giovedì 24 gennaio 2008
BARI – Il tocco inconfondibile di Toni Servillo ... in scena la 'Trilogia della villeggiatura’
Tre ore appassionanti e coinvolgenti quelle che hanno allietato, ieri sera, il pubblico del Teatro Piccinni di Bari. In scena: ‘Trilogia della villeggiatura’ opera goldoniana che si presenta con un testo affascinante e compiuto degno dell’autore.
A curarne magistralmente la regia è Toni Servillo che imprime ad ogni spettacolo, interpretato o coordinato, un tocco inconfondibile.
Dal nome stesso dell’opera si evince che lo spettatore si trova davanti ad un susseguirsi di eventi suddivisi in tre momenti fondamentali: i preparativi per la villeggiatura, la permanenza in campagna e il ritorno in città.
E’ il racconto di Giacinta, Leonardo, Vittoria e Guglielmo e della loro educazione sentimentale così triste e confusa.
Sono colti e analizzati nel momento dei preparativi per la tanto attesa villeggiatura in campagna, di qui si susseguiranno una serie di intrecci amorosi che coinvolgeranno tanti altri personaggi.
Nella seconda parte si giunge in villeggiatura ma le smanie continuano e il turbinio che avvolgeva tutti i protagonisti si fa sempre più incalzante. Nulla si risolve neanche quando tutti ritornano in città (terza parte) dove, anzi, tutto si complica…
Un’ analisi perfetta dell’uomo medio, dei suoi drammi d’amore e che con le sue manchevolezze e le sue miserie caratterizza una classe tipicamente borghese. Un testo geniale, divertente e realistico quello di Goldoni che è messo in scena in modo eccellente da Servillo. La regia è, infatti, incalzante, segue dei ritmi mai troppo veloci ma scorrevoli riuscendo a riportare quasi interamente l’opera originale.
Piacevole anche il continuo cambio di scena direttamente davanti al pubblico, senza l’uso del sipario quasi per far penetrare maggiormente lo spettatore nella storia.
La ‘trilogia’ per tanto si pone come racconto di una vacanza della vita che si rivela un contenitore di angosce, noie, isterie della vita stessa, e la bravura e la passione di tutti gli attori esalta maggiormente questo messaggio… tanto triste ma tanto realistico.
Toni comici, tragici, disperazione e rassegnazione..tutto racchiuso in uno spettacolo coinvolgente che ci regala un Servillo ironico e cinico.
Alla fine si resta con l’amaro in bocca, una malinconia latente che però è spesso dovuta solamente alle nostre strane e azzardate scelte.
Luana Martino
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