lunedì 28 gennaio 2008
Bari - Sergio Vespertino in "Petrafennula"
Il dolce è servito.
Potremo definirlo così lo spettacolo presentato in questi giorni al Teatro Abeliano di Bari per la rassegna TAM (Teatri d’Arte Mediterranei) con il bravissimo attore palermitano Sergio Vespertino, che ha entusiasmato il pubblico il quale ha applaudito non come consuetudine al termine dello spettacolo ma durante lo stesso per far intendere che apprezzava quello che ascoltava ma soprattutto per ricompensare la bravura dell’attore che ha trascinato lo spettatore nel vortice dei vizi e ansietà della vita quotidiana di tutti noi, ridendoci sopra.
Perché il dolce è servito?
Perché il titolo dello spettacolo “Petrafennula” è il nome di un tipico dolce siciliano ormai desueto, a base di miele, timo, cedro, dalla caratteristica di essere duro come la pietra ma dolce al palato e per poterlo mangiare occorre tenerlo in bocca per molto tempo fino a che si sciolga.
Un dolce che per apprezzarlo e degustarlo occorre avere pazienza, questa disposizione interiore che sembra non appartenerci più perché travolti da una vita frenetica.
Così dall’allegoria di questo dolce siciliano, Sergio Vespertino, accompagnato dal musicista fisarmonicista, Pierpaolo Petta, porta lo spettatore in un viaggio immaginario fatto di parole, parole che possono essere a volte dolci e a volte amare.
Siamo ormai circondati da parole ed ha pertanto voluto rappresentare la scena con una parete di fogli di giornali.
Giornali che accumulano parole, mentre la gente ha bisogno di fatti, appunto per questo si può dire che le parole non sono altro che le disillusioni dei fatti.
Sergio Vespertino, palermitano di nascita, parla delle disincanti dei siciliani, che vengono presi in giro da “Roma”, tanto da non sentirsi isolani ma “isolati” ed immagina la sua Sicilia come un’isola pedonale, l’isola c’è, i pedoni pure, con passanti che non corrono ma che camminano e si soffermano sviluppando l’occhio osservatore, apprezzando quello che li circonda, perché camminare apre la mente.
Vespertino non si sofferma sui disinganni siciliani, ma anche sulle ansie, vizi e tradimenti di tutti noi, propone uno spettacolo che invita al cammino senza correre, anche se le sue battute sono incalzanti e come una mitraglietta spara con ironia sulle nostre debolezze ed incertezze facendoci ridere e sorridere a volte con l’amaro e a volte con il dolce, proprio come la Petrafennula.
Anna deMarzo
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