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domenica 13 luglio 2008

Bari – Ha proprio ragione Enrico Vaime ‘I cretini non sono più quelli di una volta’


Incontriamo l’eclettico Enrico Vaime alla Feltrinelli di Bari, dove presenta il suo ultimo lavoro letterario “I cretini non sono più quelli di una volta”.

Appare timido, impacciato quando parla, come se avesse il timore che i suoi pensieri potessero non interessare gli astanti, ma al contrario quello che dice sono concetti a volte inespressi da molti, rappresentazioni mentali di una moltitudine demoralizzata e sconfortata del modo di vivere ma soprattutto del modo di essere.

A ricalco del suo precedente libro “Quando la rucola non c’era” dove la nostalgia del bel tempo passato fa da padrona, anche quest’ultimo lavoro si muove su dei ricordi personali che non hanno la pretesa di dare una lezione morale di come eravamo e di come dovremo essere, ma dimostra come il tempo ha modificato il nostro modo di pensare o meglio il nostro modo di non riflettere poiché non ci poniamo mai dei “perché”, incrementando il nostro degrado culturale.
“Non è una venatura di presunzione – dice Vaime - ma ho sentito il bisogno di descrivere la mia generazione, una generazione che ha perso tutti i treni possibili. Abbiamo mancato il ’68, anche se un minimo di contributo l’ho dato quando si sono presi la mia macchina, appena comprata, contro la mia volontà per costruire le barricate ; non abbiamo fatto la guerra perché minorenni e così abbiamo saltato molti eventi storici. Siamo stati dei testimoni, ma non abbiamo diritto di parola”.

Con l’ amarezza di un periodo che non gli viene riconosciuto, Vaime si riscatta con un altro ciclo, per lui la vita comincia nuovamente nel 1960 con l’entrata in RAI, tramite concorso pubblico, perché allora si faceva così.

“In quell’anno entrarono con me – prosegue Vaime - alla sede di Via Mazzini anche Liliana Cavani, Giuliana Berlinguer, Francesca Sanvitale, Carlo Fuscagni, Giovanni Mariotti, Leardo Castellani. Forse è questo uno dei motivi cha la RAI anche se un ente pubblico non fa più concorsi pubblici, ha capito quanto può essere pericoloso avere gente pensante e intelligente attorno. Ma sono quelli assunti in quel periodo che hanno ben inteso come andavano le cose e sono andati via tutti”.
Il libro dal titolo ironico, a sottolineare una frase convenevole : “ non ci sono più le mezze stagioni” , mette in risalto che non ci sono più i cretini di una volta.

I cretini di oggi sono intelligenti, perché hanno studiato, navigano su internet, ma in compenso non sanno far ridere, perché ritengono che chi riesce a divertire sia uno sciocco.

E allora cosa dovremo dire di Marcello Marchesi, Ennio Flaiano, amici e maestri di Enrico Vaime, che della figura del cretino ne avevano fatto il loro protagonista assoluto.

E su quella falsa riga di autoironia e satira dei suoi predecessori, Vaime si muove quotidianamente, nello spazio dell’emittente televisiva La7, Omnibus, nella rubrica “Trafficando” , dove finge di parlare delle condizioni del traffico per parlare delle notizie di cronica, alleggerendole e rendendole più sopportabili. Il tutto intervallate da frasi, prese dalla società autostradale che approfitta della nostra disattenzione per propinarci frasi del tipo : “Nebbia in entrambi le direzioni” – “Traffico intenso per mancato smaltimento del traffico”.

Certo se uno approfondisce, inorridisce.

Anna deMarzo

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