Uno spot e un numero verde riattivato da dicembre 2006, per sconfiggere e riscattare donne, uomini e bambini dallo sfruttamento, dalla tratta e dalla violenze fisiche e psicologiche.800 290 290 a questo numero verde risponderanno operatrici qualificate e si diversificherà da quello passato – dichiara Maria Pia Vigilante, presidentessa della G.I.R.A.F.F.FA. Onlus - perché non si limiterà a sostenere esclusivamente donne che vengono avviate alla prostituzione, ma chiunque sia oggetto di sfruttamento sia sessuale che lavorativo.Con queste parole inizia la conferenza stampa tenutasi in mattinata alla Regione Puglia per la presentazione dello spot televisivo contro la tratta, spot ideato dall’agenzia Proforma e curato dal regista Pippo Mezzapesa, che con un linguaggio semplice ed immediato cattura l’attenzione di chi l’osserva, puntando direttamente allo scopo. Spot girato in Puglia che ha come protagonista l’attrice barese Carolina Felline e sarà in programmazione a carattere nazionale perché il cortometraggio è stato adottato anche dal Ministero delle Pari Opportunità.E’ un problema sentito – prosegue Vigilante – perché abbiamo avuto non solo i finanziamenti pubblici ma anche il contributo della Banca d’Italia della sede di Bari, della Banca Popolare di Bari e della Swimming Service.Alla presentazione dello spot televisivo anche il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, che ha dichiarato – “Stiamo di fronte a un fenomeno complesso che può essere combattuto con la sinergie degli organi di informazione, cittadini ed istituzioni. Ci sono pozzi neri delle violazioni dei diritti civili , attraverso tutta la fenomenologia dell’orrore, che va dalle donne ridotte in schiavitù, alla mercificazione dei bambini allo sfruttamento della mano d’opera.Questa strumentalizzazione è il nuovo schiavismo (peculiarità europea), la parte “cattiva” della globalizzazione, ed è compito della società civile scendere in questo pozzo scandagliarlo ed attuare opera di bonifica”.“La cronaca nera di Terra di Puglia – prosegue Vendola- ci racconta di bambine cedute per pochi spiccioli, di violenze di gruppo fra coetanei, quindi non è un fenomeno esotico ma endogeno che ha origine nella cultura della violenza “che non è un mostro ma un nostro””.Sono intervenuti alla conferenza il dr. Giuseppe Scelsi, sostituto procuratore presso il Tribunale di Bari, la dott.ssa Magda Terrevoli, presidentessa della Commissione Regionale per le Pari Opportunità e la dott.ssa Barbara Strappato della Questura di Bari, tutti concordi nell’affermare che occorre fare opera di bonifica in tutte le zone d’ombra, che non si limitano alle nostre periferie, ma anche nei silenti ambiti domestici. La tratta è un fenomeno che si allaccia a quello della immigrazione clandestina e in molti paesi europei manca una legislazione che persegue questo reato, come manca nelle vittime la consapevolezza di essere vittima.E l’obiettivo dell’associazione GIRAFFA è fornire di una presa di coscienza,sensibilizzare le vittime e avvicinarle alle istituzioni, divulgare l’art.18 della legge sull’immigrazione Turco-Napolitano, promuovere percorsi innovativi per contrastare tutte quelle forme di disagio e di follia che ne caratterizzano l’esistenza.Non esiste una ricetta , ma esiste l’impegno di questa associazione per costruire un percorso, in fin dei conti costa poco, solo una telefonata (800 290 290) per cancellare un incubo.
Anna DeMarzo
Anna DeMarzo
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