PHOTOGALLERY by Egidio Magnani

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venerdì 20 aprile 2007

Achille Serra un ' Poliziotto senza pistola '


Nuovo appuntamento organizzato dal “Presidio del libro” presso la Chiesa Ognissanti di Valenzano, uno dei monumenti più significativi del romanico-pugliese.Quattro Comuni Triggiano, Capurso, Cellamare e Valenzano, hanno costituito il “Presidio del Libro” grazie anche alla vulcanica e tenace professoressa Rossella Santoro del Liceo Cartesio di Triggiano, sono riusciti a dare vita ad un momento culturale che ha visto il top della letteratura straniera ed italiana.Infatti l’ultimo incontro è stato con Nicholas Sparks, uno dei più famosi scrittori americani della letteratura rosa, mentre quello di giovedì 19 ha visto la partecipazione del Prefetto di Roma Achille Serra, che ha presentato il suo libro “Poliziotto senza pistola” della Bompiani.Molte le autorità presenti dai sindaci e vicesindaci dei sopraccitati comuni a quelle militari che assieme al pubblico intervenuto e a Padre Bova hanno potuto conoscere Serra non come poliziotto ma come uomo che ha indossato la divisa da poliziotto.E la domanda che nasce spontanea presentata dalla professoressa Santoro è stata : Come mai una persona d’azione che ha vissuto in prima persona, gli anni istituzionali della nostra storia i cosiddetti anni di piombo e quelli della malavita organizzata degli anni 70, ha voluto scrivere un libro?R.: Non sono uno scrittore, né un giornalista, però sono l’unico che può descrivere questi fatti perché vissuti sopra la propria pelle, che mi hanno portato a crescere professionalmente ed umanamente sotto l’aspetto personale, ma che mi hanno procurato dolori grandissimi, perché ho visto lungo questo percorso perdere molti amici.Quando mi presentati alla Casa Editrice Bompiani , presentando la mia volontà di scrivere un libro, questi furono piuttosto vaghi perché mi dissero che in giro stavano già tanti libri autobiografici e non era necessario aggiungere un altro autocelebrativo e mi congedarono dicendomi ci scriva 20 pagine. Io ne ho scritte 50 con due finalità. La prima quella di dedicarlo ai giovani che devono conoscere quegli anni che non hanno vissuto; la seconda far capire come dietro la divisa c’è sempre un uomo.Così come un fiume in piena Achille Serra, incomincia a raccontare episodi che l’hanno segnato profondamente iniziando proprio quando dopo la laurea vinse il concorso per entrare in Polizia scegliendo come destinazione Milano. Città che tutti rifuggivano, perché sono gli anni bui quelli legati agli attentati della brigate rosse, dei sequestri di persona (chi di noi non ricorda la strage di Piazza Fontana o il nome di Vallanzasca). Come primo impiego ebbe la fortuna di andare alla volante, un lavoro che lo entusiasmava, dove ebbe la fortuna di conoscere un “Uomo straordinario” Luigi Calabrese. Un uomo che è stato ucciso due volte. La prima giorno dopo giorno nei salotti dei ben pensanti, dalla stampa e da un governo assente e poi per un ultimo da un colpo di pistola. Un uomo che ha segnato il suo cammino e che ha formato il suo “essere poliziotto senza pistola” .Ricorda Serra : “ E’ capitato un giorno , quando ancora agli inizi della mia carriera, il movimento studentesco di Milano, come al solito era in rivolta. Lanciava sassi e molotov contro la polizia ed ha visto scendere Calabrese dall’autovettura di ordinanza, andare verso i suoi uomini per fermarli da ogni azione e poi dirigersi verso gli studenti per parlare con loro, evitando così un massacro. Ho capito allora che l’arma che ognuno di noi deve avere è quella del dialogo. Da qui il titolo del mio libro”. Achille Serra racconta quei momenti con commozione e spiega come in quei frangenti, quando vedeva quei studenti con un ideale frantumato e distorto che andavano bendati e armati verso i poliziotti con l’intenzione di colpirli si domandava “possibile che quei studenti non capivano che noi eravamo anche loro. Noi poliziotti eravamo per lo più giovani e per la maggior parte proveniente dal Sud. Agenti di polizia che guadagnavano la misera cifra di 119.000 lira al mese e loro ci odiavano. Possibile che non capivano che prendendo a calci noi non prendevano a calci lo Stato ma l’uomo?”.Dai calci degli anni 70 e passato a raccontare a quelli più recenti, quelli che non avvengano più in piazza ma negli stadi e ha dichiarato: ”Se continuerò a fare il Prefetto a Roma vieterò l’ingresso dei poliziotti negli stadi, perché la Polizia deve stare fuori da quella struttura, mentre all’interno devono esserci stewart, come esistono in Inghilterra, provvisti di poteri”.Achille Serra un uomo disponibile al dialogo, che non è un suo punto di debolezza anzi è il suo punto di forza, dove il dialogo non è rimanere sulle proprie posizioni ma capire anche le ragioni dell’altro. Achille Serra grazie ai suoi successi, non per ultimo quello del Social Forum di Firenze, ha ottenuto riconoscimenti che hanno superato i confini nazionali.
Anna DeMarzo

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