa d’Avorio, Belgio, Brasile, finchè si è stabilita in Francia nel 1990, dove insegna teatro danza.Oggi mette in scena uno stile particolare “La Danza Araba Contemporanea”, di elegante gestualità e seducente comunicatività del viso.Accanto a lei L’Ensemble Assil: Miloudi Ben Sliman, voce e percussioni (la Tabla egiziana o Darbuka, a forma di calice, solitamente in terracotta, legno o metallo), è direttore dell’associazione Bled – Arts, orientata a preservare il patrimonio musicale e tradizionale orientale; Hend Zouari, voce e qanoun (strumento a corda fatto di ottone e legno, di forma trapezoidale); Fairouz Dahmani, la voce principale.
Diana Rodi

sabato 20 ottobre 2007

Bari - Il racconto della Genesi in 'La Prima Classe' di Teresa Ludovico


Sempre incantevoli gli spettacoli presentati al Teatro Kismet OperA – Bari, sotto la sapiente regia della pugliese Teresa Ludovico, che con l’ormai consolidato gruppo di “attori diversamente abili” dell’associazione A.r.c.Ha., ha proposto una pièce teatrale “La prima classe” inaugurando la nuova stagione 2007-2008.Teresa Ludovico, riesce sempre a far vibrare le corde dei sentimenti degli spettatori che rivolgono lo sguardo alle sue rappresentazioni, certi di imparare ed apprezzare ciò che la vita ci dona senza chiedere nulla.Così è stato guardare questo spettacolo che con ironia, allegria e doppi sensi ha dissimulato una storia nota a tutti, quella della Genesi.Si entra in teatro e sul palcoscenico hanno già preso posto tutti gli attori seduti ai loro banchi di scuola in uno stato dormiente, che al suono della campanella prendono vita.Ebbene si, il racconto della Genesi non è collocato nel Paradiso Terrestre, ma in un’aula scolastica ed è raccontato in prima persona dal Prof. Nino Serpente (interpretato da Vito Carbonara), un professore di 40.000 anni di onorata carriera, che in tutti questi anni ha avuto milioni di classi e studenti ma ricorda sempre con nostalgia la sua prima classe, composta da soli due studenti : Adamo ed Eva.Con rimpianto Serpente ricorda il Preside della scuola un uomo tutto d’un pezzo e dal carattere inflessibile (tanto da credersi un dio), amante del giardinaggio che aveva fatto piantare nel giardino della scuola un albero di melo e aspettava con ansia che desse i suoi frutti.Il prof.Serpente, tuttologo ed unico docente della scuola insegnava storia, geografia, greco antico, moderno e futuro ma soprattutto latino…latino americano e si lascia andare con tutta la sua classe ai ritmi latini ballando la salsa.(Occorre evidenziare che ogni scena è stata anche ben rappresentata dalla scelta delle musiche, brani che hanno toccato tutti i ritmi musicali, da quella classica a quella moderna).Vengono immediatamente ripresi dal Preside che ricorda che devono invece imparare molto bene ciò che è successo sin dal principio ricordando che : In principio Dio creò … e in che modo diede vita ad Adamo e di come ordinò agli angeli di piegare il capo in segno di devozione verso l’Uomo. Di avere sempre presente l’episodio dell’angelo che a tale disposizione si rifiutò perché si considerava migliore di Adamo (modellato dal fango), lui che era stato forgiato dal fuoco e di come a causa di questo suo rifiuto cadde negli Inferi, spargendo in seguito il male sulla terra.Suona la campanella, è l’inizio della ricreazione e il prof. Serpente affascinato da Eva, che chiama affettuosamente “Evinuccia” raccoglie la mela dall’albero per donargliela alla sua allieva, che con irremovibilità disdegna. Tenta di offrirla ad Adamo, ma anche lui la rifiuta. Non la respinge quando le viene consegnata da Eva che lo incanta con un ballo sensuale e quando le da un morso il buio ed il caos imperversano nell’aula.Il preside è così triste che con malinconia e amarezza accarezza un mappamondo, pensando con sofferenza cosa avrebbe potuto insegnargli se non fossero andati via dalla scuola.Applausi a scena aperta a tutta la compagnia, sempre bravi e non avvezzi a questo genere di spettacolo teatrale, che con le loro movenze, il loro recitare ma anche con i loro silenzi riescono a trasmettere emozioni di intenso turbamento e come già detto da Teresa Ludovico “se getti un seme nella terra dell’A.r.c.Ha. lievita e ti dà il pane…”Si replica anche stasera e consiglio di non perdere questo appuntamento speciale.
Anna deMarzo

venerdì 19 ottobre 2007

Bari - LA NUOVA IMMAGINE DEI RADIODERVISH


Presentazione nuovo album”L’immagine di te” Feltrinelli Libri & Musica di Bari - 18 ottobre 2007Presenta Francesco CostantiniLa nuova musica italiana apre i suoi confini ai Radiodervish .La formazione, nata nel 1997 dal sodalizio artistico tra il neo cittadinoitaliano Nabil Salameh (voce e chitarra acustica) e Michele Lobaccaro (basso elettrico e chitarra acustica), già assieme negli Al Darawish, a distanza di un solo anno dal precedente lavoro discografico dal titolo“Amara Terra mia”(testimonianza audio e video dello spettacolo teatrale omonimo con l’attore Giuseppe Battiston), ha presentato ieri alla Feltrinelli Libri & Musica di Bari, in uno speciale notturno, il nuovo album intitolato “L’immagine di te”.Un progetto discografico ambizioso prodotto come il precedente dalla prestigiosa Radiofandango (distr.Edel) ma con la produzione artistica del maestro Franco Battiato, già regista del videoclip “Amara Terra mia” realizzato la scorsa primavera in Salento, coadiuvato nei missaggi e nella programmazione dei suoni dal guru della musica pop italiana Pino Pinaxa Pischetola .“L’ immagine di te” contiene nove brani inediti scritti dai Radiodervish con la collaborazione di Alessandro Pipino (coautore della parte musicale di tutti i brani), e rappresenta un po’ il punto di raccordo con “Centro del Mundo”, terzo cd del gruppo, per certe sonorità decisamente pop (“popular”come ama definirle lo stesso Nabil) , ma non per queste prive di quel sound caratterizzante la formazione nostrana.Un linguaggio musicale originale ed innovativo nel quale la raffinatezza e l’ampiezza delle melodie orientali, unite ai testi multilingue cantati in italiano,arabo,inglese e francese, si fondono magistralmente in un’alchimia sonora unica ed inconfondibile. Ad accompagnare i Radiodervish oltre ad Alessandro Pipino alle tastiere,Anila Bodini al violino e Antonio Marra alla batteria. Brano d’apertura dell’album, la title-track, singolo in programmazione radiofonica già dal 5 ottobre sulle principali emittenti italiane, che rappresenta una sorta di ballata dalla linea melodica larga, sostenuta dagli accordi della chitarra acustica e dai tappeti sonori appena accennati del violino.Un brano “radiofonico”, con un ritornello decisamente accattivante, trasportato dalle parole e dalla voce sensuale di Nabil, il cui testo sembra ben rappresentare il comune denominatore dell’intero cd: il tema della peculiarità e del “doppio”, del desiderio, dell’assenza e del ricercarsi .Un disco che scorre fluido all’ascolto, privo di quei suoni iperprodotti che sembrano caratterizzare le produzioni più attuali. La musica giunge lieve, in un sapiente equilibro di pieni e di vuoti, dando così respiro alle linee melodiche dei testi e delle parti musicali. Decisamente marcata, soprattutto nella scelta di alcune sonorità elettroniche e negli arrangiamenti orchestrali, la presenza del maestro Battiato, resa maggiormente evidente nel secondo brano” Tutto quel che ho” sia nella costruzione letteraria che in quella musicale vera e propria.Il lirismo, tipico della musica dei Radiodervish, ben si evidenzia nel brano “Se vinci tu”, vera e propria gemma dell’album, e in “Yara” dove la voce di Nabil ben si intreccia al griko della giovanissima Alessia Tondo. Molto particolare “Avatar”, caratterizzata da un sound tipico da disco music anni Settanta e dai suoni elettronici dei primi synth anni ’80 mentre “Sama Beirut”, ennesimo omaggio di Nabil alla terra natale, sembra riportarci con il suo incedere ritmico ai brani dei primi Al Darawish (la parte iniziale del brano è infatti un vecchio nastro risalente al periodo Al Darawish) .Completano il cd “Milioni di promesse (con i “bambini di Beirut che giocheranno a Tel Aviv”), ”Babel” in duetto con il molfettese Michele Salvemini, in arte Caparezza, e “Stella briciola di campo”(antico nome della città di Babilonia) .Prossimo appuntamento con i Radiodervish, il 3 novembre al Teatro Kismet Opera di Bari, per lo spettacolo teatrale “In Search of Simurgh”, realizzato con Teresa Ludovico, ispirato al testo classico della letteratura Sufi “Il verbo degli uccelli”, scritto nel XII secolo dal mistico persiano Farid ad din Attar, e tema conduttore del concept album omonimo pubblicato nel 2004 dall’etichetta Il Manifesto .
Claudia Mastrorilli

venerdì 12 ottobre 2007

Bari – Cristina Comencini parla del suo ultimo libro 'L’Illusione del bene' .


L’illusione del bene’ questo il titolo del nuovo romanzo della Comencini presentato ieri nella libreria Feltrinelli di Bari.Davanti a un pubblico numeroso ed attento Cristina Comencini si racconta e spiega le motivazioni che l’hanno spinta a dar vita ad un percorso intimo, fatto di viaggi e documentazioni nei paesi dell’ex URSS, un’esperienza di ricerca e verità..a tratti irrazionale.Il suo nuovo lavoro, infatti, è un connubio di sentimenti, di valori, di esperienze che si fondono e si ritrovano in ogni pagina.A spiegarci meglio il laborioso lavoro che si cela dietro le pagine del libro: Costantino Foschini che, durante l’incontro, ha eviscerato le ragioni più intime che hanno spinto la scrittrice a creare ‘L’illusione del bene’.E il libro racconta proprio di un’illusione, quella di Mario un uomo svuotato, deluso. Ha creduto con passione all’ideale comunista e, dopo quasi dieci anni, non si è ancora del tutto rassegnato al crollo di un mondo nel quale aveva creduto. Ha creduto con altrettanta passione alla famiglia…ma anche in questo contesto si trova a convivere con un fallimento. Non è perfetta nemmeno la sua vita professionale: è un giornalista televisivo che accusa fatica e stanchezza e poi, con la vittoria della destra, è stato epurato e si ritrova a lavorare in radio, senza più desideri e ambizioni. L’incontro occasionale con Sonja, una giovane pianista russa che vive con la nonna e la figlia di pochi anni, lo risucchia in una tragica storia…E cosi che la Comencini dichiara di aver avuto la necessità di dover narrare le vicende di questi personaggi…lei che è sempre stata di sinistra e che forse è stata ‘vittima’, come molti altri, di illusioni o comunque di ideali rimasti tali e mai vissuti in prima persona.Nelle sue pagine si legge l’inferno dell’ideologia, del comunismo e dei suoi seguiti ma non solo…siamo di fronte, come ha sottolineato più volte Foschini, ad un romanzo completo. E’ un romanzo d’amore, un romanzo di formazione e nel finale i lettori saranno sorpresi da un colpo di scena.Un lungo lavoro durato tre anni nei quali la scrittrice si è documentata presso il centro Sors di Budapest nel quale è possibile rintracciare i messaggi che venivano scambiati illegalmente tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. E proprio leggendo i documenti ha dato vita a vicende presenti nel libro.La Comencini, abituata a parlare del privato, anche stasera non ha tralasciato di parlare della sfera familiare. Suo figlio diciassettenne, infatti, ha l’età del figlio di Mario che rappresenta la gioventù odierna.Una generazione tacciata di cinismo e menefreghismo, tesi che l’autrice combatte strenuamente.‘E’ come se-afferma-noi che abbiamo fatto il ’68 avessimo le chiavi per un nuovo mondo, e i nostri figli credono di non poter essere mai paragonati ai propri genitori. L’unica cosa è affrontare il lutto per poter guardare il mondo’.Per lei l'illusione del bene vuole essere una sorte di ponte...anche se doloroso ma dal quale ripartire...insomma un connubio di sentimenti travolgenti degni della penna di Cristina Comencini.
Luana Martino

giovedì 11 ottobre 2007

Bari - Con la musica in viaggio fra Oriente e Occidente con Savina Yannatou e la Primavera en Salonico


Ieri sera 10 ottobre nel teatro Kismet Opera di Bari per la rassegna Soul Makossa Il concerto di Savina Yannatou e il suo gruppo , ha proposto un repertorio di musica barocca, rinascimentale, popolare, colta, fino al jazz d'avanguardia. Nata ad Atene, la cantante greca ha studiato al Conservatorio e alla leggendaria Guildhall School di Londra, ha una voce fantastica, unica, per capirci una via di mezzo fra Diamanda Galas e Ofra Haza. Non bastasse, grazie al suo lungo girovagare e inquetudine, è una sorta di baedeker vivente della vocalità di mezzo mondo,possiede una magistrale padronanza del patrimonio folklorico di Grecia e Bulgaria, Scozia e Sardegna, Libano e Spagna, Francia, Asia minore e Caraibi e griko salentino che propone senza esitazioni (senza errori di pronuncia!). Sarà forse per questo che la prestigiosa Ecm di Monaco di Baviera ha abiurato, per lei, alla prima regola aurea del suo decalogo: quella che impone di pubblicare soltanto dischi registrati negli studi avveniristici di Oslo e Monaco. “Terra nostra” è stata realizzata dal vivo ad Atene, nel novembre del 2001, davanti a un pubblico estasiato ed entusiasta. Ed è una folgorante navigazione fra Oriente e Occidente, fra mari caldi e mari freddi, fra la sacralità dei parametri medievali e le brucianti intuizioni del free jazz. L’ultimo suo album è “Sumiglia”. Savina Yannatou fornisce ancora una volta prova del suo duttile talento passando in rassegna canti e melodie provenienti dall'intera area mediterranea, Salento incluso.Si parte … il viaggio comincia in libertà, nel rispetto della sua terra natia la Grecia, con i suoi incroci bizantini e orientali ,il brano “Me to feggari” per arrivare in Bulgaria con “Sedi Yanna” e proseguire nella nostra Sicilia con “Terra ca nun senti” , ti trasporta con la sua voce accompagnata con perizia dagli strumenti di più spiccata derivazione occidentale come la chitarra, il contrabbasso e il violino, con una pletora di antichissimi altri, la cui origine risale invece all'altra metà del mondo.La cantante è capace di esprimersi in una buona dozzina di idiomi differenti, con articolazione precisa e ferreo controllo dei materiali. Dai canti d'amore della Galizia spagnola con i brani “Muinera”, “El Barquer” alle ballate usate negli sposalizi palestinesi “Palestinian nedding song”, il timbro della Yannatou leviga spessori differenti con l'ausilio del suo abituale ensamble Primavera En Salonico.Continua il viaggio tra musiche calde e di origini lontane ,tradizioni popolari, basta chiudere gli occhi e farsi trasportare dalle note per arrivare in Corsica con “Sumiglia” , in Sardegna con “Ballo Sardo”,in Albania “Ti ne koder, un ne koder”, per tornare nella sua Grecia con “Yanno Yannovitse” in dialetto macedone e “Smyrnaean Air”.Difficile poter descrivere le potenzialità vocali di questa artista ,sicuramente da seguire e da approfondire attentamente ,il pubblico presente ha sicuramente apprezzato Savina Yannatou e la sua Primavera en Salonico ripagandoli con l’unica moneta gradita agli artisti …applausi e ancora applausi.

lunedì 8 ottobre 2007

Binetto (Bari) - 8° CHALLENGE DEL LEVANTE E 3° DONNE & MOTORI SHOW - AUTODROMO DEL LEVANTE


6-7 OTTOBRE 2007 AUTODROMO DEL LEVANTE8° CHALLENGE DEL LEVANTE E 3° DONNE & MOTORI SHOWUno splendido week-end vissuto dagli appassionati dell’automobilismo che hanno visto sfrecciare in pista differenti modelli di autovetture.Numerosissimi eventi vissuti durante domenica 7 ottobre: alle 9:00 hanno inizio i warm up per poi passare alle prove ufficiali utili per aggiudicarsi la pole position, nel pomeriggio la Moretti racing ha organizzato un’ eccitante dimostrazione di autolavaggio delle brasiliane Jacqueline e Nancy che hanno lavato alcune autovetture degli spettatori in modo particolarmente erotico con un mix di ironia e sensualità.Sempre nel pomeriggio, l’organizzazione dell’Autodromo ha dato la possibilità ad alcuni privati di partecipare alla prova di accelerazione con vetture di serie ufficiali e non, gareggiando per il 3° donne e motori show per la formula tuning e accelerazione, anche con vetture alimentate a gasolio come l’ Alfa Romeo 166 jtd e la Bmw 320 d; ovviamente tra le stesse non sono mancate alcune Ferrari tra cui la mitica e lussuosissima 575M.Nel paddock alcuni rivenditori hanno esposto vetture elaborate con spoiler da paura e cromature super lucide. Non sono mancati gli appassionati del tuning con impianti stereo capaci di sviluppare 9000 watt.Impeccabile quindi l’organizzazione dell’Autodromo del Levante che, sicuramente tutti gli appassionati ringraziano, per aver saputo sfruttare al meglio il connubio tra Donne e Motori; infatti sembrava di essere al Motor Show di Bologna. L’affluenza degli spettatori è stata molto densa, segno che al Sud si sente l’esigenza di vivere giornate simili a queste.Questi gli eventi ufficiali dell’8° challenge del levanteFORMULA MINI CAR PREDATOR’SLe prove ufficiali dei veicoli appartenenti alla formula minicar Predator’s hanno inizio alle ore 11:09 che con una durata di 33’ vedono Pezzolla Ivan conquistare la pole position registrando il giro più veloce in 52.688 ad una velocità media di 107.751 km/h.Nella formula predator’s le vetture, i telai, le gomme ed il motore sono identici per tute le vetture, ed è riconosciuta dagli esperti come ottima scuola di guida per i piloti che intendono fare esperienza nel mondo della velocità.Al quarto giro della gara, bandiera gialla sventolata dai commissari di gara a causa di uno stop meccanico della rossa guidata da Bassi Fabrizio; subito dopo qualche giro, è richiesto nuovamente l’intervento dei commissari di gara a causa di un testacoda delle vetture n. 8 e n. 4 guidate rispettivamente dai piloti Roccadelli e Gullo entrati in collisione e testacoda durante un tentativo di sorpasso da parte Gullo tra il curvone 1 ed il curvone 2 del circuito.Da premiare la determinazione dei due piloti che, con l’ausilio dei commissari di gara, hanno rimesso in moto a spinta le loro vetture per terminare la gara e aggiudicarsi la posizione n. 5 per Roccadelli e la n. 7 per Gullo.TEAM GUIDARE SICURO SAS AUTO PREDATOR’S PC OO8ORA INIZIO GARA 13:57ORA FINE GARA 14:21CLASSIFICA DI GARA1- PEZZOLLA IVAN2- CHIARINI ALFONSO3- FERRETTI ANDREA4- ALLEGRO CRISTIANO5- ROCCADELLI MARCO6- LONGO FRANCO7- GULLO CLAUDIO8- DI BARI FLAVIOFORMULA TURISMO 1° GRUPPOORA INIZIO GARA 14:39ORA FINE GARA 14:55CLASSIFICA DI GARA1- CASILLO MARCO DEL TEAM AUTOSPORT SORRENTO SU CLIO RS CLASSE E12002- DACHILLE NUNZIO ANTONIO DEL TEAM SYSTEM TECNICA SU CLIO CUP CLASSE E12003- CARBONE TOMMASO DEL TEAM PROGETTO CORSA SU CLIO RS CLASSE E12004- IMEONE GIOVANNI DEL TEAM PORCELLI SU FIAT X1/9 CLASSE E11605- ANGRISANO ANTONIO DEL TEAM SYSTEM TECNICA SU AR 147 CLASSE E12006- STOLA ARMENDO DEL TEAM BASILICATA MOTORSPORT SU HONDA CIVIC CLASSE E11207- MARSILIA ANTONIO SU BMW M3 CLASSE N>3008- RUGGIERI DOMENICO DEL TEAM OTTO WALKER SU AR 33CLASSE E11609- ARSENI CARMELO SU RENAULT MEGANE CLASSE E120010- GRECO ALESSANDRO DEL TEAM PDM RACING SU PEUGEOT 205 GTI CLASSE E116011- FASOLINO DAVIDE DEL TEAM VOMERO RACING SU SAXO CLASSE E116012- DE ROBERTIS CATALDO DEL TEAM TOP 1 SERVICE SU AR 33 CLASSE E116013- COMEGNA GIACOMO DEL TEAM A.C. TARANTO SU ESCORT COSWORTH E1130FORMULA TURISMO 2° GRUPPOORA INIZIO GARA 15:09ORA FINE GARA 15:25CLASSIFICA DI GARA1- TINELLA GASPERINI DEL TEAM PLAY RCING SU PEUGEOT 10 CLASSE A16002- BAGLIONE ANTONIO MARIA DEL TEAM PROGETTO CORSA SU BMW 325 CLASSE CVT253- RUSO MARIO DEL TEAM VOMERO RACING SU PEUGEOT 306 CLASSE CVT204- OLIVE MASSIMILIANO SU PEUGEOT 106 XSI CLASSE N14005- LA GUARDIA LEONARDANTONIO DEL TEAM PLAY RACING SI CITROEN C1 CLASSE E11306- CICCARONE PIETRO DEL TEAM AC BARI SU PEUGEOT 106 CLASSE N14007- CARRIERI VALERIO DEL TEAM KM MOTORSPORT SU PEUGEOT 106 CLASSE N14008- CONSORTE WALTER SU PEUGEOT 106 RALLY CLASSE A14009- MEDICI NICOLA DANILO DEL TEAM PLAY RACING SU CITROEN C1 CLASSE E113010- PIGNATARO GIOVANNI PIETRO SU PEUGEOT 106 CLASSE A1600NON CLASSIFICATI: FEBBRAIO SALVATORE, SASSO FABIO E BIANCO GIUSEPPE.TROFEO MINICAR 600/700L’inizio delle prove ufficiali delle minicar subisce un lieve ritardo a causa del recupero in pista della vettura condotta dal pilota Cusi appartenente alla Formula Prototipi.L’aderenza rimane il problema costante del circuito, col quale i piloti hanno dovuto combattere;alla fine del rettilineo sulla curva Paolo Gargano, la prima vittima è il pilota Luigi Russo apparso molto contrariato dalla decisione di un commissario di gara che ha scaricato un estintore, per un inizio di incendio, sul motore della sua fiat 500 dopo un’escursione alla fine del rettilineo dei box. Russo ottiene comunque l’8° posto sulla griglia di partenza grazie ad un discreto tempo registrato prima dell’escursione.La pole position è aggiudicata da Giordano Pietro che con la sua fiat 126 registra il giro più veloce in 57.386.La gara si fa subito incandescente sin dai primi giri a causa dell’alto numero di partecipanti che rende elevato il rischio di collisioni specie durante le fasi di sorpasso.Durante il secondo giro Sannino e Padrone entrano in collisione in curva durante un tentativo di sorpasso da parte di Padrone.Il n. 12 Liciulli Marcello con la sua fiat 500 rientra ai box all’ottavo giro, ma riparte e chiude la sua gara comunque al dodicesimo posto.Al termine della gara la scuderia del vincitore De Palo festeggia con una batteria di fuochi d’artificio; mentre il team Marazzo, grazie al secondo posto ottenuto da Giordano Pietro, vince il campionato della formula minicar 600/700.Al termine della gara, il recupero in pista della fiat 500 con il n. 51 condotta da Magdaloni Giovanni che chiude la sua gara al decimo posto ed al 23° giro.ORA INIZIO GARA 16:33ORA FINE GARA 16:59CLASSIFICA DI GARA1- DEPALO ROCCO DEL TEAM CIARCELLUTI MOTORSPORT SU FIAT 500 CLASSE 7002- GIORDANO PIETRO DEL TEAM MARRAZZO SU FIAT 126 CLASSE 7003- RUSSO LUIGI DEL TEAM VOMERO RACING SU FIAT 500 CLASSE 7004- LICIULLI VITO FLAVIO DEL TEAM CIARCELLUTTI MOTORSPORT SU FIAT 126 CLASSE 7005- PADRONE ANTONIO DEL TEAM BRUNO & MOSK RACING SU FIAT 126 CLASSE 7006- FIORE GENNARO DEL TEAM RUGGIERO SU FIAT 500 CLASSE 7007- DI COLA PRIMO DELLA CIARCELLUTO MOTORSPORT SU FIAT 500 CLASSE 7008- ARCIERI MICHELE DEL TEAM ARCIERI SU FIAT 126 CLASSE 7009- PINTO MICHELE DEL TEAM KM MOTORSPORT SU FIAT 126 CLASSE 60010- MAGDALONI GIOVANNI DEL TEAM SABATELLI SU FIAT 500 CLASSE 60011- SANNINO MAURIZIO DEL TEAM LIGUORI SU FIAT 126 CLASSE 70012- LICIULLI MARCELLO DEL TEAM CIARCELLUTI MOTORSPORT DSU FIAT 500 CLASSE 70013- SAVOIA GIUSEPPE DEL TEAM KM MOTORSPORT SU FIAT 500 CLASSE 60014- MORIGGIA NINO FILIPPO DEL TEAM LANINI SU FIAT 500 CLASSE 700NON CLASSIFICATISANNINO CIRO, MENZA MICHELE, DE FILIPPIS MICHELE, FERRO MARCELLO, COLLEPALUMBO ALESSANDREO E CIRELLA MICHELE.FORMULA PROTOTIPILe prove ufficiali per la qualificazione delle autovetture appartenenti alla Formula Prototipi hanno avuto inizio alle 11:42 con durata di 23’ che ha visto MAIONE Enrico aggiudicarsi la pole position.La gara dei velocissimi bolidi è stata abbastanza fluida senza colpi di scena; Maione che si è aggiudicato la Pole position in 46.485 secondi, ottiene la vittoria con una media di 117.940 km/h aggiudicandosi anche il giro più veloce in gara.Del Pezzo Mario Franco, dopo aver ottenuto il secondo posto sulla griglia di partenza, dietro Maione, si ritira al sesto giro per problemi tecnici.Cusi, con la vettura n. 11 a causa della rottura del motore abbandona durante le prove ufficiali.ORA INIZIO GARA 17:24ORA FINE GARA 17:37CLASSIFICA DI GARA1- MAIONE ENRICO TEAM PROGETTO CORSA SU AUTOVETTUTA OSELLA PA21 HONDA CLASSE CN22- CIZZACCARO ANTONIO TEAM RINGO RACING CON AUTO F 3 CLUB FIAT DALLARA CLASSE F3CLU3- SUTTI Antonio su auto Osella PA21 honda CLASSE CN24- GIULIANO Francesco del team RINGO RACING SU AUTO F 3 CLUB FIAT DALLARA CLASSE F3CLU5- BAGLIONE FRANCESCO DEL TEAM PROGETTO CORSA CON AUTO OSELLA PA21 HONDA CLASSE CN2 6- ELEFANTE GIANLUCA DEL TEAM TIRRENO F RENAULT CLASSE F RENNON CLASSIFICATIDEL PEZZO MARIO FRANCO DEL TEAM TIRRENO MOTORSPORT SU F3 CLASSE F3CLU;CUSI CORRADO DEL TEAM GUIDARE SICURO CLASSE D/E2DIRETTORE DI GARA : RICCI MICHELEIL D.S. CRONOMETRAGGIO : PORCELLI MAUROProssimo appuntamento per far pulsare il sangue degli appassionati del mondo dei motori sarà domenica 25 novembre 2007, sempre nel circuito dell’Autodromo del Levante.
Michele Franco

Bari - Concertone dedicato alla Prima Giornata Regionale sulla Sicurezza Stradale


La sicurezza stradale è un argomento caro alla Regione Puglia, visto i dati allarmanti di incidenti comunicati da una indagine ISTAT che nella sola nostra regione ha visto sia per l’anno 2005 e 2006, un numero annuale di incidenti pari a 9000 con 340 morti, dovuti ai comportamenti poco virtuosi dei guidatori e che si concentrano maggiormente il sabato sera.Per questo motivo già sui canali regionali televisivi che alla radio locale viene trasmesso uno spot con un testimonial d’eccezione, Dario Vergassola, che con la sua impagabile ironia, evidenzia i modi sbagliati che spesso i guidatori hanno alla guida delle loro vetture.Ma la regione Puglia ha voluto intraprendere un’altra iniziativa, quella di proporre il 6 ottobre “Prima Giornata Regionale sulla Sicurezza Stradale”. Una manifestazione che ha preso il via dal 4 ottobre con una mostra itinerante presso il padiglione 64 della Fiera del Levante di Bari, che ha visto coinvolte tutte le scuole regionali che hanno esposto i loro lavori, i loro progetti riguardanti l’argomento sicurezza stradale, perché come sostiene l’assessore regionale ai trasporti e vie di comunicazione Mario Loizzo, iniziamo a coinvolgere i giovani e a sostenere gli istituti scolastici nella realizzazione di percorsi sicuri casa-scuola.Il progetto regionale sulla sicurezza stradale è terminato con un concertone finale, ad ingresso gratuito.Tanti gli artisti che si sono avvicendati sul palco allestito sempre alla Fiera del Levante per lanciare un unico messaggio “amiamo e rispettiamo la vita” o come dice Vergassola “guagliò mettiamoci sulla buona strada”.A presentare la serata due Dj di Radionorba Sara e Mauro Dal Sogno.Ad aprire il concerto La “Combriccola di Vasco” con un omaggio all’amico scomparso da poco tempo Mimmo Bucci; di seguito I Pquadro, poi un cantante che ha giocato in casa Max Orsi che ha lanciato un messaggio a tutti i presenti “la vita non aspetta, meglio far aspettare gli altri 5 minuti e non correre”.Poi sul palco è salito un figlio d’arte, Daniele Battaglia, che ha dichiarato che perso 5 punti sulla patente per avere corso in autostrada” questa misura repressiva mi ha fatto capire che esiste non per punirmi ma per salvarmi la vita e quella degli altri”.Sono seguiti altri cantanti cari al pubblico come Antonino, Dennis, Piotta che con la sua onda rap ha fatto ballare gli astanti, e a lanciato il messaggio “la velocità mettiamola sola nelle passioni”.Non poteva mancare il testimonial dello spot sulla sicurezza stradale, il fantasista Dario Vergassola che la velocità la usa nella sua parlantina, celere, ironica e sarcastica e per l’occasione ha parlato dell’uso della macchina come luogo per “limonare”.Finale crescente con la presenza sul palco dell’attesissimo Fabrizio Moro, restio a parlare ma che ha detto “quando si corre non solo mettiamo a rischio la propria vita ma anche quella degli altri, ma bisogna pensare anche alle persone che stanno a casa ad aspettarci”.Ultimo ad esibirsi Simone Cristicchi che ha raccontato un’esperienza personale riguardante un incidente stradale che ha subito quattro anni fà e di come da quel momento si pone nei confronti della vita, rispettandola e amandola.In questo concerto si è parlato attraverso la musica,un linguaggio universale, per dire ai giovani di rispettare la propria vita e quella degli altri, perché quando corriamo o ci mettiamo alla guida ubriachi o parliamo al telefonino, non mettiamo a rischio solo la nostra di vita ma anche quella del prossimo. Occorre pertanto modificare le nostre abitudini, per non perdere l’unico bene prezioso che non possiamo più recuperare.
Anna deMarzo

martedì 2 ottobre 2007

Bari - Fiori e parole. Alla Vallisa Paolo Panaro interpreta “Un amore di Swann”


Un testo al profumo di cattleya! Fiori e parole, par quasi di sentirne il profumo: cattleya, myosotis ed altre piante. Lo spettacolo “Un amore di Swann” di Marcel Proust, in scena all'Auditorium Vallisa di Bari il 28, 29 e 30 settembre, ad opera del Centro Diaghilev, fa parte di una trilogia di rappresentazioni teatrali dedicate a Proust, ideate ed interpretate da Paolo Panaro. Tratto dall'opera “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust (Parigi 1871-1922), il racconto “Un amore di Swann” riesce ad intrufolarsi nella borghesia della Francia di fine '800, retoricamente intellettuale, quella borghesia che si fa notare per le numerose conoscenze di pittori, musicisti, nobildonne e nobiluomini vari. Il romanzo contiene al suo interno un altro romanzo. E' necessario percorrerlo per l'intera traiettoria, anche quando si scopre una sorta di punto di non ritorno. Il Narratore descrive una storia d'amore, quella di Swann appunto, e lo fa con la maestria di un floricoltore, raccontando in maniera sottile come un amore fiorisce, cresce e poi s'inaridisce, proprio come fosse uno dei bellissimi fiori più volte nominati nel testo.Il giovane Swann, persegue gli ideali della libertà, brillante borghese, decide di frequentare il salotto dei Verdurin, anche se è al di sotto del suo livello sociale. Qui conosce la demi-mondaine Odette De Crecy, con cui instaura un rapporto sempre più stretto, dapprima si sente poco attratto da lei, ma poco dopo il legame diventa per lui una sorta di ossessione. Proust analizza il racconto fin quasi a parcellizzarlo, per addentrarsi nelle viscere dell'uomo, con il suo amore e la sua gelosia. L'ossessione per Odette lo fa precipitare in una sensazione patetica, delle peggiori, una vera malattia, ma dopo la convalescenza il sentimento che la donna aveva instillato in lui svanisce, ed uno Swann libero, ritorna in società, come l'uomo elegante e brillante di sempre.Il nostro Narratore, Paolo Panaro, riesce quasi ad incollarsi addosso i diversi personaggi del testo, si muove su uno spazio piccolo e scarno, qualche divano ed una chaise longue coperti da bianche lenzuola, bastano a rendere credibile le avventure del giovane Swann. Accurato e meticoloso, Panaro riesce a perseguire il suo progetto di attore-narratore con evidente continuità professionale, il testo di Proust diventa per lui una sorta di match amichevole di parole e pause (poche), esaminate minuziosamente, come fossero delicatissimi fiori.I prossimi appuntamenti della trilogia curata da Panaro, sono previsti per i giorni 1, 2, 3 (ore 21.00) e 7 ottobre (ore 19.30) con “Il tempo perduto” ed il 4, 5, 6 e 7 ottobre (ore 21.00) con “Il tempo ritrovato”.
Deborah Brivitello

BARI – Elio e le storie tese alla ‘Notte Metropolitana’


‘Notte Metropolitana dei Castelli: la Terra di Bari tra passato e futuro’…questo il nome dato alla notte del 29 settembre…unico evento italiano. Una notte all’insegna della cultura, della musica della festa, organizzata nella giornata europea della tutela del patrimonio artistico. I comuni interessati, oltre al capoluogo, sono stati quelli di Bitonto, Conversano, Gioia del Colle, Mola di Bari e Sannicandro tutti uniti in un susseguirsi di grandi e piccoli eventi nelle cornici più suggestive delle città e nei castelli normanno-svevo-angioini. E’ la prima volta che Bari ci prova…ed è la prima volta che condivide una serata con altri cinque comuni. Una scommessa vinta quella di ieri sera che ha visto riversarsi nella parte antica della città davvero un’infinità di persone. Per sovvenzionare la serata sono stati utilizzati i fondi europei del Pis (destinati alla valorizzazione del patrimonio culturale) con i quali si è potuto organizzare una notte davvero particolare e colma di eventi.Le iniziative principali hanno catalizzato l’attenzione del pubblico nella zona di Bari-vecchia a partire dal Castello Svevo, concesso dalla direzione regionale per i Beni culturali, alle 19 si sono inaugurate due mostre: «Servo di Federico e cavalieri raggianti», collezione di 38 vassoi intarsiati e di lampade scultura di Paolo De Santoli, e quella sulla «Rinascita del parlamento. Cambiando genere, alle 21 l’Orchestra sinfonica della Provincia ha regalato un inedito Omaggio a Nino Rota al Piccinni e dalle 20 si ritorna al Castello Svevo per immergersi in una notte di jazz. Si è continuato con ensamble Cappella Augustana nella sala inferiore del Fortino Sant’Antonio che ha avuto inizio intorno alle 20 e 30. Ma non è stata soltanto una notte di musica. Infatti, in piazza Chiurlia alle 20 si sono potuti ammirare le vecchie glorie del Bari degli anni Ottanta. Nella sala Murat, invece, è stata riproposta la «Notte dei pubblivori». Una notte importante anche per la possibilità di visitare monumenti spesso chiusi o comunque poco noti.Ma le attrazioni principali sono state certamente quelle svoltesi in piazza Mercantile con l’esibizione di Elio e Le Storie Tese e, a seguire, in piazza Prefettura il ritorno di Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo che in veste di presentatori hanno re-interpretato i panni di Toti e Tata; è stata, poi, la volta di Renzo Arbore e la sua orchestra. Infine, alle 2 circa si è esibito Nicola Conte in piazza del Ferrarese.…Ed ecco che alle 20 circa (con una mezz’ora di ritardo) inizia il concerto di Elio e Le Storie Tese…ad attenderli una miriade di fans.Finalmente Elio sale sul palco e immancabilmente si presenta con uno strano costume. Per la serata barese sceglie un autentico completino da boy-scout e appena tocca il microfono inizia a sfoderare la sua solita ironia. Si scusa, infatti, con il pubblico per il ritardo causato dal suo gruppo scout che purtroppo era accampato fuori Bari (a Bitonto precisamente!!). Insomma inizia l’esilarante concerto che contraddistingue l’atavico gruppo Milanese.E così Elio, Faso, Cesareo, Tanica, Christian Meyer, Jantoman e Clayderman Viganò con il loro rock ‘demenziale’ hanno infiammato il pubblico. Ogni esibizione è densa di colpi di scena e i testi dei loro brani utilizzano ampiamente espressioni gergali umorismo e nonsense, passando dai riferimenti a sfondo sessuale e di scurrilità "gratuita", fino a livelli di surrealismo e decostruzione linguistica che presto entrano nell’immaginario comune…o almeno in quello dei seguaci del gruppo.Tra camicie paiettate (il chitarrista ieri ne ha esibito una davvero grandiosa!) e strani personaggi che si aggirano sul palco le loro esibizioni sono sempre esilaranti e grandiose.Anche al pubblico barese hanno regalato uno spettacolo divertente e surreale…un susseguirsi di canzoni che appartengono a qualche anno fa ma che continuano ad essere strepitose. Amate dagli affezionati e ascoltate almeno una volta da coloro che non condividono molto l’eccentricità del gruppo. Il concerto, infatti, è iniziato con John Holmes, che risale addirittura ai tempi del loro album d'esordio "Elio samaga Hukapan karjiana turu", per proseguire con altri classici quali: Servi della gleba, Discomusic, Il Vitello Dai piedi di Balsa, Rock'n'roll, Cara ti amo, Essere donna oggi, Ragazza che limoni sola. Si è continuato con una canzone dedicata al Parco Sempione di Milano(recentemente smantellato, cosa contro cui si erano mobilitati oltre a vari cittadini anche molti artisti milanesi) e altre che dovrebbero entrare nel nuovo album.Divertente come gli Elii abbiano sfruttato la voce secondo cui Rocco Tanica, tastierista storico della band, non si sarebbe presentato al concerto in quanto impegnato nella realizzazione del gruppo atteso ormai da anni.Tanica c'era ma è stato presentato come tale Kleisterman Viganò, operaio in pensione di un paesino vicino Voghera e musicista dilettante(anzi, stà studiando lo strumento per corrispondenza grazie a scuola Radio elettra), incontrato casualmente dal gruppo venti minuti prima del concerto e reclutato per sostituire Tanica.Un momento tipico di un loro concerto si ha quando compare sul palco Mangoni, solitamente durante il secondo o terzo pezzo e ovviamente anche ieri non poteva mancare con le sue assurde esibizioni con i costumi più disparati. Per il pubblico del capoluogo pugliese ha sfoggiato un costume da zorro..da folletto.. sempre pronto a stupire e a iniziare un litigio con Elio che si mostra offeso con il pubblico perché acclama a gran voce Mangoni!!Ma le sorprese continuavano a susseguirsi, sul palco c’era un tastierista misterioso nascosto da un separè e presentato al pubblico incappucciato, che altri non era se non l’artista tuttofare degli Elii, ovvero Jantoman.Uno serata divertente, appassionante e che ha davvero accontentato tutti..anche i più esigenti…per questo si spera che si possa presto riproporre…ma per ora attendiamo con pazienza quella del 2008!!
Luana Martino

Bari - Renzo Arbore è il grande mattatore della Notte delle Metropoli


L’anchorman Renzo Arbore ha preso posto assieme alla sua Orchestra Italiana alle 22.45 sul palco allestito in Piazza Prefettura a Bari per la festa della “Notte Metropolitana”, che ha visto la presenza di una folla oceanica lungo tutto Corso Vittorio Emanuele.Indossava uno dei suoi famosi gilet paillettati e l’ha voluto di colore rosso per comunicare che voleva esprimere la sua solidarietà al popolo birmano, come hanno fatto ieri i baresi in occasione della “notte dei ricercatori”.La sua orchestra nata ben 18 anni fa, ha due grandi ispiratori della musica italiana : Roberto Murolo e Renato Carosone che hanno rinnovato e decodificato la musica napoletana, e con brani di questi autori ha iniziato lo spettacolo, proponendoli con nuove sonorità, in chiave country, blues e swing.Così hanno incominciato il loro concerto con il brano “O Sarracino”.Non potevano mancare ritmi di divagazione esotica latino americani, e non si poteva non omaggiare Totò e Domenico Modugno,altro pugliese DOC, e Renzo ha fatto notare che “è dispiaciuto che questo autore che ha rinnovato la musica del’900, sia stato dimenticato, ed è mia intenzione far rivalutare questo cantautore dedicandogli uno spettacolo,interpretando le sue canzoni”.Uno spettacolo che ha divertito i presenti non solo per la bella musica ascoltata ma per gli interventi ironici riguardanti la sua vita giovanile e la sua famiglia, tutti figli della “zolla”,che amavano lavorare la terra del tavoliere di Puglia, e delle leccornie regionali “lampascioni” di cui ha provveduto a farne una scorta, ed ha amabilmente intrattenuto il pubblico raccontando aneddoti esilaranti riferiti ai membri della sua Orchestra e di come li avesse reclutati.Il pubblico presente non si è sottratto alla richiesta del mattatore di cantare con lui la canzoni più belle della musica italiana come : Malafemmina, Reginella, e poi con il suo inseparabile clarinetto intona Smorza 'e llights e poi ancora Luna rossa, Pecchè nun ce ne jammo in America?, Voce 'e notte, Dicitencello vuje, Por dos besos, Com'è bello fa' l'amore quanno è sera.Stornelli improvvisati Comme facette mammeta; Aummo… aummo. Medley: Everybody's talking – 'O surdato 'nnammurato, Ma la notte no, Medley: Vengo dopo il Tiggì – Tanto pe' canta' – Dove sta Zazà, Il clarinetto, Il materasso, Meno siamo meglio stiamo.Bravissimi i componenti dell’Orchestra Italiana dal nuovo elemento aggiunto Mariano Cariano che ha sostituito il compianto amico Gennaro Petrone, i cantanti Barbara Bonaiuto e Gianni Conte, i maestri Mario e Michele Montefusco, Massimo Volpe, tutti i mandolinisti e percussionisti, per terminare con l’altro amico Gege Telesforo .
Anna DeMarzo