“Gastone” di Ettore Petrolini, nell’adattamento di Nicola Fano, musiche originali di Germano Mazzocchetti, coreografie di Fabrizio Angelini. Con Massimo Venturiello, Tosca, Franco Silvestri, Camillo Grassi, Antonio Fornari, Ilaria Giorgino, Cinzia Ricciardi, Stefania Fratepietro, Alessandra Greggia, Clorinda Venturiello, Renato Merlino. Scene di Alessandro Chiti, costumi di Sabrina Chiocchio, light designer Vincenzo Raponi.Regia Massimo Venturiello.In scena la sera del 10 e 11 febbraio, al Teatro Traetta di Bitonto, lo spettacolo “Gastone”, nota commedia di Petrolini. L’adattamento è stato scritto da Nicola Fano, grande esperto e appassionato dell’arte petroliniana, che ha apportato una ventata di freschezza al testo, pur mantenendosi radicalmente attaccato alla tradizionale e storica essenza del teatro di varietà e del repertorio petroliniano. Anche le musiche di Germano Mazzocchetti ben si intersecano con il clima del teatro dello spettacolo leggero del tempo, fino all’assimilazione.Si inscenano qui le vicende del grande Gastone, fuoriclasse del Varietà, nonché aspirante attore del cinema appena nato. Gastone è un primattore ammaliante e seducente ma terribilmente spiantato, vive e lavora costruendo e distruggendo varie compagnie teatrali, cavandosela alla meglio grazie alla sua personalità di originale avventuriero. Il personaggio di Gastone è stato inventato dal grande Ettore Petrolini (1886-1936), autore e attore, considerato il massimo esponente di quelle forme di spettacolo quali il teatro di varietà o l’avanspettacolo. Petrolini inizia la sua carriera nei primi del Novecento, nei cafè chantant di Roma. Studia le tecniche dei comici napoletani e porta in scena una canzonatoria derisione del decadentisto dannunziano, la sua verve farsesca e sarcastica hanno successo ovunque tanto che nel giro di pochi anni Petrolini diviene una star internazionale e lavora sia in Europa (Milano, Parigi, Londra) sia nel Sud America. Ci vuole grande esperienza quindi, nel portare in scena un personaggio come Gastone, un vero commediante, inteso nel significato cialtronesco del termine, nelle cui vesti si sono trovati alcuni mattatori del teatro italiano come Fiorenzo Fiorentini e Gigi Proietti. Questa volta tocca a Massimo Venturiello indossare il suo frac, cilindro e guanti bianchi. Venturiello ci ha abituati a ruoli drammatici e comici, tutti portati in scena, o in tv, o al cinema, con eguale bravura, per cui misurarsi con il ruolo di Gastone è per lui quasi una tranquilla “passeggiata”. Divertente e assolutamente forte la sua presenza scenica, straordinaria la sua regia, Venturiello ha professionalmente fatto esplodere la bravura di Tosca non solo come cantante ma anche come attrice. A Tosca sono toccati i panni di Lucia, soubrette scoperta dal suo Pigmalione-Gastone, che la trasforma da ingenua e sognante popolana, nella grande soubrette di belle speranze, dal nome esotico Lucienne d’Antibes. Da qui si sprigiona tutto un mondo fatto di pochi soldi e molte speranze, un mondo fatto di furbizie per saldare il conto del bar e per pagare la tenutaria della pensione dove alloggia e prova lo spettacolo, un considerevole gruppo di artisti (che ballano, cantano, recitano e litigano tra di loro). E’ il mondo fintodorato del “Varietà”, di attori che spesso non riescono a mangiare, di compagnie sconclusionate, che portano in scena belle gambe, canzoni allegre, maghi improbabili e battutacce spinte. E’ il mondo che fa sognare una semplicissima ragazza come Lucia, dalla voce straordinaria, che viene scoperta e lanciata dall’istrione Gastone, speranzoso anche lui in un futuro professionale migliore. Tra prove, canzoni, amori e discussioni, la compagnia mette in scena uno spettacolo. Finalmente arriva un contratto ma non a Roma o a Milano bensì in un teatro piccolo di Bitonto, (paradossale ma vero, proprio il teatro Umberto I di Bitonto -chiamato Tommaso Traetta- perché l’autore Nicola Fano, che ha operato l’adattamento teatrale è originario della zona). Insomma va in scena lo spettacolo con abiti scintillanti, ballerine formose (come erano appunto le ballerine di quegli anni) belle voci e battute a doppio senso. Ma il destino è beffardo come una battuta d’avanspettacolo, così la bella e brava Lucia-Lucienne viene scritturata in una grande compagnia e deve abbandonare Gastone ed il suo scalcinato gruppo, proprio mentre il successo si palesa nel teatrino di Bitonto. La speranza di trionfo per Gastone diventa solo un miraggio, ma lui con i suoi occhi truccati e sempre languidi continua ad ammaliare ed autoammaliarsi, con la sua personalità gigionesca....sempre. Massimo Venturiello ha portato magistralmente in scena l’espressione comica, proprio perché eccessivamente amara, del clima teatrale di varietà e del suo tempo, fatto di povertà, di artisti che indossavano abiti luccicanti e si davano al pubblico, mentre speravano di poter finalmente pagare i debiti, speravano nel successo per poter uscire da quella condizione di miseria e di fame, colorata da lustrini e paillettes. In definitiva: straordinario l’intero cast, assimilato dalle peculiarità del teatro di rivista, Tosca sempre più brava, Massimo Venturiello si conferma icona petroliniana.
Deborah Brivitello
lunedì 12 febbraio 2007
Massimo Venturiello e Tosca portano in scena “GASTONE”
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