PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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giovedì 11 ottobre 2007

Bari - Con la musica in viaggio fra Oriente e Occidente con Savina Yannatou e la Primavera en Salonico


Ieri sera 10 ottobre nel teatro Kismet Opera di Bari per la rassegna Soul Makossa Il concerto di Savina Yannatou e il suo gruppo , ha proposto un repertorio di musica barocca, rinascimentale, popolare, colta, fino al jazz d'avanguardia. Nata ad Atene, la cantante greca ha studiato al Conservatorio e alla leggendaria Guildhall School di Londra, ha una voce fantastica, unica, per capirci una via di mezzo fra Diamanda Galas e Ofra Haza. Non bastasse, grazie al suo lungo girovagare e inquetudine, è una sorta di baedeker vivente della vocalità di mezzo mondo,possiede una magistrale padronanza del patrimonio folklorico di Grecia e Bulgaria, Scozia e Sardegna, Libano e Spagna, Francia, Asia minore e Caraibi e griko salentino che propone senza esitazioni (senza errori di pronuncia!). Sarà forse per questo che la prestigiosa Ecm di Monaco di Baviera ha abiurato, per lei, alla prima regola aurea del suo decalogo: quella che impone di pubblicare soltanto dischi registrati negli studi avveniristici di Oslo e Monaco. “Terra nostra” è stata realizzata dal vivo ad Atene, nel novembre del 2001, davanti a un pubblico estasiato ed entusiasta. Ed è una folgorante navigazione fra Oriente e Occidente, fra mari caldi e mari freddi, fra la sacralità dei parametri medievali e le brucianti intuizioni del free jazz. L’ultimo suo album è “Sumiglia”. Savina Yannatou fornisce ancora una volta prova del suo duttile talento passando in rassegna canti e melodie provenienti dall'intera area mediterranea, Salento incluso.Si parte … il viaggio comincia in libertà, nel rispetto della sua terra natia la Grecia, con i suoi incroci bizantini e orientali ,il brano “Me to feggari” per arrivare in Bulgaria con “Sedi Yanna” e proseguire nella nostra Sicilia con “Terra ca nun senti” , ti trasporta con la sua voce accompagnata con perizia dagli strumenti di più spiccata derivazione occidentale come la chitarra, il contrabbasso e il violino, con una pletora di antichissimi altri, la cui origine risale invece all'altra metà del mondo.La cantante è capace di esprimersi in una buona dozzina di idiomi differenti, con articolazione precisa e ferreo controllo dei materiali. Dai canti d'amore della Galizia spagnola con i brani “Muinera”, “El Barquer” alle ballate usate negli sposalizi palestinesi “Palestinian nedding song”, il timbro della Yannatou leviga spessori differenti con l'ausilio del suo abituale ensamble Primavera En Salonico.Continua il viaggio tra musiche calde e di origini lontane ,tradizioni popolari, basta chiudere gli occhi e farsi trasportare dalle note per arrivare in Corsica con “Sumiglia” , in Sardegna con “Ballo Sardo”,in Albania “Ti ne koder, un ne koder”, per tornare nella sua Grecia con “Yanno Yannovitse” in dialetto macedone e “Smyrnaean Air”.Difficile poter descrivere le potenzialità vocali di questa artista ,sicuramente da seguire e da approfondire attentamente ,il pubblico presente ha sicuramente apprezzato Savina Yannatou e la sua Primavera en Salonico ripagandoli con l’unica moneta gradita agli artisti …applausi e ancora applausi.

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