In scena il 29 dicembre ore 21.00 nell’Auditorium della Cittadella della Cultura – Archivio di Stato – a Bari, lo spettacolo di teatro-danza dal titolo “Reperto #01” una produzione Kataklisma Teatro (Roma), di e con Elvira Frosini e con Giacomo Calabrese.Lo spettacolo “Reperto #01” è sorretto dalla regia di Elvira Frosini. Coreografa e danzatrice, regista e performer, Elvira ha intrapreso una suo viaggio all’interno di policromi linguaggi del teatro-danza giungendo ad un suo personalissimo lavoro del corpo quasi monocromatico per la pulizia nuda e rigorosa della rappresentazione. Portare il corpo in scena come pulizia e linearità, questa la sperimentazione del teatro della Frosoni. Così si legge che il lavoro da lei collaudato “attraversa e utilizza vari generi e sfugge programmaticamente ad una classificazione. Si concentra di volta in volta su linee e campi di ricerca, con il denominatore comune di una riflessione sulla comunicazione, sulla distruzione e ricostruzione temporanea del contesto, sulla fluttuazione del senso.” E poi ancora: “il lavoro sul corpo è nella direzione di un’ abbandono di schemi fissi, potenziale punto di deflagrazione”. Interessante produzione di una precisa elaborazione scenica “concettuale”. Giacomo Calabrese invece, coreografo e videomaker, forte della sua mimica facciale (oltre che del corpo), interpreta perfettamente la “fluttuazione del senso” sostenuta dalla regista. Interessante il quadro scenico di una plausibile fretta cosmica, avvalorata anche verbalmente con il ripetuto “E’ tardi adesso vado”. Lo spettacolo ben si integra nella location della Cittadella della Cultura di Bari, dove l’arte concettuale è espressione in tutte le sue convenzioni e aspetti. La rappresentazione peculiare e straordinaria dal punto di vista dell’intento, è risultata forse molto più apprezzabile dal punto di vista fotografico che dal vivo. Il cellophane in cui si è inglobati è assolutamente puro e schietto, la contaminazione umana e materiale è fotograficamente riuscita. Ottime luci ed ombre hanno completato la sostanzialità fisica ed allo stesso tempo astratta.Perfettamente assorbiti dal luogo notevolmente interessante, dove trova consenso il generoso bluff artistico-sperimentale, non è mancata la parte di pubblico arrivata con il solito ritardo “concettuale”, entrando anche a spettacolo già iniziato. Probabilmente sono concettuali anche le ridicole suonerie dei telefoni che squillano durante lo spettacolo. Dopotutto vista anche la gratuità (giusta) dell’evento, s’intuisce che questo progetto fa parte di un disegno culturale sostanziale finanziato da soluzioni concrete e tangibili. Allora appuntamento alla Cittadella della Cultura per altri eventi interessanti di arte concettuale. Il concetto di qualità però a volte si perde in qualche cartone, lasciato fuori, altrove.
Deborah Brivitello
Deborah Brivitello
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