PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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domenica 29 luglio 2007

'Le Storie Cantate' Viaggio tra i cantastorie pugliesi di Nicola Morisco e Daniele Trevisi


LE RADICI DELLE TRADIZIONI POPOLARI IN “ LE STORIE CANTATE – VIAGGIO TRA I CANTASTORIE PUGLIESI “ di Nicola Morisco e Daniele Trevisi Palazzo Roberti – Mola di Bari – sabato 28 luglio ore 21 – Una musica che parla con il cuore ed al cuore . Le tradizioni musicali pugliesi hanno preso vita ieri sera, nella location di Palazzo Roberti, a Mola di Bari, per raccontare al pubblico accorso numerosissimo, le radici ancora vive di una cultura tradizionale “ a rischio” di estinzione .Il “viaggio” sui più grandi cantastorie pugliesi è affidato ad un documentario di quaranta minuti girato in digitale , firmato da Nicola Morisco (ideatore ed autore) e Daniele Trevisi (regia, montaggio e fotografia ) dal titolo “Le storie cantate- viaggio tra i cantastorie di Puglia”, prodotto da Nuove Produzioni Spettacolari Bari di Mimmo Mongelli con il contributo dell’assessorato regionale alla Cultura , presentato in anteprima assoluta all’interno della rassegna “Primitivo”, kermesse realizzata con il contributo della Provincia di Bari e con la direzione artistica di Gianluigi Trevisi .Nicola Morisco, giornalista e critico del quotidiano “ La Gazzetta del Mezzogiorno”e, Daniele Trevisi, regista e location manager, hanno voluto rendere omaggio alla musica popolare pugliese, tracciando e delineando le figure dei musicisti cantastorie con disarmante realismo. Obiettivo del progetto è quello di presentare al grande pubblico le origini della tradizione musicale pugliese, scritta e non scritta, mantenendo nella sua realizzazione le “coloriture” dialettali dei diversi personaggi.Protagonisti del documentario sono i cantastorie- simbolo del panorama meridionale, da Uccio Aloisi a Tonino Zurlo, da Enzo del Re alla formazione corale dei Cantori di Carpino, per concludere con Matteo Salvatore , reso omaggio dal regista ed attore Michele Placido.Accanto agli interpreti-autori spiccano i preziosi contributi dell’etnomusicologo e musicista Antonio Infantino, del regista ed autore Moni Ovadia, del jazzista partenopeo Daniele Sepe e del regista ed attore Michele Placido. Il “viaggio” inizia con l’immaginario arrivo di Enea sulle coste di Porto Badisco , per poi riprendere le fila dei ritmi popolari da parte di Antonio Infantino, riagganciando l’ordito del tessuto alla radice- trama ellenistica e ai significati derivanti della filosofia di impronta greca. A Cutrofiano (Lecce) si incontra il più anziano cantore della pizzica: Uccio Aloisi, eclettico e singolare nell’apportare una battuta in più nel ritmo della pizzica originaria . Si resta ancora in Salento, ad Ostuni, per incontrare Tonino Zurlo, dove il cantore della città Bianca spiega il profondo significato dei “ditteri”, una forma molto sintetica di comunicazione che il popolo tramandava ed utilizzava oralmente . Risalendo il capoluogo barese, a Mola di Bari, incontriamo Enzo del Re, il cantastorie più socialmente impegnato: si definisce un “corpofonista” per le sue singolari esecuzioni con voce sola e percussioni, utilizzando oggetti estemporanei come la valigia di cartone (simbolo dell’emigrazione) o una sedia di legno (allusione alla sedia elettrica, per una sensibilizzazione alla campagna contro la pena di morte) .Spostandosi più a Nord, a Carpino, sul Gargano, troviamo la formazione più longeva della musica tradizionale pugliese: I Cantori di Carpino . Rappresentati da Antonio Piccininno,classe 1916,e da Antonio Maccarone , la formazione foggiana, riprende prevalentemente i canti popolari d’amore .Di Foggia era anche il “banditore” Matteo Salvatore, recentemente scomparso (27 agosto 2005), precursore dei cantautori italiani, i cui testi, apprezzati dallo scrittore Italo Calvino, sono pervasi da amarezza ed ironia ma sempre ispirati da esperienze di vita reale. Differenti dialetti, tutti aventi però il comune denominatore di parlare una stessa lingua: quella del cuore e dell’impegno civile . Così come lo stesso ideatore Nicola Morisco asserisce, la musica popolare pugliese sente la necessità di essere riscoperta e raccontata . Spesso “bistrattata”, banalizzata da molti, si sente l’urgenza di dar voce agli ultimi portavoce della matrice popolare locale, senza dimenticare lo stato di estrema indigenza nel quale si è spento il grande Matteo Salvatore, straordinario autore che ha trovato riconoscimento in grandi autori contemporanei quali Vinicio Capossela, Pino Daniele, Teresa De Sio , Francesco Guccini e tanti altri. A presentare la serata, il giornalista Francesco Monteleone ed Oscar Iarussi, capo redattore e critico cinematografico delle pagine di Cultura e Spettacoli de “ La Gazzetta del Mezzogiorno”, che hanno sapientemente illustrare, i contenuti e gli scopi della coraggiosa opera dei due cineasti baresi . Importanti gli interventi dell’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli e dell’assessore provinciale alla Cultura Vittorino Curci . A seguire la proiezione del documentario, applauditissimo dal pubblico entusiasta, hanno fatto seguito i concerti di Tonino Zurlo, che ha presentato i brani del suo ultimo lavoro discografico dal titolo “ “Nuzzle e Pparolu”- semi e parole-pubblicato di recente da Anima Mundi “ e la straordinaria esibizione di Enzo Del Re, che con parole aspre ha espresso una forte denuncia verso le istituzioni molesi, sempre più insensibili all’esigenza di fare musica nella sua città natale . Momenti di intensa emozione per l’arrivo dell’ospite illustre Moni Ovadia, attore, musicista e regista, che ha espresso con grande enfasi, parole di ammirazione per i due musicisti partecipi della serata, sottolineando duramente, l’importanza della cultura e della ricerca delle tradizioni musicali di un paese quale l’Italia, sempre più caratterizzato da una televisione e da una musica “spazzatura”, dove il valore consumistico sembra prevalere sul bisogno reale di tramandare una cultura arcaica come radice di una nuova identità .Una serata di intensa emozione ,difficile da dimenticare, che ha saputo nutrire la nostra anima di una nuova linfa : quella delle voci del passato, dove il colore del cielo e delle piane assolate dei campi di grano pugliesi sembrano unirsi in una danza senza fine in bilico tra passato e futuro .
Claudia Mastrorilli

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