L’illusione del bene’ questo il titolo del nuovo romanzo della Comencini presentato ieri nella libreria Feltrinelli di Bari.Davanti a un pubblico numeroso ed attento Cristina Comencini si racconta e spiega le motivazioni che l’hanno spinta a dar vita ad un percorso intimo, fatto di viaggi e documentazioni nei paesi dell’ex URSS, un’esperienza di ricerca e verità..a tratti irrazionale.Il suo nuovo lavoro, infatti, è un connubio di sentimenti, di valori, di esperienze che si fondono e si ritrovano in ogni pagina.A spiegarci meglio il laborioso lavoro che si cela dietro le pagine del libro: Costantino Foschini che, durante l’incontro, ha eviscerato le ragioni più intime che hanno spinto la scrittrice a creare ‘L’illusione del bene’.E il libro racconta proprio di un’illusione, quella di Mario un uomo svuotato, deluso. Ha creduto con passione all’ideale comunista e, dopo quasi dieci anni, non si è ancora del tutto rassegnato al crollo di un mondo nel quale aveva creduto. Ha creduto con altrettanta passione alla famiglia…ma anche in questo contesto si trova a convivere con un fallimento. Non è perfetta nemmeno la sua vita professionale: è un giornalista televisivo che accusa fatica e stanchezza e poi, con la vittoria della destra, è stato epurato e si ritrova a lavorare in radio, senza più desideri e ambizioni. L’incontro occasionale con Sonja, una giovane pianista russa che vive con la nonna e la figlia di pochi anni, lo risucchia in una tragica storia…E cosi che la Comencini dichiara di aver avuto la necessità di dover narrare le vicende di questi personaggi…lei che è sempre stata di sinistra e che forse è stata ‘vittima’, come molti altri, di illusioni o comunque di ideali rimasti tali e mai vissuti in prima persona.Nelle sue pagine si legge l’inferno dell’ideologia, del comunismo e dei suoi seguiti ma non solo…siamo di fronte, come ha sottolineato più volte Foschini, ad un romanzo completo. E’ un romanzo d’amore, un romanzo di formazione e nel finale i lettori saranno sorpresi da un colpo di scena.Un lungo lavoro durato tre anni nei quali la scrittrice si è documentata presso il centro Sors di Budapest nel quale è possibile rintracciare i messaggi che venivano scambiati illegalmente tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. E proprio leggendo i documenti ha dato vita a vicende presenti nel libro.La Comencini, abituata a parlare del privato, anche stasera non ha tralasciato di parlare della sfera familiare. Suo figlio diciassettenne, infatti, ha l’età del figlio di Mario che rappresenta la gioventù odierna.Una generazione tacciata di cinismo e menefreghismo, tesi che l’autrice combatte strenuamente.‘E’ come se-afferma-noi che abbiamo fatto il ’68 avessimo le chiavi per un nuovo mondo, e i nostri figli credono di non poter essere mai paragonati ai propri genitori. L’unica cosa è affrontare il lutto per poter guardare il mondo’.Per lei l'illusione del bene vuole essere una sorte di ponte...anche se doloroso ma dal quale ripartire...insomma un connubio di sentimenti travolgenti degni della penna di Cristina Comencini.
Luana Martino
Luana Martino
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