mercoledì 28 ottobre 2009
Bari – Recensione dell’ultimo album dei Radiodervish: il mare e l’Oud
La nuova avventura dei Radiodervish comincia da Gerusalemme per tuffarsi nel profondo del mare: il loro ultimo album “Beyond the sea” (“Oltre il mare”), da domani in concerto al castello di Sannicandro (27, 28 e 29 novembre), vuole essere una svolta, un nuovo inizio dall’elemento primario per eccellenza, l’acqua.
“Con il settimo cd si è compiuta un’ottava musicale, adesso ricominciamo: come l’acqua che ha la capacità di trasformarsi e penetrare in ogni angolo, anche noi ci siamo trasformati e abbiamo cercato vie nuove, angoli nuovi per la nostra musica”, ha dichiarato Michele Lobaccaro, uno dei membri del gruppo formato da Nabil Salameh e Alessandro Pipino.
In effetti, esclusa la cifra stilistica comune e coerente a tutti i lavori del Radiodervish (cioè la loro capacità di esprimersi in molte lingue come l’inglese, lo spagnolo, il francese, l’arabo e la loro propensione alla multiculturalità e a certe particolari melodie), si tratta di un album ricco di novità rispetto ai precedenti.
Il mare, innanzitutto. In questo caso, è, senza dubbio, il Mediterraneo, con la sua capacità di unire Oriente ad Occidente, con le sue rotte di migranti e viaggiatori, con il suo essere “centro del mondo”, così come desiderano fare i Radiodervish.
La loro nuova musica, infatti, vuole costruire un universo, sia marino che terreno, con storie antichissime -come quella di Tancredi e Clorinda nella “Gerusalemme liberata” di Tasso rivisitata nel sesto brano, o racconti attuali e d’amore nel pezzo dal titolo “you are my world”.
Il picco di intensità, però, viene raggiunto nella penultima canzone “Deep blue”, capace di restituire e ricreare in sottofondo la voce del mare d’inverno, la solitudine di quel paesaggio, in cui si pronunciano sottovoce promesse e dediche tra innamorati.
Dopo questo assaggio, i Radiodervish proseguiranno il tour per il nuovo album con l’obiettivo di restituire le emozioni provate durante l’incisione del disco anche al di fuori dei confini pugliesi, a Roma e a Firenze.
In città non bagnate dal mare, per alcuni istanti risuoneranno le voci delle onde come in una conchiglia a forma di Oud.
Marisa Della Gatta
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