sabato 15 novembre 2008
Bari - 'Salomè', voluttuosa, erotica, capricciosa incanta Erode e cattura il pubblico
Voluttuosa, erotica, ma anche infantile e capricciosa come solo una principessa viziata può esserlo, è la Salomè che Vito Signorile ha presentato ieri sera in prima nazionale al Teatro Abeliano di Bari.
‘Salomè – l’ultima tentazione’ , ripropone la vicenda narrata nel Vangelo di San Marco, della figlia di Erodiade e di come convinse il tetrarca, suo patrigno e zio, a consegnargli la testa di San Giovanni Battista.
La tentazione è ben rappresentata dalla voglia di possedere, dalla curiosità e dal desiderio dei tre personaggi, Erode, Erodiade e Salomè che si muovono sul palcoscenico, chi in preda alla brama, chi dalla angoscia di perdere quello che possiede e chi dalla eccentricità e indifferenza che la circonda.
Si immobilizzano solo quando sentono la voce ammonitrice di Giovanni, che rinchiuso nelle segrete, continua a condannare pubblicamente la condotta del Tetrarca e della sua “prostituta” e preannuncia anche l’arrivo di un nuovo Regno e di Colui che viene dopo di lui, ma loro non intendono il suo parlare.
La tentazione la vera protagonista della serata, mostra un Erode, interpretato da Vito Signorile, avido, famelico e voglioso che ama collezionare e circondarsi da ciò che è bello e raro.
Per questo non esita ad uccidere il fratello per possedere la sua bella moglie, Erodiade. Per il suo palato regale, fa giungere i vini più pregiati dalle terre allora conosciute e nei suoi scrigni si possono trovare gioielli di incomparabile bellezza.
Ma chi possiede vuole sempre ottenere di più e non riesce a frenare questa sua corruzione materiale, si guarda attorno con la brama di afferrare quello che ancora non ha.
Così quando lo sguardo di Erode cade sull’avvenenza appena sbocciata della figliastra Salomè, la vuole possedere, perché non si può vincere alla tentazione.
Lo sanno bene anche le due donne.
Erodiade (interpretata da Antonella Racanelli) teme che la figlia subentri nelle grazie di suo marito e a lei nei migliori dei casi spetti un ruolo marginale, se non addirittura la morte.
A nulla valgono le sue danze per distogliere lo sguardo e i pensieri di Erode, da sua figlia.
Serena Ventrella, che interpreta Salomè, una erotica quanto sanguinaria fanciulla, sa bene di possedere un corpo che vale più della parola, e con le sue movenze sinuose e accattivanti, riesce persino ad intimorire il Tetrarca, che non esita, pur di vederla ballare a cedere metà del suo regno.
Lo sa bene Salomè che senza esitare danza sul pavimento sporco del sangue del capitano delle guardie, innamorato della principessa e che per lei si è tolto la vita.
La musica prende il ritmo e Salomè balla la danza dei sette veli e come un incantatore di serpenti incanta lo sguardo del re, e non solo … affascina i presenti in sala.
Ma i re non dovrebbero mai giurare, perché sono costretti a mantenere quello che dichiarano.
Così quando la fanciulla, non gli chiede di avere in dono metà del suo regno, o pavoni bianchi dai becchi dorati, o diademi e collane di perle, ma gli chiede come offerta la testa di Giovanni Battista su un vassoio d’argento, non sa che sta decretando anche la sua messa a morte.
Lo spettacolo, prodotto dal Centro Polivalente di Cultura Gruppo Abeliano, è interpretato da Vito Signorile (Erode) Massimo Triggiani (Giovanni), Enzo Sarcina (Giullare), Ivan Dell’Edera (Capitano), Antonella Racanelli (Erodiade), Serena Ventrella (Salomè), Fonte Fantasia (Schiava) e Patrizio Altieri, Sergio Antonacci e Vincenzo M. De Sario (soldati).
Lo spettacolo si avvale anche della partecipazione di Sabrina Speranza (coreografie), Michele Iannone (direttore di scena), Ottavia Dattolo, Vincenzo Mascoli, Michele Sivo e Angela Varvara (costumi) e Alessandro Amato (musiche originali).
Si replica venerdì, sabato e domenica.
Anna deMarzo
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