E’ andato in scena ieri 19 gennaio alle ore 21.00 al teatro Royal di Bari, lo spettacolo Cirano di Bergerac, straordinaria produzione della compagnia Teatri Possibili di Milano, diretto ed interpretato da Corrado d’Elia, con Elisa Pella, Stefano Annoni, Gianlorenzo Brambilla, Gustavo La Volpe, Dario Merlini, Marco Brambilla, Fabio Paroni, Enea Montini. Luci: Andrea Lisco. Fonica: Cristiano Di Ruvo.La messa in scena di “Cirano” (senza la y) curata dai Teatri Possibili di Milano rappresenta l’elogio dell’essenza del Teatro. Edmond Rostand (Marsiglia, 1868 - Parigi, 1918) pubblica l’opera “Cyrano” nel 1897, il testo è ispirato alla figura di Savinien Cyrano de Bergerac, stravagante scrittore del ‘600 francese. Fu rappresentato per la prima volta il nello stesso 1897 al Théàtre de la Porte-Sain-Martin di Parigi, con protagonista Coquelin, celebre attore del tempo, lo stesso che glielo aveva commissionato. Cyrano ebbe subito notevole successo di pubblico e critica consegnando l’autore ed il suo personaggio all’immortalità. Il testo è uno dei più rappresentati ed anche dei più difficili con il quale misurarsi. L’allestimento dei Teatri Possibili ha un forte punto di partenza: la traduzione dell’opera. Ottimale quella di Franco Cuomo, svuotata da artificiosi fronzoli rimati che oggi risulterebbero stucchevoli. La prosa risulta più attuale, misurata, indicata ad un teatro che mette in scena l’ ingegno e non un prodotto laccato e imbellettato. Corrado d’Elia propone una rilettura teatrale semplicemente geniale. Fondatore della compagnia e del circuito Teatri Possibili, nonché attore e regista, Corrado si è formato all’Accademia Paolo Grassi di Milano ed in pochi anni ha costruito una singolare comunità teatrale, che partendo dal nord si è estesa fino al centro Italia. Le sue produzioni sono ormai sinonimo di qualità spettacolare e Cirano, nato circa 10 anni fa, continua a girare l’Italia, riscuotendo solo consensi. Il Cirano di Corrado d’Elia è un manifesto coinvolgente, alleggerito dal concetto di tempo e spazio. L’azione si svolge su un piano inclinato, con una sorta di metamorfosi scenografica in cui ferro e legno sono vicini al disegno mentale che accompagna la personalità ed il dolore del personaggio. La spada, la parola, decontestualizzate da qualsiasi aspettativa, affidano le prodezze a Cirano e raffinano il suo coraggio, acuto e straziante. Audace e bellissimo fino all’inverosimile, lo spettacolo racconta due ore e mezzo di dinamismo, di mobilità concettuale, di purezza e velocità d’immagini . Straordinario l’intero cast: Rossana leggiadra e stupenda è interpretata da Elisa Pella che a soli 24 anni dimostra una saggezza recitativa spoglia di qualunque sofisticazione! Rossana è bellissima, bellissima. I precedenti interpreti di Cristiano hanno i nomi di Alessandro Preziosi e Michel Altieri, attualmente invece il ruolo è di Stefano Annoni, perfetto perché per un giovane biondo e con gli occhi azzurri è facile cadere in uno stereotipo anche se discutibile, ma Stefano regala una generosa prova di sé. I panni di Le Bret sono in realtà quelli di Gianlorenzo Brambilla, grande volpone del teatro italiano, che esprime al meglio una galanteria matura e professionale. Gustavo La Volpe ha un volto straordinario per De Guiche e Dario Merlini è forse il vero nome di Ragueneau!. Gli altri interpreti sono dei “guasconi” teatrali, che liberi da personaggi standardizzati rivelano tutta l’energia dell’ opera di d’Elia, bravi quindi Fabio, Enea e Marco (detto Luca) straordinario nella scena del Visconte. Magnifiche le suggestioni che hanno regalato le luci di Andrea Lisco e la fonica di Cristiano Di Ruvo.Il finale dello spettacolo presenta una “nasificazione” dell’intero cast, ….ora spiegare il concetto è corruttibile di qualsiasi assurdità, ma chi si è lasciato emozionare dallo spettacolo può necessariamente sostenere che non solo il cast è “nasificato”! In definitiva gli spettatori che hanno affollato il teatro Royal, si sono evidentemente scontrati con una messa in scena ad alto impatto emotivo. La scena finale della morte di Cirano, ingloba un coinvolgimento struggente e crescente, provocando una sorta d’implosione emozionale nello spettatore, ormai rapito dall’eccezionale spettacolo. La bravura di Corrado e del suo gruppo stordisce, ferisce di spada e di parola, lascia gli incauti spettatori emozionati, feriti nel cuore e nell’intelletto, quasi agonizzanti ma straordinariamente asserviti, soggiogati, dal senso artistico della compagnia Teatri Possibili, tanto da sussurrare: ….ancora, ancora!
Deborah Brivitello
Deborah Brivitello
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