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mercoledì 10 novembre 2010

Bari - Chi comanda qui? si chiede Fausto Bertinotti e Niki Vendola prova a rispondere


Il futuro della Costituzione fra Alice nel paese delle meraviglie e il lontano “Fraternite, egalitè, libertè”.

Nel lontano 1996 autorevoli costituzionalisti e teorici della politica si confrontarono in un libro: “Il futuro della Costituzione”, discutendo circa le molteplici idee di costituzione in campo, sulle tensioni tra democrazia e costituzionalismo, sul significato di concetti quali potere costituente, custode della costituzione, potere di revisione costituzionale, indagando i paradossi e le prospettive della riforma costituzionale in Italia, interrogandosi infine sulla necessità e opportunità di dare una costituzione all’Europa.

A riprendere quel lontano dibattito intrapreso da Gustavo Zagrebelsky, Pier Paolo Portinaro e Jörg Luther, Fausto Bertinotti, presidente della Fondazione della Camera dei deputati, con il libro, fresco di stampa: “ Chi comanda qui? Come e perché si è smarrito il ruolo della Costituzione” (edito Mondadori). Dopo 14 anni per rispondere alla domanda: “Come si è smarrito il ruolo della Costituzione?”.

Determinazione di una sconfitta delle forze motrici: il movimento operaio, che aveva interpretato la Costituzione. Così ai microfoni, in un’affollata libreria Feltrinelli, l’ex segretario del Partito di Rifondazione Comunista. “Poi la globalizzazione capitalistica – ha proseguito- si è andata affermando realizzando un pensiero unico su scala mondiale, europeo, determinando il progressivo degrado della democrazia con un regime sostanzialmente oligarchico. Noi votiamo ma a decidere sono sostanzialmente altri”. Potremo dire che il primo grado di colpevolezza pare sia la globalizzazione.

Ecco la piccola parolina magica o ameba. Da qui la domanda su: “Cosa bisognerebbe fare per tutelare di più la Costituzione in questo momento storico?”. Bertinotti punta sul rovesciamento della logica costituzionale, una democrazia che prima era intesa come eguaglianza, “oggi siamo un dominio del mercato, che con la sua mano invisibile determina la vita delle persone: la precarietà, l’incertezza. L’articolo 3 della Costituzione è stato abbattuto. Bisognerebbe ricominciare dalla ricostruzione sulle macerie dell’art. 3 della Cost., ricordando quello che dice: il compito della Repubblica è rimuovere gli ostacoli che impediscono il libero sviluppo della persona umana”.

Sono due gli articoli della Carta a essere più cari a Bertinotti: ovviamente il primo e il terzo. L’incipit della Costituzione, “La Repubblica democratica fondata sul lavoro” richiama quella sovietica del 1936; a suo parere si tratta di una garanzia. L’articolo 3, “ Ė compito della repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

È quello “chiave”, un “testo eversivo”: con esso il “carattere programmatico” e finalistico del documento è espressamente rivendicato. Lo Stato, o meglio la Repubblica, o meglio ancora la classe, ha il dovere di intervenire in materia economica, l’autorità di decidere cosa sia “il pieno sviluppo della persona umana”. “Principi che sono stati ribaltati”, fa eco il presidente della Regione: Nichi Vendola. “La destra ha vinto, governando con un nuovo vocabolario, fatto di violenza e plebeismo, noi possiamo vincere solo recuperando l’eleganza della passione, quella che ho imparato da Fausto Bertinotti”.

“Chi comanda qui” viene considerato come un libro da buona azione, come l’ha spiegato Sonia Pellizzari, moderatrice dell’incontro, da buona azione civile, politica e culturale. Provando a restituire il criticato originale e originario alla nostra Costituzione, ripercorrendo attraverso il concetto di Costituzione un’idea di società ma anche di uomo. Un libro che individua un articolo eversivo, l’articolo 3, il perno della nostra Costituzione: non c’è democrazia senza uguaglianza. In questo racconto, che mai diventa un recupero della storia, ma ci fa pensare sulla lungimiranza dei nostri costituenti, la politica deve interrogarsi, trent’anni gloriosi che hanno avuto un deragliamento con la globalizzazione. “Chi comanda qui” può e deve essere considerato una raccolta di lezioni sulla Costituzione.

Per Vendola, l’operazione che attua Bertinotti nelle pagine del libro è un recupero di memoria. La capacità di chiedersi dove ci si trova e dove si è arrivati. La memoria è l’unica bussola che può consentire di orientarsi verso un futuro migliore. Da qui un salto indietro di 65 anni: “l’Europa fra il 1914 e il 1945- spiega il presidente della Ragione- era diventata il più grande mattatoio della storia umana. Mai la guerra aveva conosciuto delle mutazioni così importanti, passando dal periodo di pochi decenni, dal corpo al corpo tra gli eserciti al fungo atomico di Hiroshima. Ed è proprio all’interno di questa storia di guerra nasce la vicenda dei totalitarismi, in particolar modo quello nazifascista, con l’obiettivo di programmare la devastazione del codice di convivenza fra gli umani.

“Chi comanda qui” è anche la domanda che fa “Alice nel paese delle meraviglie”, quando attraversa lo specchio e si trova in un mondo capovolto, in un mondo in cui le regole sono prive di logica e buon senso. Sono segnate da una certa crudeltà e noi –ribadisce Vendola- ci ritroviamo a vivere esattamente oltre uno specchio e come Alice in un paese di strane meraviglie in cui la menzogna parla di se stessa come se fosse la verità e il benessere viene proclamato regalando malessere alla maggior parte soprattutto delle giovani generazioni”.

Il presidente della Fondazione della Camera dei deputati, a margine dell’evento barese, spende parole a favore di Vendola: “Lei pensa che Nichi Vendola possa essere il leader giusto? “Vendola ha tutte le caratteristiche umane, politiche, culturali per esprimere questo bisogno di cambiamento”.

Non possiamo che concludere con un pensiero di Antonio Pascale: “Sogno un paese che abbia il coraggio di dire: era una buona idea ma siamo stati troppo arroganti nel proporla o forse siamo diventati troppo vecchi per portarla avanti. Allora, un Paese così di sicuro vedrà arrivare al suo cospetto nuove menti, pronte a prendere il testimone e a lavorare affinchè non finisca in cattive mani o venga risucchiato nel buco nero del passato.”

Il video dell'introduzione di Niki Vendola lo trovate su:
http://www.youtube.com/watch?v=vEdnZ9FqdEU

Anna Furlan

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